(Wikipedia)

É disponibile online la 49ma puntata di Magnifica Ossessione, rubrica a cadenza mensile su Diari di Cineclub Radio curata dallo scrivente, dedicata al mondo del cinema, ai suoi autori ed interpreti. Questo mese condivideremo insieme l’analisi del film Le samouraï (1967), scritto e diretto da Jean-Pierre Melville (J. P. Grumbach all’anagrafe, 1917-1973), interpretato magistralmente da Alain Delon, per ricordare il grande attore che ci ha lasciato lo scorso 18 agosto.

Un’opera che rientra nel genere “Polar”, neologismo coniato dalla critica francese congiungendo i termini “policier”, poliziesco, e noir, in cui regia e sceneggiatura sembrano soppesare sì un certo realismo nell’offrire rappresentazione all’ambiente malavitoso parigino, ma all’interno di un’atmosfera in certo qual senso neutra, sulla quale va a stagliarsi il sentore strisciante dell’ineluttabilità del destino, un qualcosa di ricercato e voluto nella sua indefinibilità e tale da rendere definitive determinate condotte umane.

Stendiamo un pietoso velo sul titolo scelto per la distribuzione italiana, sulla quale si riversarono le ire del regista, “Frank Costello faccia d’angelo”, che si rifà, mutando persino il nome del protagonista, alle gesta del noto gangster italo americano. (Foto di copertina: Wikipedia)

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