By Warner Bros. – Scan via Heritage Auctions. Cropped from the original image., Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=129925671

Martinica, estate 1940, poco dopo la caduta della Francia, invasa dalle truppe tedesche. A Fort –de-France, un comune dell’isola fedele al governo di Vichy, l’americano Harry Morgan (Humphrey Bogart), si guadagna da vivere, insieme all’amico Eddie (Walter Brennan), alcolizzato, noleggiando il suo battello Queen Conch a facoltosi turisti per la pesca d’alto bordo. Rude e sprezzante nei modi, con negli occhi un velo di tristezza denso di amara disillusione, Morgan si mantiene distante dalle faccende politiche in nome di un fermo individualismo, rifiutando di collaborare col proprietario dell’albergo dove alloggia, Gérard (Marcel Dalio), che vorrebbe fargli usare la sua imbarcazione per aiutare il movimento della Resistenza, prelevando alcuni componenti da un’isola vicina, facendoli poi sbarcare a Fort –de-France.

La stessa struttura ospita l’affascinante Marie Browning (Lauren Bacall), giunta in aereo da Rio, la cui aria ambigua, propria di chi sa come destreggiarsi in determinate situazioni, sembra scalfire la dura scorza di Harry, tanto che i due entrano presto in confidenza, appellandosi con dei curiosi soprannomi (rispettivamente Slim e Steve). Proprio grazie a lei, una volta notato come la donna abbia abilmente sottratto il portafoglio al cliente di cui è in attesa del saldo di un conto in sospeso, il nostro, entrato in possesso del maltolto, verrà a conoscenza che l’uomo non aveva certo intenzione di pagarlo, avendo comperato un biglietto aereo per le prime ore del mattino, così da disertare il  previsto appuntamento.

Lauren Bacall, Marcel Dalio, Humphrey Bogart (Time Inc.; il fotografo della Warner Bros. non è accreditato, Pubblico dominio, via Wikimedia Commons)

Dopo una serie di eventi comportanti l’intervento della polizia locale, Harry si ritroverà al verde, finendo quindi con l’accettare l’incarico prospettatogli da Gérard, decidendo una volta per tutte da che parte stare, scelta che coinvolgerà anche Marie…A quanto risulta da varie fonti, come quella da me consultata (il libro Caro Bogart- Una biografia, Jonathan Coe, Superfeltrinelli, 2004; titolo originale: Humphrey Bogart Take It & Like It, 1991), l’adattamento cinematografico ad opera degli sceneggiatori Jules Furthman e William Faulkner del romanzo di Ernest Hemingway To Have and Have Not (edito da Scribner’s nel 1937, composto da tre racconti scritti in periodi differenti, Primavera, Autunno, Inverno), per la regia di Howard Hawks, sarebbe conseguente ad una scommessa tra il poliedrico cineasta e l’amico scrittore, con il primo a sostenere che avrebbe potuto trarre facilmente un film dal peggior romanzo del secondo.

A tale circostanza va ad aggiungersi l’intenzione della Warner Bros. di  sfruttare la scia del successo di Casablanca, 1941, proponendo di allestire una trama piuttosto simile al film di Curtiz, anche se Hawks fece presto notare come in quella pellicola Ingrid Bergman non andasse a rappresentare altro che “un mero oggetto di scambio passivo” tra Rick e Laszlo, mentre la sua immaginazione lo portava a visualizzare la presenza accanto a Bogey di un personaggio femminile altrettanto forte, “una ragazza che sia insolente quanto Bogart, che insulti la gente e rida mentre lo fa e che tutto questo piaccia al pubblico”. La designata a tale arduo compito venne individuata dalla consorte di Hawks in una modella che aveva posato per una copertina della rivista Harper’s Bazaar,  chiamata quindi dal regista per un provino, Betty Joan Perske, la futura Lauren Bacall: il cognome originario Bacal venne ripreso dalla madre per sé e la figlia una volta ottenuto il divorzio, cui poi l’attrice aggiunse una l così da evitare errori di pronuncia, mentre il nome Lauren fu scelto da Hawks.

Quest’ultimo, una volta acquistati i diritti del romanzo, informò gli sceneggiatori dei mutamenti che intendeva apportare: se sulla pagina scritta Harry e Marie risultavano come una coppia sposata con prole, ambedue sui quarant’anni d’età (la Bacall invece era poco più che ventenne, 25 anni meno di Bogart), la narrazione filmica doveva concentrarsi sul loro incontro, rendendo palpabile un’alchimia ad alto livello di sensualità in tumultuoso crescendo, mandando all’aria la critica sociale, quel confronto tra chi ha e chi non ha palesato già nel titolo.

Mutava poi la location, da Cuba alla Martinica del Secondo Conflitto, sia per mantenere i rapporti di “buon vicinato”, sia per evidenziare l’intervento statunitense contro l’invasione nazista. Pur se per certi versi derivativa, la pellicola in esame non merita di essere considerata, almeno ad avviso di chi scrive, una realizzazione “minore” nell’ambito della filmografia di Hawks, in primo luogo perché sviluppa comunque tematiche a lui care, quali il solidarismo amicale virile, il senso coinvolgente dell’avventura, l’attenzione per le interpretazioni attoriali, ma soprattutto quella volta ad evidenziare genesi ed evoluzione del rapporto tra uomo e donna, una tenzone condotta ad armi pari, dove l’insinuante attrazione reciproca è simile ad una miccia che viene accesa e spenta più volte, in attesa di una fragorosa esplosione.

Bacall e Bogart (Liberty Publishing, Public domain, via Wikimedia Commons)

Hawks asseconda ed incoraggia le modalità della Bacall  di porsi dinnanzi la macchina da presa, testa leggermente china ed occhi rivolti verso l’alto, esaltandone la conturbante sensualità e l’indubbia eleganza, per una presenza scenica particolare, se non unica, una combinazione tra un atteggiamento in apparenza altero e un certo disincanto, avvalorato poi da un lieve ma efficace umorismo. La regia si concentra su pochi movimenti di macchina, lascia che l’azione si sussegua una sequenza dopo l’altra, non interessandosi più di tanto all’intrigo in sé, preferendo offrire rilevanza alle reazioni dei personaggi di fronte agli eventi e nei rapporti fra di loro, rimarcate dai bei dialoghi, intrisi di cinismo, sottile ironia ed allusioni erotiche neanche poi tanto velate, considerando l’epoca di realizzazione, come quando Slim chiarisce a Steve il comportamento da tenere nei sui riguardi: “You don’t have to say anything and you don’t have to do anything. Not a thing. Oh, maybe just whistle. You know how to whistle, don’t you, Steve? You just put your lips together and… blow”. 

Tra finzione e realtà a rincorrersi tra di loro, Lauren ed Humphrey si scambiano infuocati sguardi forieri di mille promesse, certo, ma anche illanguiditi dalla consapevolezza delle rispettive delusioni esistenziali e sempre guardinghi nel dar fuoco alle polveri. Lui, al solito, ruvido e granitico, con alle spalle un passato probabilmente turbolento, anche, ma non solo, dal punto di vista sentimentale, lei degno ed opportuno contraltare, fra passionalità latente e una sottesa malizia. Ambedue andranno infine a mitigare le rispettive spigolosità senza però annullarsi, ma semplicemente decidendo definitivamente quale ruolo recitare sul consueto palcoscenico del vivere quotidiano. Tra gli altri interpreti, da menzionare il simpatico avvinazzato interpretato da Brennan, Dan Seymour nei panni dell’Ispettore Renard e il cantautore Hoagy Carmichael ad interpretare il pianista Crickett, che insieme alla Bacall dà vita a due canzoni, How Little We Know (Carmichael e Johnny Mercer) e Am I Blue? (Harry Akst e Grant Clarke).

Ernest Hemingway (Lloyd Arnold, Public domain, via Wikimedia Commons)

Il romanzo di Hemingway venne poi portato sullo schermo altre due volte, nel 1950 dal regista Michael Curtiz (The Breaking Point, Golfo del Messico) su sceneggiatura di Ranald MacDougall, interpretato da John Garfield, Patricia Neal e Phillis Thaxter ed otto anni dopo da Don Siegel (The Gun Runners, Agguato nei Caraibi), sceneggiato da Daniel Mainwaring e Paul Monash, interpreti Audie Murphy ed Everett Sloane. Da riportare in chiusura la sempre suggestiva confluenza tra arte e vita che va a sostanziarsi in una frase attribuita ad Hawks una volta che Bogey e Lauren convolarono a nozze: “La cosa buffa è che Bogart si era innamorato del personaggio che lei recitava, quindi le toccò recitarlo vita natural durante”.

Pubblicato su Diari di Cineclub N.132, novembre 2024Immagine di copertina:Warner Bros., Pubblico dominio, via Wikimedia Commons

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