
È in uscita nelle librerie, per i tipi della Bertoni Editore, LIVE, WOMAN!, il nuovo libro della scrittrice Caterina Condoluci. Attraverso un dialogo e diciassette monologhi, l’autrice offre spazio al suo vibrante sentire nei confronti di determinate tematiche inerenti la condizione femminile in particolare, ma spesso dalla portata universale, quali, tra l’altro, l’emergenza ambientale, l’apprendimento scolastico, le conseguenze fisiche e psichiche derivanti dagli imperanti dettami dell’apparire, la libertà di gestire il proprio corpo, tutte permeate dallo sguardo di diverse donne, famose o meno, che vivono l’attualità o sono state protagoniste in passato, lottando tra emozionalità e razionalità nel perseguire un personale ideale di libertà.
Dedicato a “tutte le donne che vogliono vivere”, LIVE, WOMAN!, arricchito dalle illustrazioni della pittrice Beatrice Davanzo, nello scorrere delle pagine rende evidente come anche negli agiati paesi occidentali le varie previsioni legislative non sempre appaiono sufficienti a superare stolidi e retrivi retaggi. Le donne protagoniste del libro divengono quindi simbolo della necessità di mantenere sempre vivo il fuoco di quella battaglia intesa a conquistare una emancipazione, e relativa autodeterminazione, che si vorrebbero patrimonio definitivamente assunto e condiviso, annientando qualsivoglia negatività al riguardo.
Tematiche come la vita sociale, il lavoro, la famiglia, raccontate attraverso il vissuto di donne appartenenti a diverse generazioni, si fanno manifesto tanto dei mutamenti avvenuti nello scorrere del tempo, quanto di ciò che invece è ancora passibile di cambiamento, nel fermo e concreto auspicio che si possa definitivamente affermare il poter scegliere, con forza e convinzione, la propria essenza vitale, sociale e lavorativa. Di rilievo, infine, la speranza espressa di una “sorellanza” quale “sinonimo di solidarietà che miri ad un cambiamento sociale- culturale per un reale benessere”, intesa a prospettare “una predisposizione del genere umano verso il dono e la cura”.

Ecco allora farsi avanti l’idea di quanto sia necessario “farsi popolo”, sentirsi comprese, e compresi, in un’unica grande comunità, in nome di istanze condivise e comuni battaglie da portare avanti, una lotta collettiva quale acquisizione definitiva di un patrimonio da condividere, l’annientamento di quella stolidità maschilista che tuttora dà segnali di vita, a volte in forma subdola e latente. Le tematiche dell’emancipazione e dell’autodeterminazione potranno dunque essere determinanti per le donne nello specifico e per l’essere umano in sé e per sé considerato: si nasce e si vive nella qualità di persona e in quanto tale si andrà a lottare per liberarsi da ogni impedimento che limiti l’affermazione della propria individualità diversificante all’interno della società.





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