Sembra che ultimamente vi sia una riscoperta della Calabria come ideale set cinematografico, dopo i tanti film girati in passato, sia lontano che più vicino a noi, sino alle recenti fiction e alle nuove pellicole in fase di avvio riprese, come Qualunquemente, per la regia di Giulio Manfredonia, esordio al cinema del personaggio Cetto Laqualunque, interpretato da Antonio Albanese.
Proprio nei giorni scorsi sono stato contattato al telefono da Paolo Fiorino (foto), noto attore calabrese, poliedrico e attivo nel campo dello spettacolo (nel senso più completo del termine, dal cinema alla televisione, senza dimenticare le esperienze in teatro e alla radio) da cinquant’anni, nativo di Palmi, che mi ha voluto gentilmente esternare la gioia di trovarsi nella sua città natale, per girare un nuovo film.
Mi ha narrato infatti che nella cittadina calabrese sono ormai prossime al primo ciak le scene di una nuova produzione Film Commission Calabria, nata da un’idea del suo presidente, Francesco Zinnato, un film dal titolo al momento provvisorio, Quel che resta, che vedrà come protagonista principale la Calabria devastata dal terremoto del 1908, il terribile sisma che ha sconvolto quel minimo di speranza a cui si era fortemente aggrappata una terra non nuova a stenti e miseria, ripercuotendosi anche sulle generazioni future.
Oltre alla citata Film Commission Calabria, la produzione vedrà la collaborazione della società Produzione straordinaria e il sostegno tanto di Cinecittà Luce che della Provincia di Reggio Calabria.
Fiorino, di ritorno dalla fine delle riprese del film Cugino e cugino, per la regia di Vittorio Sindoni, tra gli interpreti Frassica e Scarpati, interpreterà in Quel che resta il barone Don Gaetano, tipico proprietario terriero meridionale, un “padre padrone”, tiene a specificare, menzionandomi anche il resto del cast, certamente eterogeneo: Giancarlo Giannini, Franco Nero, Luca Lionello, Rosa Pianeta, Gigi Misefari e Giacomo Battaglia, noto duo comico di Reggio Calabria, dalle frequenti e apprezzate apparizioni televisive.
La regia, mi ha spiegato Fiorino, è stata affidata a un giovane calabrese, Elio Gentile, mentre la sceneggiatura, opera dello stesso regista su un soggetto di Giuseppe Salerno, è stata ricavata da due racconti, che però verranno a formare sullo schermo un’ unica storia, con al centro l’inevitabile storia d’amore: Ricordi d’un dissepolto di Michele Calauti, edizioni Rubbettino, e Le Baracche di Fortunato Seminara, pubblicato da Pellegrini.
Non ci resta che attendere l’uscita sugli schermi di questo nuovo film girato in Calabria, e rivolgere un grande “in bocca al lupo” al “nostro” Paolo Fiorino sempre sorprendente nella costante ed indubbia professionalità, oltre che amabilmente affabile per quella sua gentilezza propria di gentiluomo del Sud.





Lascia un commento