Ci lascia a 86 anni il “regista di attori” Sidney Lumet, così definito per sottolinearne la grande capacità di valorizzare ed esaltare le prove recitative dei protagonisti dei suoi film, come Henry Fonda, interprete del teso e avvincente La parola ai giurati, ’57, opera d’esordio dopo la regia di produzioni off Broadway e televisive, tratta da un dramma teatrale, ottenendo la prima nomination all’ Oscar delle quattro che via via si succederanno, ottenendo infine la statuetta “alla carriera” nel 2005.
Ciò che risalta nella sua filmografia, più di cinquanta pellicole all’attivo, è la capacità, da bravo “artigiano” del cinema, di spaziare tra i generi (Assassinio sull’Orient-Express, ’74, dal romanzo di Agatha Christie), mantenendo comunque nella maggior parte delle sue opere la connotazione data da un forte impegno civile, affrontando spesso tematiche dalla caratterizzazione politica o comunque legate ai temi della giustizia, dei diritti civili, del problema della delinquenza dilagante.
Mi limiterò a citare alcuni titoli, tra i più famosi, spaziando dagli anni ’60 sino ai primi anni ’80, che pongo come ideale limite riguardo le sue migliori realizzazioni: Pelle di serpente, ’60, con Marlon Brando e Anna Magnani, tratto da una piece teatrale di Tennessee Williams; A prova d’errore , ’64, di nuovo Fonda protagonista; L’uomo del banco dei pegni , con Rod Steiger; La collina del disonore, ’65 con Sean Connery.
Negli anni ’70 ecco due titoli entrati di diritto nella storia del cinema, oltre che fondamentali nella carriera del loro protagonista, Al Pacino, Serpico, ’73, e Quel pomeriggio di un giorno da cani , ’75, premio Oscar alla sceneggiatura, opera di Frank Pierson, mentre del ’76 è Quinto potere, opera lungimirante considerando la tematica dell’uso distorto ed estremo del mezzo televisivo, approfittando della sua sempre più crescente influenza sugli spettatori, ancora un Oscar, questa volta per i due protagonisti, Faye Dunaway e Peter Finch.
Negli anni ’80, tra gli altri girati, il suo lavoro più bello ed intenso è certamente Il verdetto, sceneggiato dallo stesso regista e da David Mamet, interpretato da Paul Newman e James Mason. L’ultimo film di Lumet risale al 2007, Onora il padre e la madre, con Ethan Hawke e Philip Seymour Hoffman.





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