(…) (…) Scrooge fece più che mantenere la parola. Fece tutto quanto, e infinitamente di più: e per Tiny Tim, il quale non morì, fu un secondo padre. Divenne un amico, un padrone, un uomo così buono, come poteva mai averne conosciuto quella buona vecchia città, o qualunque altra buona vecchia città, borgata o villaggio di questo buon mondo. Alcuni ridevano, vedendo il suo cambiamento; ma egli era abbastanza saggio da sapere che su questo globo niente di buono è mai accaduto, di cui qualcuno non abbia riso al primo momento. E sapendo che in ogni modo la gente siffatta è cieca, pensò che non aveva nessuna importanza se strizzavano gli occhi in un sogghigno, come fanno gli ammalati di certe forme poco attraenti di malattie. Il suo cuore rideva e questo per lui era perfettamente sufficiente. Non ebbe più rapporti con gli spiriti; ma visse sempre, d’allora in poi, sulla base di una totale astinenza; e di lui si disse sempre che se c’era un uomo che sapeva osservare bene il Natale, quell’uomo era lui. Possa questo esser detto veramente di noi, di noi tutti! E così, come osservò Tiny Tim, che Dio ci benedica, tutti!

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Estratto dalla Strofa Quinta (Come andò a finire) del racconto Un canto di Natale (A Christmas Carol, 1843), di Charles Dickens (1812-1870): lo condivido con voi cari amici lettori di Sunset Boulevard, abituali o di passaggio, per augurarvi un Lieto Natale. Che i nostri cuori possano essere abbastanza sgombri per accogliere gioia e serenità, a partire da questi giorni di festa e “per sempre nonostante tutto”. Un abbraccio,

Antonio

3 risposte a “Il cuore che ride, ovvero Buon Natale da Sunset Boulevard”

    1. Grazie, anche a te. Gioia e serenità.

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  1. grazie, buon Natale 🙂

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