(IMDb)

Bandrika, Europa Orientale, 1938. Una valanga ha bloccato la linea ferroviaria e numerosi sono i passeggeri in partenza, per lo più inglesi, ad affollare l’unico albergo presente in paese. Tra questi vi sono i gentiluomini Charters (Basil Radford) e Caldicott (Naunton Wayne), appassionati di cricket, preoccupati di perdere la finale di partita che si svolgerà a breve in quel di Manchester, l’ereditiera Iris Henderson (Margaret Lockwood), in vacanza con due sue amiche, che una volta fatto ritorno a Londra dovrà sposarsi, ma non propriamente con l’amore della sua vita, in quanto il matrimonio è stato suggerito da convenienti congiunzioni finanziarie, l’avvocato Eric Todhunter (Cecil Parker) e la sua amante Margaret (Linden Travers), spacciata per la consorte, l’anziana Miss Froy (May Whitty), governante nonché insegnante di musica, l’estroso Gilbert Redman (Michael Redgrave), musicista, il quale con le sue esecuzioni impedisce il riposo notturno di Iris, tanto da scatenare un vivace alterco.

Proprio la candida ed elegante istitutrice sembrerebbe interessata ad un motivo che un suonatore di chitarra sta eseguendo sotto la finestra della sua camera, non accorgendosi però di come l’esecutore venga strangolato subito dopo. Anche il mattino seguente, quando tutto è ormai pronto per la partenza, accadono singolari eventi, come un vaso di fiori che, cadendo da un davanzale, va a colpire fortuitamente Iris in luogo di Miss Froy, vittima designata, andando comunque a creare un’occasione per stringere amicizia nel corso del viaggio, iniziando dal fare colazione insieme, anche se, al risveglio da un pisolino, la fanciulla non rinverrà più l’amica sul sedile di fronte al suo.

Tutti i passeggeri presenti nello scompartimento, così come gli altri viaggiatori, dai tifosi di cricket alla coppia di amanti, per convenienza o timore di scandali, affermano però di non aver mai visto una donna con le caratteristiche descritte da Iris, tanto da far supporre un suo evidente stato di choc dopo la botta in testa, tesi suffragata anche dal Dr. Egon Hartz (Paul Lukas). Solo Gilbert le crederà, fino a giungere insieme a conoscere i lati oscuri di una contorta vicenda…

Penultimo film del cosiddetto “periodo inglese” di Alfred Hitchcock, The Lady Vanishes è un adattamento del romanzo The Wheel Spins scritto nel 1936 da Ethel Lina White, ad opera degli sceneggiatori Sidney Gilliat e Frank Launder, i quali allestirono un eccellente lavoro di scrittura nel delineare un intreccio perfetto, punteggiato da note ironiche e tensione in costante equilibrio, ottimi dialoghi e attenta rilevanza alle note caratteriali di ogni personaggio, irretendo gli spettatori all’interno di una convincente plausibilità, che, come fa notare Sir Alfred a Truffaut sulle pagine del noto libro-intervista (Le cinéma selon Hitchcock, Éditions Robert Laffont, 1967), potrebbe comunque prestare il destro ai “fautori della verosimiglianza”.

Sempre dal noto volume si apprende che le riprese si svolsero nel piccolo teatro di posa di Islington, su una piattaforma di trenta metri con sopra un vagone, facendo buon uso del risicato budget a disposizione nel ricorrere ad effetti che oggi ci fanno sorridere, dai fondali dipinti all’impiego di modellini, passando per l’impiego degli schermi trasparenti, ma anche ricorrendo a geniali trovate, quali la vertigine al risveglio di Iris resa in soggettiva nella frammentazione confusa dello sguardo, o l’impiego di bicchieri molto grandi a divenire protagonisti, attirando quindi l’attenzione degli spettatori, in una sequenza che vede l’attuazione del piano di far bere una bevanda drogata a Gilbert ed Iris, evitando così, spiega l’autore, il classico dialogo incentrato su invito a bere, rifiuto, nuovo invito, bicchiere in mano e poi alla bocca, interruzione del bere per parlare e così via.

La macchina da presa, considerando l’ambiente ristretto, si muove spesso verso i volti, con frequenti primi piani, efficaci nel dare adito alle varie emozionalità caratteriali, mentre l’iter narrativo credo possa idealmente suddividersi in due parti ben distinte.

May Whitty e Margaret Lockwood (Wikipedia)

Quella iniziale, all’interno dell’albergo di un immaginario paese europeo, va a rappresentare una sorta di prologo, dove, tra toni ironici e pungenti, si andranno a conoscere gli atteggiamenti esistenziali dei vari personaggi e il loro modo di porsi nella reazione a determinati accadimenti, mentre quella che si svolge all’interno del treno in viaggio verso Londra vedrà insinuarsi un maggiore senso del mistero e di una pressante tensione, incrementata anche dalla presenza di ulteriori personaggi, come un prestigiatore italiano (spagnolo nella versione doppiata nel nostro idioma), una baronessa russa e il serpentino Dr. Hartz sopra citato.

Inoltre l’ambientazione circoscritta all’interno del convoglio ferroviario conferisce ulteriore teatralizzazione alle reazioni, precipuamente egoistiche, che andranno a manifestarsi una volta prospettata l’idea della possibile scomparsa di Miss Froy, offrendo poi spazio ad una tematica cara al cineasta britannico, ovvero quella che vede individui comuni alle prese con problematiche ed eventi apparentemente al di fuori della loro portata, restandone profondamente coinvolti fino a prendere coscienza in definitiva di un’inedita direzione cui rivolgere la propria esistenza, anche assecondando la casualità.

Catherine Lacey, Margaret Lockwood e Michael Redgrave (Wikipedia, immagine promozionale del film , United Artists – pubblicata su
National Board of Review Magazine per novembre 1938, Volume XIII, Numero 8, pagina 17
)

Come già notato da molti, la vicenda narrata si ammanta inoltre di una certa allegoria nel visualizzare, siamo nel 1938, l’ignavia della “perfida Albione” riguardo una possibilità interventista nell’ambito delle vicende belliche, vedi i due appassionati di cricket ma soprattutto gli amanti segreti, timorosi di uno scandalo, rivelandosi poi propensi a trarre un qualche vantaggio dalla situazione che si andrà a creare, fino a quando non si sarà costretti a farlo, per salvaguardare la propria incolumità, ancora prima che quella altrui.

Il whodunit è qui rappresentato da un’esecuzione musicale, che andrà a stagliarsi sul classico The End, stemperando la tensione nell’ambito di un risolutore sorriso.

Ottimamente diretto, sulla base, come già scritto, di una sceneggiatura esemplare, felicemente interpretato, The Lady Vanishes, di cui venne girato un pallido remake nel 1979 (distribuito da noi come Il mistero della signora scomparsa), diretto da Anthony Page e con Angela Lansbury, Cybill Shepherd, Elliott Gould quali interpreti principali, potrebbe apparire alla visione forse inferiore ai precedenti lavori inglesi di Hitchcock ed anche a quelli successivi del periodo hollywoodiano, ma credo possa comunque rappresentare a tutt’oggi un valido esempio di come si possa realizzare una pellicola capace d’intrattenere e divertire facendo leva sulle modalità narrative e l’ingegnoso sfruttamento dei mezzi a disposizione, congiungendo con gusto e sagacia suspense, sottile umorismo e sana spettacolarità.

(Wikipedia)

Nel 2013 la rete inglese BBC trasmise un nuovo adattamento del romanzo ad opera di Fiona Seres, piuttosto fedele alla pagina scritta, quindi non propriamente un rifacimento dell’opera originaria di Hitchcock, per la regia di Diarmuid Lawrence.

Pubblicato su Diari di Cineclub N. 116 – Maggio 2023

Immagine di copertina: Catherine Lacey, Margaret Lockwood e Michael Redgrave (Wikipedia, immagine promozionale del film , United Artists – pubblicata su National Board of Review Magazine per novembre 1938, Volume XIII, Numero 8, pagina 17)

Una replica a “La signora scompare (The Lady Vanishes, 1938)”

  1. […] 14 agosto, ore 18.00. Domenica 17 agosto, ore 16.30: La signora scompare (The Lady Vanishes, regia: Alfred Hitchcock. Interpreti: Margaret Lockwood, Michael Redgrave, Dame […]

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