
Ieri, lunedì 1 gennaio, alla sala Cineteca Milano Arlecchino ha preso il via, in collaborazione con Tucker Film, una rassegna in undici film dedicata al grande regista giapponese Yasujirō Ozu, intesa a consentire agli spettatori di avvicinarsi e conoscere la cinematografia del “più giapponese dei registi giapponesi“, in occasione dei 120 anni dalla nascita e dei 60 anni dalla morte.
Cineasta e sceneggiatore cinematografico, Ozu nasce a Tokyo il 12 dicembre 1903 e muore nella capitale nipponica il 12 dicembre 1963. Ritenuto con Kenji Mizoguchi e Akira Kurosawa uno dei più importanti registi del cinema nipponico, ne ha segnato con la sua opera le tappe principali, dagli anni del muto a quelli del colore, arrivando sino alle soglie della modernità.
La sua grande influenza sul cinema contemporaneo è stata, fra l’altro, attestata dagli omaggi che al suo lavoro hanno attribuito registi come il tedesco Wim Wenders. Progressivamente il cinema di Ozu si è focalizzato intorno a un unico e grande tema, quello della famiglia, con particolare attenzione al rapporto tra genitori e figli. Estraneo a un approccio di tipo sociologico, il regista fece soprattutto dei sentimenti materni, paterni e filiali l’oggetto d’attenzione principale dei suoi film.
Dal punto di vista narrativo, spesso i film di Ozu presentano un andamento strutturale assai simile che prende le mosse da una situazione di apparente armonia, destinata a rompersi attraverso la rivelazione di una verità nascosta che determina così un momento di conflitto, cui però segue l’accettazione di questa nuova realtà e il conclusivo instaurarsi di un’armonia contrassegnata da un’autentica consapevolezza.
Ozu esordì con brevi comiche per passare poi a film su personaggi comuni, realizzati con stile sobrio e rigoroso: impiego di prolungate inquadrature frontali e fissità quasi assoluta della cinepresa. Tra i suoi film principali, ne realizzò complessivamente 54, ricordiamo Sono nato ma …, (1932); Tarda primavera (1949); Prima estate (1951); Viaggio a Tokyo (1953); Primavera precoce (1956); Il gusto del sakè (1962). (Fonte: comunicato stampa/Enciclopedia Treccani)
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Lunedì 1 gennaio, ore 16.30: Viaggio a Tokyo (東京物語 Tōkyō monogatari, 1953, versione originale sottotitolata in italiano). Ore 19.00: Il gusto del sakè (秋刀魚の味 Sanma no aji, 1962, versione originale sottotitolata in italiano).
Lunedì 8 gennaio, ore 17.00: Una gallina nel vento (Kaze no naka no mendori, 1948, versione originale sottotitolata in italiano). Ore 19.00: Tarda primavera (Banshun, 1949, versione originale sottotitolata in italiano).
Lunedì 15 gennaio, ore 15.00: Inizio d’estate (Il tempo del raccolto del grano, 麦秋, Bakushū, 1951, versione originale sottotitolata in italiano).

Lunedì 22 gennaio, ore 16.30: Il sapore del riso al tè verde (お茶漬けの味 Ochazuke no aji, 1952, versione originale sottotitolata in italiano). Ore 18.30: Inizio di primavera (早春, Sōshun, 1956, versione originale sottotitolata in italiano).
Lunedì 29 gennaio, ore 16.30: Crepuscolo di Tokyo (東京暮色 Tōkyō boshoku, 1957, versione originale sottotitolata in italiano). Ore 19.00: Fiori d’equinozio (彼岸花, Higanbana, versione originale sottotitolata in italiano).
Lunedì 5 febbraio, ore 17.00: Buon giorno (お早よう Ohayō, 1959). Ore 18.45: Tardo autunno (秋日和 Akibiyori, 1960).





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