L’Otello di Shakespeare non ha bisogno di essere raccontato. Ha solo bisogno di essere riletto esattamente com’è stato scritto, e con la sola forza del dialetto per ambientarlo nel presente. Iago, Otello e Desdemona sono purtroppo ancora tra noi. Il linguaggio crudo della cronaca attraversa un grande classico. Ambientata nei primi anni 2000, una storia senza tempo in cui il bene e il male si mescolano in un vortice di inganni, tradimenti e folle gelosia. Questo è l’incipit di Non sono quello che sono, il nuovo film di Edoardo Leo che uscirà al cinema il 14 novembre. I temi che emergono dal film sono urgenti e attualissimi: violenza di genere, gelosia, maschilismo, anaffettività, razzismo. Mercoledì 23 ottobre alle 11.00 Leo sarà protagonista di una Masterclass nell’ l’Aula 27B dell’Università degli Studi Gabriele D’Annunzio a Pescara, in Viale Pindaro, 42.

Il seminario rientra nel Masterclass Tour organizzato per Non sono quello che sono, un ciclo d’incontri nelle Università d’Italia per dar vita ad un incontro tra il regista, gli studenti e il pubblico. A Pescara vi parteciperanno tre docenti universitarie. Con la Prof.ssa Anita Trivelli, Ordinaria di Cinema presso il Dipartimento di Lingue Letterature e Culture Moderne, e la Prof.ssa Paola Partenza, Associata di Letteratura Inglese presso il Dipartimento di Lingue Letterature e Culture Moderne, si darà luogo ad un approfondimento sull’uso del linguaggio, in particolare sulle motivazioni inerenti la scelta di tradurre il testo nei dialetti romano e napoletano, mentre con la Prof.ssa Alessandra Babore, Associata di Psicologia Dinamica presso il Dipartimento di Psicologia, si potranno esplorare le tematiche relative alla gelosia e all’educazione all’affettività. Moderatore dell’incontro sarà il critico cinematografico Francesco Di Brigida.

Edoardo Leo (Vincenzo De Francesco da Roma, Italia, Concessione di licenza CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons)

L’idea di lavorare all’Otello di Shakespeare nasce quindici anni fa da un articolo letto su un quotidiano. Un uomo, accecato da una folle gelosia, uccide sua moglie e poi si suicida. È allo stesso tempo la sinossi di una delle opere teatrali più famose nel mondo e triste cronaca dei nostri giorni. Da lì è partita una lunga ricerca per pensare un adattamento contemporaneo che fosse il più possibile rispettoso dell’originale. Dal confronto tra le numerose traduzioni italiane della tragedia, fatte in epoche diverse, è maturata la convinzione che per restituire la ‘parola’ di Shakespeare, il dialetto (romano e napoletano) fosse paradossalmente il più vicino a rappresentare la forza di quel linguaggio.

Un lavoro di traduzione che è durato molti anni e mi ha permesso di filmare Otello senza ‘toccare’ il testo che è stato, tranne per i tagli necessari, integralmente riportato. Razzismo, violenza, invidia sociale, maschilismo, femminicidio, un’indagine sul male di una modernità sconcertante per una drammaturgia che ha più di 400 anni. Racchiusa nella frase di Iago che più di tutte suggerisce la profondità dell’analisi psicologica che questo testo opera sui suoi personaggi e ancora su di noi indagando nelle nostre contraddizioni. E che dà il titolo a questo film: Non sono quello che sono” (Edoardo Leo)

Fonte: comunicato stampa

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