
É disponibile online la 55ma puntata di Magnifica Ossessione, rubrica a cadenza mensile su Diari di Cineclub Radio curata dallo scrivente, dedicata al mondo del cinema, ai suoi autori ed interpreti. Questo mese condivideremo il ricordo dell’attore Gene Hackman, che ci ha lasciati lo scorso 26 febbraio, attraverso l’analisi del film “Il braccio violento della legge” (“The French Connection”, 1971). La pellicola gli fece vincere l’Oscar come Miglior Attore Protagonista, per la sua interpretazione del detective Jimmy “Popeye” Doyle della Squadra Narcotici di New York. Sceneggiato da Ernest Tidyman sulla base del libro-inchiesta di Robin Moore e diretto da William Friedkin, “Il braccio violento della legge” si rivela alla visione come un poliziesco che, pur influenzato, nelle scelte stilistiche e narrative, da “Le Samouraï” (Jean-Pierre Melville, 1967), appare comunque contraddistinto da una inedita connotazione delle caratteristiche proprie del genere. Si predilige una linea narrativa asciutta, documentaristica, rimarcando, anche grazie alle intense interpretazioni attoriali, l’ambiguità delle linee di confine fra bene e male, senza dimenticare l’intrattenimento. “Il braccio violento della legge” ottenne, oltre all’Oscar per Hackman, altre quattro statuette: Miglior Film, Miglior Regista, Miglior Montaggio (Jerry Greenberg) e Miglior Sceneggiatura non Originale.






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