(Ufficio Stampa)

1° novembre 1962: in questa data le edicole italiane vedono l’uscita del primo numero di Diabolik (Il re del terrore, soggetto delle sorelle Angela e Luciana Giussani, sceneggiatura ad opera della prima e disegni di tale Zarcone), volta a riprendere la tradizione del giallo- noir, con echi da feuilleton. “Il fantastico duo”, avendo Fantômas (1911, Marcel Allain e Pierre Souvestre) bene in mente, ebbe l’intuizione di attualizzarla in un insolito “fumetto nero”, inedito e innovativo nell’ambito dei comics nostrani anche per il formato, solo due/tre vignette a pagina, a favorire campi lunghi e dialoghi piuttosto articolati. Un logo di quelli che non si dimenticano, rimasto immutato fino ad oggi, ideato da Remo Berselli, la scritta il fumetto del brivido, gli occhi grigio acciaio dell’inafferrabile criminale in primo piano, unica parte visibile del volto, ricoperto per il resto da un cappuccio nero, così come una tuta dello stesso colore avvolge l’intero corpo. Leggenda vuole che l’idea sia venuta ad Angela vedendo i pendolari della stazione di Cadorna leggere romanzi gialli tascabili.

Le sorelle Giussani si lasciarono dunque ammaliare dalla possibilità di creare storie a fumetti con protagonista un imprendibile ladro, affascinante e misterioso, divenuto ormai  una vera e propria icona pop della cultura moderna, capace dall’alto del suo “altro mondo” cartaceo di solleticare l’immaginazione di lettori appartenenti a diverse generazioni. Da oggi, giovedì 3 aprile, e fino al 20 luglio, al Palazzo Pallavicini di Bologna, sarà possibile visitare una mostra dedicata ad uno dei fumetti italiani di maggior successo, il cui percorso espositivo, curato dalla Dott.ssa Francesca Bogliolo, realizzato dalla Pallavicini s.r.l. di Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci, in collaborazione con la casa editrice Astorina, vuole raccontare al pubblico le vicende del primo fumetto nero d’Italia e svelare tutte le curiosità nascoste che riguardano la sua creazione, la sua evoluzione e la sua fortuna.

I visitatori potranno infatti ripercorrere attraverso affascinanti tavole originali la storia di Diabolik, partendo dalla sua ideazione fino a giungere alla sua rivisitazione, passando attraverso gli aspetti più significativi della trasformazione grafica e introspettiva del protagonista. L’esposizione racconterà la storia della pubblicazione fin dai primordi, dal momento in cui le sorelle Giussani ebbero l’intuizione di cui si è scritto ad inizio articolo, mettere a disposizione dei pendolari della stazione Cadorna di Milano un fumetto di piccolo formato caratterizzato da poche vignette per pagina, la cui lettura richiedesse il tempo di un breve viaggio e il cui protagonista fosse un astuto e inafferrabile criminale. Da allora sino ai giorni nostri, l’avventura editoriale di Diabolik ha saputo accompagnare i lettori rinnovandosi continuamente e imponendosi come un vero e proprio cult capace di oltrepassare i confini nazionali e i limiti temporali.

Proprio per evidenziare il fascino che il ladro mascherato esercita sul suo pubblico, un’intera sala sarà dedicata all’esposizione di tutti gli albi pubblicati dalle origini a oggi, in una sorta di narrazione visiva ininterrotta che accompagna lo scorrere del tempo. Non mancherà una selezione delle più belle tavole originali tratte dalle storie più celebri di Diabolik, affiancato non solo dagli indimenticabili protagonisti, la compagna Eva Kant e l’ispettore Ginko, ma anche da altri personaggi come la duchessa Altea, la piccola Bettina e il potente criminale King. Fu il n. 3 del 1° marzo 1963, L’arresto di Diabolik (oggetto di un remake nel 2012, per le matite di Palumbo), a segnare il debutto del primo incontro (e del primo bacio) tra Diabolik e la bellissima, sensuale, affascinante Eva, fisico statuario, occhi verdi, lunghi capelli biondi, spesso raccolti in un elegante chignon. I disegni del citato albo erano opera di Gino Marchesi, mentre la sceneggiatura portava la firma di Angela Giussani.

Eva Kant (Nicola Gemelli, Concessione di licenza CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons)
 

Proprio grazie a milady il “maledetto criminale”, per usare un’espressione cara al “dannato ispettore”, non solo si salverà dalla ghigliottina, ma nel corso degli anni dovrà lottare contro se stesso e rivedere molti dei suoi atteggiamenti da maschio ultra sicuro di sé, in più di un’occasione, per consolidare nel tempo un rapporto dove amore, passione, complicità, fiducia reciproca e rispetto l’uno per l’altra sono da sempre fusi e sublimati in un fascinoso ensemble. Attraverso le vignette si riconosceranno le peculiarità dell’antieroe: la sua inconfondibile tuta nera, le armi e gli strumenti utilizzati per i suoi colpi, sino alle maschere che permettono a lui ed Eva di mutare le proprie sembianze. Inoltre, una collezione di modellini della Jaguar E-Type sorprenderanno i visitatori, svelando alcuni dei celebri trucchi per sfuggire alla polizia e compiere misfatti rimanendo impunito. La mostra fornirà anche l’occasione per comprendere quali procedimenti ci siano alla base della creazione di un fumetto, svelando alcune curiosità sui metodi di lavoro del passato e del presente.

Per la prima volta, inoltre, verranno esposti integralmente al pubblico i disegni originali del citato Il re del terrore, il prezioso e raro numero 1, permettendo di apprezzarne la struttura e gli aspetti singolari che dal novembre del 1962 non cessano di affascinare appassionati e collezionisti. Uno sguardo speciale sulla figura di Diabolik vedrà la sua interpretazione artistica da parte di chi ha saputo osservarlo al di là del fumetto, come vero e proprio soggetto carico di fascinazione: saranno esposte in mostra alcune opere uniche a lui dedicate, capaci di portarne alla ribalta la potenza comunicativa che lo ha reso, e lo rende ancora oggi, testimonial di campagne sociali significative. Il percorso si completerà con una sala multimediale dove si avrà la possibilità di addentrarsi tra i meandri dell’astuzia criminale e di immergersi tra le atmosfere cariche di tensione che si ritrovano tra le pagine del fumetto.

Il grande successo che ben presto investe questo fumetto “nero”, ancora oggi tra i più venduti sul mercato italiano, sta proprio nella personalità delle sue autrici: due donne belle, colte, spiritose e inquiete che non inventano “solo” una serie, ma un modo tutto loro di fare fumetto, di pensarlo, di scriverlo, di gestirlo, di viverlo, che si firmano con le loro iniziali, A. e L. Giussani, perché, nonostante gli anni Sessanta stiano portando a una nuova indipendenza, per due donne della “Milano bene” è reputato ancora sconveniente scrivere storie per adulti nelle quali il protagonista è un cattivo, diabolico criminale che riesce sempre a scappare alla legge e, come se non bastasse vive, more uxorio, con la sua bionda compagna di avventure.  

Angela e Luciana Giussani (Di Sconosciuto – Sconosciuta, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=3720349)

Angela (Milano, 1922-1987) ha il carattere forte è estroversa e ribelle. Passa con disinvoltura da una serata di gala, in abito da sera, alla guida di un aeroplano. Già, perché negli anni Cinquanta, quando le poche donne che guidano un’automobile sono guardate con curiosità e sospetto, Angela ha addirittura il brevetto di pilota d’aereo. E non solo, è una donna sportiva: va a cavallo, scia, pratica svariati sport, guida un’auto (sua). Ma soprattutto lavora sodo. All’inizio come modella per la moda e la pubblicità, poi come giornalista e redattrice. A ventisette anni sposa l’editore Gino Sansoni: un tipo pieno di idee che ha il coraggio e la sfacciataggine di mandarle in stampa tutte. Al fianco di un personaggio tanto dinamico, Angela sembrerebbe destinata a restare in ombra, e invece riuscirà addirittura a surclassarlo.

Luciana (Milano, 1928-2001), sorella minore, si avvicina al mondo dell’editoria qualche anno dopo. Apparentemente più razionale e concreta, all’inizio sembra destinata a una tranquilla carriera di impiegata. Dopo il diploma alla “scuola tedesca”, trova un buon posto di lavoro presso la Folletto. Nell’Italia del dopoguerra, un impiego fisso e ben retribuito è l’ambizione di una vita. Per Luciana, invece, è solo una fase di transizione. Perché lei non si accontenta di stare a guardare le prime avventure editoriali della sorella. E Angela sente il bisogno di coinvolgere Luciana, la cui collaborazione con la Astoria di Sansoni diventa sempre meno “esterna”. Finché quella casa editrice non diventa troppo piccola per le due Giussani, che vogliono qualcosa di più. Qualcosa di tutto loro. Così Angela si licenzia e con la liquidazione apre, nel 1960, la sua casa editrice: l’Astorina.

Apertura mostra: da giovedì a domenica dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)

Chiusura straordinaria: Venerdì 2 maggio 2025

Aperture straordinarie

21,22 e 23 aprile 2025 dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)

28,29 e 30 aprile 2025 dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)

2 giugno 2025 dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)

15 e 16 luglio 2025 dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)

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