Sarà inaugurata domani, venerdì 16 maggio, a Napoli, CasaCinema, una risposta concreta alla crisi delle sale cinematografiche, sviluppando l’idea di rendere il luogo classicamente e “devotamente” preposto alla visione di un film qualcosa di vitale e continuamente in divenire, centro di aggregazione e punto di discussione ed incontro. Una sorta di moderna agorà, dove si potrà bere un cocktail, parlare dei film visti, ma anche di libri e di ogni altro argomento inerente il mondo culturale e non solo, perché, come ci ricorda Claudio Abbado, “La cultura è un bene comune e primario, come l’acqua: i teatri, le biblioteche, i musei, i cinema sono come tanti acquedotti”.

La sala sorge in pieno centro storico, Palazzo Girasole, dietro Piazza del Gesù, dove sono ubicati gli uffici di Mad Entertainment, a cui si deve il progetto ideato da Lorenza e Carlo Stella, affiancati dalla storica socia fondatrice e produttrice Carolina Terzi. Lo street artist Jorit ha dipinto le saracinesche che daranno accesso a due sale di proiezione, Blu (90 posti) e Rossa (65 posti), alle quali si aggiunge quella denominata Caméra d’or, come il premio assegnato al Festival di Cannes alla Migliore Opera Prima,  presentata in una delle selezioni ufficiali o parallele. Quest’ultima, 50 posti, sarà dedicata ad ospitare determinati eventi e ad offrire una maggiore visibilità ad opere particolarmente significative.

Previsto poi un cocktail bar, la cui parete ospita un disegno della città di Napoli realizzato da Alessandro Rak, autore anche della sigla inerente alla nuova struttura. Il progetto, stando a quanto ho appreso leggendo vari articoli sul web, nasce dalla passione della famiglia Stella: come papà Luciano nel 1994, dando vita al Cinema Modernissimo, avviò una particolare combinazione tra innovazione e tradizione nel far sì che potessero venirsi incontro il cinema d’essai e quello, per lo più statunitense, volto al grande intrattenimento, adesso i suoi figli, Lorenza e Carlo, hanno pensato di creare un luogo che possa dar spazio alla multiculturalità, dialogare con il pubblico e promuovere determinate tipologie di film.

Promozione da intendersi, stando anche alle loro dichiarazioni, precipuamente quale discussione culturale, foriera di coinvolgimento per diverse generazioni,  sui nuovi orientamenti che stanno sviluppandosi nell’ambito della cinematografia, dall’interesse per i classici restaurati a quello per i grandi autori, europei e non, fino a comprendere le nuove proposte nascenti al di là dei confini occidentali. Quindi un occhio rivolto al cinema “classicamente” inteso, riprendendo quanto scritto ad inizio articolo,  quel magico afflusso immaginifico reso nel buio della sala, attualizzazione del mito della caverna di Platone nonché, negli anni, suggestiva macchina del tempo, capace con il suo afflato incantato di riunire più generazioni, ma anche il concedere respiro all’arte in tutte le sue forme.

Ecco allora l’offerta di un intrattenimento che sappia farsi popolare nell’andare incontro alle esigenze del territorio e dei suoi abitanti, tra inclusività e conseguente valorizzazione delle tante diversità. Il tutto in nome di un’idea di cultura  che possa offrirsi quale antidoto ad ogni stortura uniformante creata da soverchianti sovrastrutture, impalcate in virtù di convenzioni e rigidi parametri comportamentali, esprimenti spesso una presunta superiorità.

Il vostro amichevole cinefilo di quartiere invia quindi un caloroso in bocca al lupo a CasaCinema; da vecchio e inguaribile romantico quale sono credo che al nascere di ogni nuova sala cinematografica ad un angelo, in cielo o in qualche realtà alternativa al mondo terreno, spuntino le ali, citando ed adattando in chiusura quanto narrato, quale scambievole miracolo, nel film  It’s A Wonderful Life di Frank Capra, 1946. (Immagine di copertina generata con AI)

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