Cinema Zaleuco: Rocky (1976)

Ultimo appuntamento con la pubblicazione delle recensioni scritte dagli studenti partecipanti al “Laboratorio Cinema. Il potere dell’immagine”, rientrante nei PON 2021-2022 del Liceo Scientifico Statale Zaleuco di Locri (RC), nel cui ambito, dal 30 novembre dello scorso anno e fino allo scorso giovedì 10 febbraio, ho svolto attività di esperto esterno, affiancato, in qualità di tutor, dal Prof. Giuseppe Giarmoleo. Oggetto di analisi è il film “Rocky” (John G. Avildsen, 1976). Un grazie di cuore ai ragazzi per la fattiva partecipazione all’interno di un’esperienza condivisa, così come ringrazio il Prof. Giarmoleo per la preziosa collaborazione, la Dirigente Prof.ssa Carmela Rito Serafino e tutto il personale scolastico per la puntuale disponibilità.

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(NientePopcorn)

Titolo originaleRocky. Paese di produzione: Stati Uniti. Anno:1981. Genere: Drammatico/Sportivo/Sentimentale. Durata: 119 minuti. Regia: John G.Avildsen. Sceneggiatura: Sylvester Stallone. Soggetto: Sylvester Stallone. Produttore: Irwin Winkler, Robert Chartoff. Fotografia: James Crabe. Montaggio: Scott Conrad, Richard Halsey. Effetti speciali: Garrett BrownMusiche: Bill Conti. Scenografia: Bill Cassidy . Costumi: Robert Cambel. Trucco: Mike Westmore . Interpreti e personaggi: Sylvester Stallone (Rocky Balboa). Talia Shire (Adriana Pennino). Burt Young (Paulie Pennino). Carl Weathers (Apollo Creed). Burgess Meredith (Mickey Goldmill). Thayer David (Jergens). Joe Spinell (Tony Gasco). Jimmy Gambina (Mike). George Memmoli (addetto alla pista). Joe Frazier (se stesso). (W. B. III G; A. C. III G; B. C. III G) – (M. A.; G. G.; D. L. M.; S. F; L. M.; D. B.- III B; III E; III F).

Sylvester Stallone (Catawiki)

Il film che abbiamo visto Martedì 1 Febbraio al progetto di cinema si intitola Rocky. Rocky è il nome del protagonista, un tipo da strada che, per guadagnarsi da vivere, pratica il pugilato, con la grinta e la determinazione che solo un ragazzo di strada può possedere; interpreta questo ruolo perfettamente, nessuno potrebbe farlo come lui, a parte il fisico ha proprio la mascella adatta per incassare colpi. Rocky infatti sul ring le prende di santa ragione e resiste con grinta, esplodendo in seguito con tutta la sua forza. Rocky barcolla ma non molla: questo traspare dalle scene che vediamo e ce lo fa amare così tanto. Egli non possiede un gran tecnica o particolare agilità ma conquista le folle e le vittorie con il cuore. Rocky va al tappeto e poi si rialza, combatte di nuovo fino a dare tutto se stesso, fino allo stremo delle forze, ed è questo l’insegnamento che il film ci vuole trasmettere :anche i più forti possono cadere in basso, ma l’importante è avere sempre la forza di rialzarsi, solo così si diventa vincenti. (M.C.; F.C., G.A.)

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(Nerdburger)

È il 1976, e al cinema esce Rocky, un film con molte identità, a tratti drammatico, sentimentale e sportivo, ambientato nella Philadelphia di quei tempi, in America: si racconta la storia di un pugile, Rocky, che non è stato mai in grado di sfondare nel mondo dello sport, rimanendo uno di nicchia. Il suo allenatore Mickey Goldmill gli toglie l’armadietto destinato a lui, nella palestra che frequenta, poiché lo ritiene un fallimento totale. Di certo non inizia nel migliore dei modi, visto che vediamo come Rocky non solo non è mai riuscito a diventare famoso come pugile, ma anche che, per guadagnare qualche soldo, lavora per un gangster locale come strozzino. Insomma ci viene mostrato un uomo che vive alla giornata per sopravvivere più che per vivere, che non è mai riuscito a realizzare il sogno del padre, il quale, ritenendo il figlio non capace di diventare un uomo d’affari o una persona di spicco, gli disse di iniziare pugilato. Da qui a poco il nostro protagonista avrà, come lo chiamo io, il suo “momento di fortuna”, Apollo Creed, campione del mondo dei pesi massimi, deve disputare un incontro a Philadelphia per festeggiare il bicentenario d’America, ma il suo avversario subisce un infortunio: ritrovatosi senza avversario, Apollo suggerisce di dare una possibilità, ad un pugile della zona, di strappargli il titolo, come prova che l’America è il “paese delle occasioni” e tra i nomi che scorre appare Rocky, “lo stallone italiano”.

Stallone e Talia Shire (IMDb)

Rocky non troverà solamente fortuna nello sport ma anche in amore, Paulie Pennino, suo migliore amico, italo americano come lui, ha una sorella, Adriana, di cui il nostro protagonista è innamorato, che si ritroverà come sua ragazza alla fine di un appuntamento, un po’ anche forzato dal fratello; durante il Ringraziamento, Rocky la porterà a casa sua e lì la scintilla scoppierà tra i due. Soffermiamoci un attimo su Adriana: in molti film, di genere sportivo, si tende a dare importanza solamente al protagonista e non alle persone che lo circondano e quando all’inizio ho scritto che il film aveva diverse identità, intendevo dire che anche se per pochi istanti e in poche scene, si intravedono i problemi che affliggevano l’America di quei tempi, e le varie conseguenze. Il fratello di Adriana, Paulie, è un alcolizzato che lavora in mattatoio, Rocky lavora per un malavitoso. Adriana è costretta a badare al fratello, poiché non tanto intelligente, nonché violento, anche nei suoi confronti; anche l’allenatore, Goldmill, è un pugile che riuscì a fare carriera ma che non divenne famoso per l’assenza di un manager che potesse aiutarlo. Tutti personaggi che comunque hanno una loro storia e hanno subito le conseguenze di un passato pieno di sconsideratezze e sfortuna. Ed è qui che mi sono sorpreso, come Sylvester Stallone sia riuscito a scrivere un film che ti fa immedesimare in ogni personaggio, riuscendo a mettere insieme e descrivere ogni singolo ruolo: in due ore di film, ha raccontato la storia di tutti.

Stallone e Carl Weathers (Vanity Fair)

Ritroviamo quindi Rocky che si allena senza sosta, grazie anche all’aiuto del suo allenatore, e si innamora ancora di più di Adriana; quest’ultima lo incoraggia ad andare avanti e continuare ad allenarsi. Di certo però Apollo non la prende tanto sul serio, prendendolo più come un incontro per fare spettacolo. Ed è in questo momento che ci ritroviamo un Rocky dubbioso, un uomo che sa già di perdere ma che non si arrende; la sera prima dell’incontro si dirige sul ring ed è lì che decide che il suo obiettivo non sarà mettere K.O. Apollo, ma resistere tutti e 15 i round, una decisione che all’inizio non ho capito, sinceramente, ma che poi ho subito compreso nel finale, in cui si vedrà il nostro Rocky, stremato e ferito per i colpi di Apollo, che, come il nostro protagonista, è mezzo svenuto per i colpi subiti. Proprio in questa parte del film si ha forse una delle scene più iconiche della storia del cinema, Rocky che grida “ADRIANA” a squarcia gola, non gli importa niente della vittoria o della sconfitta, ma solamente di rivedere la donna che lo ha sostenuto, promettendogli amore: ed è qui che si vede un uomo che all’inizio del film era “nessuno” diventare “qualcuno”, un pugile che non valeva niente resistere contro il campione del mondo per ben 15 round, mostrando al mondo che tutti possono avere un occasione per diventare qualcuno nel mondo ed entrare nella storia. Un momento che io ho trovato emozionante e coinvolgente, minuti interminabili in cui si finisce per tifare Rocky, insomma uno dei pochi film che è riuscito a farmi stare attaccato allo schermo.

(FilmAffinity)

Un film di questo genere, in cui il pugilato era molto più famoso a quei tempi, in cui era più crudo e violento, uno sport di questo tipo viene usato come incitamento a fare meglio nella vita, e a sfruttare le occasioni che ci arrivano, di impegnarci al massimo: soprattutto di questi tempi, in cui si hanno sempre più casi di persone che non ce la fanno più, che non hanno un motivo per andare avanti nella vita, questo film insegna di aspettare e impegnarsi nel mentre, così da poter migliorare ed avere la propria occasione per spiccare il volo. Non da consigliare, ma da far guardare a forza: all’inizio, onestamente, non vi attirerà subito, ha un’atmosfera cupa e non molto felice, ma andando avanti scoprirete come un film di questo genere può davvero spronarvi ad alzarvi dal vostro letto e fare qualcosa di più produttivo, come andare a camminare. Il voto da dare a questo film è assolutamente 10/10, gestito benissimo, ogni scena è girata in modo impeccabile, ti fa sentire ogni emozione che gli attori mettono nelle loro battute, ogni singolo frame di quel film vi farà immedesimare e finirete davvero per fare il tifo per un personaggio che, anche se in un film, vi darà delle lezioni di vita davvero importanti. (C. D.N., IV A)


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