É disponibile online la 64ma puntata di Magnifica Ossessione, rubrica a cadenza mensile su Diari di Cineclub Radio curata dallo scrivente, dedicata al mondo del cinema, ai suoi autori ed interpreti. Questo mese, per ricordare l’attrice Diane Keaton, che ci ha lasciato lo scorso 11 ottobre, ma anche per festeggiare le 90 primavere del buon vecchio Woody, condivideremo l’analisi del film Annie Hall, punto di svolta della carriera registica di Allen rispetto alle farse degli esordi, spesso esili e sgangherate, per quanto spassose nella loro miscellanea fra toni surreali, slapstick e battute fulminanti, eredità dei trascorsi televisivi e cabarettistici d’inizio carriera. Annie Hall aprirà la strada a nuovi toni riflessivi ed autoriflessivi, misti ad  auto indulgenza, ponendo in essere un felice binomio fra regia, volta alla libertà creativa, ed un attento, calibrato, lavoro di scrittura.

Specifico elemento di novità, che da qui in poi andrà a caratterizzare buona parte delle produzioni americane rientranti nel genere, una forte connotazione psicologica: i contrasti fra la coppia non risultano determinati infatti da accadimenti esterni, bensì dalla manifestazione delle rispettive nevrosi, che si palesano mano a mano. Il personaggio di Annie è  reso dalla Keaton con evidente senso di immedesimazione (il cognome, Hall, è quello vero dell’attrice), tanto nel riportare sulla scena una curiosa alternanza tra improvvisa euforia ed elusività, quanto in un abbigliamento a dir poco stravagante, a suo modo irriverente, rispecchiante comunque una personalità piuttosto “sussultoria”.

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