Sceneggiato e diretto da Nora Ephron, sulla base dell’ autobiografia di Julia Child My life in France e del romanzo di Julie Powell che dà il titolo al film, Julie & Julia si svolge su due piani paralleli, in un arco temporale differente, intrecciando i destini comuni di due donne diverse. 1949, Parigi: Julia Child (Meryl Streep) è giunta in Francia dall’ America insieme al marito Paul (Stanley Tucci), diplomatico, un uomo che la comprende ed asseconda ogni suo desiderio, spingendola, viste la sua voglia di dedicarsi a qualcosa che la possa realizzare e la sua passione per il cibo, ad iscriversi a una scuola di cucina.
E così Julia frequenta un corso di Cordon Blue, diviene particolarmente brava, insegnante lei stessa insieme ad alcune amiche, arrivando a scrivere un libro di ricette francesi che viene pubblicato in America. Tornata in patria, approda in tv, divenendo sia con il libro che con il programma televisivo, l’icona di tutte quelle casalinghe (e casalinghi) che non si rassegnano agli autoctoni scempi culinari. 2002, Queens, New York : la giovane Julie Powell (Amy Adams), si è appena trasferita con il marito Eric (Chris Messina), in uno squallido appartamento sopra una pizzeria, lavora come telefonista in un call center, ma è insoddisfatta, sente che la sua vita, le sue aspirazioni (la mancata pubblicazione di un libro alle spalle) le stanno sfuggendo di mano.
Spinta dal marito, darà sfogo alla sua passione per la cucina, affrontando una sfida con sé stessa: entro il termine perentorio di un anno si cimenterà con le 254 ricette scritte da Julia Child nel suo famoso best-seller Mastering the art of French cooking, documentandone preparativi e risultati sul suo blog. Tra ansia ed incomprensioni di coppia, lotte con pentole e cibo in uno sgangherato cucinino, anche per Julie arriverà il momento del successo, con la pubblicazione di un libro.
Se la sceneggiatura e la regia sono prive di slanci particolari, straordinaria è la performance della Streep, tanto che più che ad un’ integrazione tra le due storie, sembra di assistere a due film differenti: l’attrice dà la giusta caratterizzazione al personaggio senza eccedere nella caricatura, lascia da parte il suo fascino per apparire goffa, over-size, con una pettinatura demodé, indossando ridicoli cappellini, con una voce chioccia e gridolini di giubilo nel complesso ben resi dal doppiaggio italiano.
Oltre le spontanee risate, riesce anche a rappresentare la rivoluzione attuata da Julia, trasformare la cucina, vista all’epoca come uno dei “doveri” della donna, in qualcosa di creativo ed edonistico, spensierato e liberatorio (splendida la sequenza dello show in tv in cui deve rivoltare il contenuto di una tortiera e questo casca giù: lo rimette dentro, sghignazzando: “tanto siamo sole in cucina, non ci vede nessuno”).
Quando invece la vicenda si incentra sulle vicende di Julie-Amy Adams, il confronto appare impietoso, per quanto la sua recitazione sia sicuramente valida (con qualche eccesso di mossette ed occhioni sgranati), così come paragonare le due figure maschili, l’intenso Stanley Tucci e lo scialbo Chris Messina. In termini culinari, una commedia sufficientemente gustosa, con i giusti ingredienti, ben allestita e presentata, alla quale Meryl Streep riesce a dare la giusta consistenza e sapidità.





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