Paolo Fiorino, celebre attore calabrese, nativo di Palmi, è tornato nella sua terra, a Petilia Policastro, per calarsi con l’abituale professionalità e padronanza interpretativa in un ruolo particolarmente intenso, il frate centenario Nicola Mauro, nel cortometraggio diretto dal regista Masino Medaglia Corto spina, incentrato sulla storia di una reliquia, la Sacra Spina, facente parte della nota “corona” che fu calcata sul capo di Gesù il giorno della sua condanna a morte, custodita appunto a Petilia Policastro, nel santuario che le è dedicato.

Fiorino, che ha da poco festeggiato i cinquanta anni d’attività, può vantare una carriera artistica estremamente completa, all’insegna di una camaleontica ecletticità, come si può notare nel corto Attimi di fuga, regia di Umberto Innocenzi, che traendo ispirazione dal libro biografico Piccole fughe, scritto dall’attore insieme a Isabella Serra (editrice Beta), visualizza la profonda intimità di un uomo dedito alla famiglia, che riesce ad intrecciare la propria vita con un percorso cinematografico ed artistico in generale sempre in divenire, che non finisce mai di stupire.

Dopo aver frequentato l’Accademia d’Arte Drammatica Alessandro Fersen, debutta al cinema nel ’58, il ruolo di un ladro nel film Perfide…ma belle, regia di G. Simonelli, per proseguire con film sempre più importanti (Polvere di stelle, ’74, regia di Alberto Sordi), arrivando a Fellini (Prova d’orchestra, ’78; Intervista, ’83) e Avati (recita in ben sette film del regista bolognese, da I cavalieri che fecero l’impresa, 2001, al recente Gli amici del Bar Margherita, 2008, dove interpreta uno dei fratelli Aliprandi, passando per Il cuore altrove o La rivincita di Natale, entrambi del 2002), ma lo si può notare anche inThe gangs of New York, 2001, di Martin Scorsese, dove è “Smart man”, giusto per toccare i punti salienti di una carriera all’insegna di un’alta professionalità che lo ha portato ad affermarsi anche in televisione e in teatro.

In tv debutta nel ruolo di Don Gianni nello sceneggiato Noi Lazzaroni, ’77, regia di G. Pelloni, per poi affermarsi in altre produzioni quali Il furto della Gioconda (R. Castellani, ’78) e soprattutto negli sceneggiati diretti da D. Montemurri (Il barone e il servitore, ’78; Accadde a Zurigo, ’80), che ne valorizza al meglio le doti interpretative, per approdare al recente mondo delle fiction da Orgoglio a Gente di mare o Artemisia Sanchez, sino all’ultimo ruolo, quello del maggiordomo di fiducia del “padrino” interpretato da Ben Gazzara ne L’onore e il rispetto 2; sul palcoscenico poche ma notevoli ed intense interpretazioni (per brevità espositiva mi limito a ricordare Lumiè di Sicilia, di Pirandello, per la regia di M. Collini, Yerma di Lorca, stesso regista, Il Vangelo seconno noantri di Bartolomeo Rossetti, regia di M.Costan, dove interpreta Cristo); è stato poi anche protagonista di trasmissioni radiofoniche e spot pubblicitari.

Insignito di numerosi premi (l’ultimo gli è stato conferito nell’anno in corso dal Comune di Reggio Calabria), Paolo Fiorino rappresenta un buon motivo “d’orgoglio cinematografico” in quanto testimone di una Calabria che non solo crede nei propri sogni, ma riesce a realizzarli consapevole delle proprie capacità, trasformandoli in una felice realtà.

Una replica a “Paolo Fiorino, la felice realtà di un sogno”

  1. […] scorrendo la quale risaltano tanto estrema compiutezza quanto una notevole ecletticità (Paolo Fiorino,orgoglio calabrese), è un uomo profondamente sensibile, particolarmente dedito alla famiglia, che è riuscito ad […]

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