E’ morto a New York, sua città natale, all’età di 81 anni, l’attore Ben Gazzara, americano ma di origini italiane (i suoi genitori erano emigranti siciliani).
Biagio Anthony Gazzara, il suo vero nome, si avvicinò piuttosto giovane al mondo dello spettacolo, unendosi ad una compagnia teatrale, frequentando per due anni l’università per poi lasciarla, dedicandosi all’ Actor’s Studio ed iniziare, a partire dagli anni cinquanta, a prendere parte ad alcune produzioni messe in scena a Broadway, facendosi notare ne La gatta sul tetto che scotta, di Tennessee Williams, dove interpretava, diretto da Elia Kazan, il ruolo di Brick, poi portato al cinema da Paul Newman, nella trasposizione ad opera di Richard Brooks.

La prima apparizione sul grande schermo risale al 1957, Un uomo sbagliato (The Strange One, Jack Garfein), apparendo poi in vari film, tra i quali si possono certamente ricordare titoli come Anatomia di un omicidio, Otto Preminger o Risate di gioia, Mario Monicelli, anche se sarà la collaborazione con il regista John Cassavetes a dar vita alle sue interpretazioni migliori (Mariti, Husbands, ’70; L’assassinio di un allibratore cinese, The Killing of a Chinese Bookie, ’76, La sera della prima, Opening Night, ‘77).

Tra gli anni ottanta e novanta Gazzara alternò la sua attività tra cinema e televisione (…e tutti risero, ’81, Peter Bogdanovich, Una gelata precoce, An Early Frost, ’85, tv movie incentrato sul tema dell’Aids), anche in Italia (Storie di ordinaria follia, 81, Marco Ferreri, Il camorrista, ’86, primo film di Giuseppe Tornatore, Don Bosco, Leandro Castellani), lavorando sino all’ultimo pur ricoprendo sempre piccole parti, essenzialmente come pregevole, intenso, caratterista, anche se in pellicole di prestigio, come The Big Lebowsky dei Fratelli Coen, ’98 o Dogville, 2003, Lars Von Trier.

2 risposte a “Addio a Ben Gazzara”

  1. Un attore estremamente valido e molto amato dal pubblico. Una carriera lunga la sua, dove ha ricoperto i ruoli più svariati dimostrando grande versatilità. Notevole la sua prova in “Anatomia di un omicidio” di Preminger che hai citato nel tuo articolo. Popolare anche in Italia per via di ottimi film come “Il camorrista” di Tornatore. Personaggio indimenticabile.

    Cari saluti e complimenti per il blog!
    Francesco

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    1. Condivido in pieno. Uno di quei personaggi piuttosto defilati ma estremamente professionali, capace di passare con disinvoltura ed eguale resa scenica da ruoli di protagonista a quelli di caratterista, sempre lasciando il segno. Il pubblico lo ha premiato. Grazie per i complimenti, cari saluti.

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