“Ma cosa mi dici mai…”

Maria Perego, Topo Gigio e Peppino Mazzullo (Pinterest)

Appartengo ad una generazione che, citando quanto esternavano i protagonisti di Marrakech Express (Gabriele Salvatores, 1989), può vantare molti ricordi in bianco e nero: fra questi si staglia indelebile l’immagine di un topino antropomorfo dalle grandi orecchie, capelli  a caschetto, un bel paio di baffoni, due denti sporgenti ed un inconfondibile tono di voce, pronto ad esternare un fanciullesco senso di stupore, tra ironia e poetico disincanto, nei riguardi degli avvenimenti dei quali si trovava a discorrere, da solo o in compagnia di umani famosi, quali Raffaella Carrà o Cino Tortorella, esternando il frequente intercalare “ma cosa mi dici mai…”, senza dimenticare riferimenti a suon di proverbi, “come diceva mio nonno Teodoro…”,  alla saggezza di un tempo prossimo a sparire, perso nelle nebbie del “logorio della vita moderna”.

Topo Gigio (Libero Blog)

Il nome del personaggio è Topo Gigio, tecnicamente un burattino, la cui ideazione e costruzione, con la collaborazione del marito Federico Caldura, fa capo alla geniale Maria Perego, che ci ha lasciato ieri, giovedì 7 novembre (Venezia, 1923); era lei, vestita di nero, a  dare le movenze al tenero roditore, ispirato al Mickey Mouse disneyano ma anche alla tradizione italica e alle realizzazioni di Jiří Trnka, mentre la voce era di Peppino Mazzullo (a partire dal 1961, quando esordì, nel 1959, all’interno della trasmissione Alta fedeltà, gliela fornì Domenico Modugno). Tra i protagonisti, nel 1961 di Carosello, Topo Gigio divenne presto oggetto di merchandising e protagonista di film, fumetti, cartoni animati, varietà, varcando i confini nazionali (celebri le sue partecipazioni, ben 92, al The Ed Sullivan Show della rete americana CBS), testimone di una vivida creatività che, innovando, ha saputo amalgamare fantasia e realtà in una sospensione dal sentore magico, attraversata da un’ingenuità di fondo la quale non è altro che una diversa modalità di approcciarsi al creato, nella riscoperta di quella purezza propria di un bimbo in procinto d’iniziare la sua avventura nel mondo. Grazie, Maria.


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