Dal 30 novembre dello scorso anno sto svolgendo attività di esperto esterno nell’ambito del “Laboratorio Cinema. Il potere dell’immagine”, rientrante nei PON 2021-2022 del Liceo Scientifico Statale Zaleuco di Locri (RC), affiancato, in qualità di tutor, dal Prof. Giuseppe Giarmoleo. Un’esperienza cui non sono nuovo, ma che ogni volta va a delineare un concreto e reciproco arricchimento: gli studenti acquisiscono inedite conoscenze o soddisfano qualche curiosità che possa stimolarli lungo il cammino e lo scrivente apprende sempre qualcosa di nuovo riguardo le modalità dei ragazzi di approcciarsi alla realtà, culturale nello specifico. Da elemento esterno ho quindi potuto constatare come il sistema scolastico sia stato ulteriormente scosso dalla deflagrazione della nota emergenza sanitaria, tra sconcerto e confusione, ma abbia comunque retto botta, come si suole dire, mentre i ragazzi rispetto a qualche anno addietro mi sono sembrati più confusi, confinati in un eterno presente che non solo sembra voler dimenticare il passato ma appare anche incatenato ad una mancata prospettiva verso il futuro.
Il gruppo di studenti aderenti al citato laboratorio si è dimostrato piuttosto interessato alle tematiche finora proposte, inerenti alla storia del cinema e alla costruzione propria di un film (dal soggetto alla sceneggiatura, fino all’allestimento tecnico ed attoriale e al montaggio), mentre riguardo la proposizione di titoli in proiezione qualche aggiustamento in corso d’opera si è reso necessario, così da garantire una maggiore fruibilità e un adeguato coinvolgimento per andare a comporre delle recensioni relative a quanto visto, alcune delle quali saranno ospitate sul blog, a partire da Frankenstein Junior di Mel Brooks. In chiusura, una personale considerazione: ritengo che il cinema debba divenire materia d’insegnamento, non solo per conferire nuova linfa alla forza che gli è stata sempre propria di “sogno condiviso” ma anche, se non soprattutto, per consentire ai giovani di recuperare un provvido senso immaginifico e, al contempo, volgere uno sguardo critico alla continua e veloce evoluzione cui è soggetta la realtà che li circonda.
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Struttura crediti, Classe III B, III E, III F (B. D.; D. L. M.; F. S.; G. G.; M. L.; M. A.)
Titolo originale: Young Frankenstein. Paese di produzione: Stati Uniti. Anno: 1974. Genere: horror – commedia. Durata: 105 minuti. Regia: Mel Brooks. Sceneggiatura: Gene Wilder, Mel Brooks. Soggetto: Mary Shelley. Produttore: Michael Gruskoff. Fotografia: Gerald Hirschfeld. Montaggio: John C. Howard Effetti speciali: Henry Millar, Jr., Hal Millar. Musiche: John Morris. Scenografia: Dale Hennesy. Costumi: Dorothy Jeakins. Trucco: William Tuttle. Interpreti e personaggi: Gene Wilder (Dott. Frederick von Frankenstein). Marty Feldman (Igor). Cloris Leachman (Frau Blücher). Kenneth Mars (Isp. Hans Wilhelm Friederich Kemp). Liam Dunn (Sig. Hilltop). Gene Hackman (eremita cieco). Madeline Kahn (Elizabeth). Peter Boyle (La Creatura). Teri Garr (Inga). Richard Haydn (notaio Gerard Rosenthal, Herr Falkstein nella versione originale). Classe III B, III E, III F (B. D.; D. L. M.; F. S.; G. G.; M. L.; M. A.)
Recensione di C. D. N. – Classe IV A
Frankenstein Junior, film del 1974 diretto da Mel Brooks, è un film parodia dei vecchi film che si ispiravano al mostro di Mary Shelley. Esso infatti non è il solito thriller che racconta la storia di un mostro triste e abbandonato a se stesso e ai suoi sentimenti, al contrario troviamo una creatura confusa e impaurita dal mondo esterno perché non capisce dove andare, sembra abbia la mente di un bambino più che di un mostro che non comprende la natura umana ed è curioso di conoscerla. Ma come abbiamo detto prima, abbiamo un film parodia-comico che non ha lo scopo di far riflettere il suo spettatore ma al contrario di farlo ridere, tramite scene comiche e transizioni che passano da situazioni serie a episodi imbarazzanti, come la fidanzata di Frankenstein, Elizabeth, che arrivata dal suo fidanzato per una sorpresa e viene rapita dal mostro di cui si innamora perdutamente, o l’incontro con l’eremita cieco che scambiando la creatura per un muto scambia a sua volta il suo dito per un sigaro facendolo fuggire per la paura del fuoco.
Ritroviamo anche altri personaggi, quali il servo del nonno di Frankenstein, “Aigor”, il dottore che si fa chiamare Frankenstin, perché odiava le ipotesi del nonno, si ritrova in un castello donatogli dallo stesso, con degli appunti per dare la vita ai cadaveri datigli da Inga, la sua nuova assistente. Di certo non può mancare Frau Blucher che, ironicamente, fa nitrire tutti i cavalli del castello, facendo ridere più che inquietare. I personaggi nonostante sia un film parodia sono ben delineati e hanno tutti una propria personalità e un proprio modo di far ridere lo spettatore, anche nel modo in cui si presentano e si comportano. Dura circa un’ora e mezza ma anche essendo un lungometraggio riesce a essere scorrevole, più che far paura appunto fa ridere.
Il film è dettagliato e descrive con un fine comico ogni punto dei vecchi film di Frankenstein, dall’aspetto dei personaggi ai luoghi ai comportamenti e alle situazioni, risulta essere anche originale visto che il finale è diverso, con il cervello del mostro riparato trasferendo un po’ dell’intelligenza del dottore nel suo cervello e il matrimonio del mostro con Elizabeth, che adesso si ritrova un marito colto e dotato; lo stesso vale per Inga, l’assistente, che si sposerà con il dottore. Dall’inizio alla fine, come ho già detto, sembra che il tempo scorri veloce e nonostante abbia più di 50 anni oramai, è fatto molto bene con gli effetti speciali di quei tempi che gli danno un punto in più, facendolo sembrare più demenziale. La storia poi, storpiata dalle trame dei vecchi film, dà un’identità unica allo stesso: nonostante dovesse essere quindi una parodia si è ritrovato ad essere un film comico e originale.
Lo consiglierei a coloro che guardano horror, poiché sarebbero i più adatti a cogliere le citazioni del film, ma è anche adatto secondo me a coloro che si vogliono avvicinare al genere comico e demenziale, l’unico difetto che potrebbe avere è appunto l’età ma come detto prima, il fatto che sia stato prodotto non con gli strumenti di oggi gli dà quel tocco di assurdità in più che lo rende ancora più spassoso; non ho neanche citato tutte le scene comiche del film, perché sono davvero tante, nonché divertenti e originali. Secondo il mio parere questo è un film da 8/10, un capolavoro del cinema che ho apprezzato ma che non mi ha eccitato più di tanto proprio per l’insensatezza di alcune scene, che dopo un po’ risultano quasi prevedibili, ma che di certo non spezzano la comicità del film ma, anzi, la fanno continuare ancora e ancora.(C. D. N.-Classe IV A )
Una risposta a "Cinema Zaleuco: Frankenstein Junior (Young Frankenstein, 1974)"