
Il compositore e polistrumentista greco Vangelis (Evangelos Odysseas Papathanassiou, Agria, 1943) ci ha lasciato lo scorso martedì, 17 maggio. Raggiunse la grande popolarità grazie alla composizione di suggestive colonne sonore, nella suadente, quasi ipnotica, combinazione fra motivi raffinati e timbrica d’atmosfera, con l’impiego sia di strumenti classici che elettronici, anche in combinazione con le voci umane (1492: Conquest of Paradis, 1992, Ridley Scott).
Classico bambino prodigio, iniziò a comporre all’età di quattro anni e a sei diede il via alle esecuzioni in pubblico, nonché altrettanto classico genio ribelle, considerando il suo essere autodidatta riguardo la maggior parte delle conoscenze musicali, non avendo mai voluto prendere lezioni ed essendo sprovvisto, almeno a quanto ho appreso dalla lettura di vari testi, di una conoscenza base riguardo lettura e scrittura di note musicali, Vangelis debuttò come compositore per il grande schermo nel 1970 (la colonna sonora di Sex Power, Henry Chapier), dopo i trascorsi, nei primi anni sessanta, col gruppo pop Forminx, da lui fondato, piuttosto popolare in Grecia, mentre nel corso della rivolta studentesca del 1968 si trasferì a Parigi e costituì il gruppo di rock progressivo Aphrodite’s Child con Demis Roussos e Loukas Sideras, vincendo l’Oscar nel 1982 per la colonna sonora di Momenti di gloria (Chariots of Fire, Hugh Hudson, 1981).





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