40mo Torino Film Festival: il ritorno in sala, tra cultura e socialità

La quarantesima edizione del Torino Film Festival si svolgerà dal 25 novembre al 3 dicembre sotto l’egida del Museo Nazionale del Cinema, presieduto da Enzo Ghigo e diretto da Domenico De Gaetano, con la direzione artistica di Steve Della Casa, che torna a dirigere la manifestazione a distanza di vent’anni. Consulenti della Direzione Artistica sono Luca Beatrice, Claudia Bedogni, Giulio Casadei, Antonello Catacchio, Massimo Causo, David Grieco Grazia Paganelli, Giulio Sangiorgio, Caterina Taricano, Luigi Mascheroni, Paola Poli, Alena Shumakova e Luciano Sovena. Questa edizione segna il ritorno in sala del pubblico e a partire da tale prospettiva sono stati concentrati tutti gli sforzi proprio come scelta strategica da parte del Museo Nazionale del Cinema. Ecco allora la novità di Casa Festival, una cittadella del cinema aperta al pubblico e situata nel suggestivo scenario della Cavallerizza Reale nel centro di Torino, a suo modo simbolica: si vuole coinvolgere la città, fare in modo che gli addetti ai lavori e gli artisti si mescolino con il pubblico, in linea con la grande tradizione del Festival. La scelta di affidare l’immagine della quarantesima edizione a un artista di fama internazionale come Ugo Nespolo va nella stessa direzione. Nespolo ha molto frequentato il cinema e, per creare l’immagine di questa quarantesima edizione, ha voluto rendere omaggio ai grandi miti dell’immaginario cinematografico, così da realizzare elementi pop che vestiranno la città nei giorni della kermesse. E anche la scelta di affidare l’inaugurazione ad un gala al Teatro Regio, nel quale Hollywood Party (la storica trasmissione di cinema di Rai Radio3) parlerà a modo suo e con ospiti prestigiosi di un tema accattivante come il rapporto tra i Beatles, i Rolling Stones e il cinema, è una scelta al tempo stesso originale e pop, con interviste e filmati rari o inediti che saranno visibili per il pubblico in sala e disponibili in audio per i radioascoltatori. I due gruppi più famosi del pop inglese hanno infatti un rapporto molto intenso con il cinema, che li ha visti attori e produttori nonché ovviamente autori di colonne sonore.

Malcolm McDowell (Wikiquote)

Un rapporto che sarà analizzato dai conduttori di Hollywood Party assieme a Malcolm McDowell, Noemi, Vincenzo Mollica, John Vignola, Francesco De Gregori e altri ospiti che si aggiungeranno. Madrina del festival sarà Pilar Fogliati, brillante talento dello spettacolo italiano tra piccolo e grande schermo, che ha scelto il TFF per la sintonia con la sua attività di attrice e autrice. Tanti saranno gli ospiti, molto diversi tra loro ma tutti accomunati da un filo rosso, ovvero il voler parlare di cinema (del cinema che fanno o di quello che amano) di fronte a un vasto pubblico di appassionati. Dal citato Malcolm McDowell (che festeggerà a Torino i 50 anni di Arancia meccanica e riceverà dal Museo Nazionale del Cinema la Stella della Mole) a Paola Cortellesi, da Toni Servillo a Mario Martone, da Stefano Bollani a Valentina Cenni, da Paolo Sorrentino a Sergio Castellitto, da Michele Placido a Noemi, da Francesco De Gregori a Marco D’Amore, da Marina Cicogna a Simona Ventura, da Vittorio Sgarbi a Morgan, da Gianluca Vialli a Roberto Mancini, da Louis Mandoki a Lamberto Bava: storie e idee diverse, tutte accomunate da un incontro pubblico e da un grande amore per la settima arte. Poi ci sono i film. Tanti esordi e anteprime internazionali, senza sottovalutare le intersezioni, in particolare con la Film Commission, il Torino Film Lab e con il Torino Film Industry che quest’anno vedrà il TFF impegnato in prima persona. Da sempre attento ai temi della sostenibilità ambientale il Torino Film Festival ribadisce la volontà ad impegnarsi in tal senso facendo proprie le buone pratiche indicate nella Guida Festival Green realizzata dall’AFIC (Associazione Festival Italiani Cinema) e relative a 10 aree tematiche di intervento, dalla mobilità ai consumi energetici, passando per la sostenibilità alimentare e la produzione di un merchandising ecologico e riciclabile. Il Concorso Internazionale Lungometraggi è composto di dodici film (opere prime, seconde o terze), sorrette da una visione del cinema che naturalmente si spinge verso il futuro, ma con radici ben salde e storie volte a coinvolgere il pubblico.

(Cineuropa)

Nuovi autori, com’è tradizione del Torino Film Festival, probabili maestri di domani, con il loro sguardo empatico sul reale, eccentrico, drammatico, politico, ribelle, dirompente, irriverente, connotando ogni film di un valore particolare e universale al tempo stesso, perché racconta storie in cui è facile identificarsi, ma che sanno essere strumento di riflessione sull’uomo, le società e i meccanismi relazionali in contesti e in paesi diversi. Un vero e proprio giro del mondo, dal Giappone alla Romania, dal Canada agli Stati Uniti, ma anche Svizzera, Ucraina, Nicaragua, Francia, Spagna, Argentina, Italia e Serbia. I nostri colori saranno qui rappresentati da La lunga corsa di Andrea Magnani, coproduzione con l’Ucraina, mentre fra gli altri titoli presenti in cartellone si possono citare War Pony di Riley Keough (USA),  Falcon Lake di Charlotte Le Bon (Francia/Canada); Kristina di Nikola Spasic (Serbia); Nagisa di Takeshi Kogahara (Giappone); Pamfir (Ucraina/Francia/Polonia); Rodeo di Lola Quivoron (Francia); Unrest di Cyril Schäublin (Svizzera). La Giuria risulta composta da Nella Banfi, produttrice, sceneggiatrice (Italia/Francia), Fabio Ferzetti, critico cinematografico (Italia), Mike Kaplan, produttore (USA), Fernando E. Jaun Lima, presidente Festival Internacional de Cine de Mar del Plata (Argentina), Martina Parenti, regista (Italia). Il Concorso Documentari Internazionali prevede otto film in cartellone ed è stato concepito come una mappatura delle forme possibili, delle certe tendenze del “cinema del reale”, accogliendo film da tutto il mondo (dal Brasile al Portogallo, dall’Australia all’Argentina, dal Libano alla Cina), proponendo modi divergenti (dal documentario animato a quello d’osservazione, dal commento su materiale d’archivio al reenactment, dalla sinfonia della città alla passeggiata), ma anche passando tra toni e registri opposti, umori da commedie o angosce apocalittiche. La Giuria vede quali componenti Massimo D’Anolfi, regista (Italia), Uljana Kim, produttrice (Lituania), Miguel Valverde, produttore (Portogallo). Otto titoli vanno anche a comporre l’offerta della sezione Concorso Documentari Italiani, cui si aggiunge la sezione Fuori Concorso. Uno sguardo sulla realtà contemporanea ripensando il passato, elaborando le esperienze soggettive e dialogando coi miti. Componenti della Giuria: Chiara Bellosi, regista (Italia), Alessandro Rossetto, regista (Italia), Dario Zonta, produttore, critico cinematografico (Italia).

(InsideTheShow.it)

Spazio Italia è la sezione competitiva dedicata ai cortometraggi italiani, tradizionalmente considerata come una palestra vivace e dinamica all’interno della quale osservare i primi movimenti e le sperimentazioni iniziali di giovani autori che si affacciano al mondo del cinema, mescolandoli, in alcuni casi, alle prove di registi più noti, così da alimentare un circolo virtuoso in cui non solo far convivere generazioni differenti, ma anche poter proporre al pubblico una selezione versatile di opere dagli approcci diversi, accostando felicemente il cinema narrativo a quello più sperimentale. Seguendo queste coordinate sono stati pensati quindi tre programmi di film per i diciotto titoli che compongono la sezione, divisi in tre giornate, mentre Fuori Concorso è inserito Essere oro di Valentina Cenni, esempio di una collaborazione ad alto livello (il film vede coinvolti Stefano Bollani, Luca Bigazzi, Giorgio Tirabassi) che rende il corto una vera e propria case history e che come tale sarà presentata. Spazio aperto per eccellenza, il Fuori Concorso del Torino Film Festival presenta quest’anno una selezione particolarmente ricca e articolata in diverse sezioni, così da delineare una mappatura delle principali linee di tendenza del cinema contemporaneo. Quattro i pilastri attorno a cui ruota la sezione: il ritorno dei grandi autori e amici del festival (Werner Herzog, Aleksandr Sokurov, Jerzy Skolimowski, Alain Cavalier, Lav Diaz, Antonio Rezza, Sebastien Betbeder, Daniele Vicari, Christophe Honoré, Pappi Corsicato, Alain Guiraudie); la scoperta o la conferma di una nuova promettente generazione di cineasti internazionali (Santiago Mitre, Davy Chou, Hlynur Palmason, Alain Ugetto, Chie Hayakawa); il cinema di genere, declinato in tutte le sue possibili formulazioni e la produzione hollywoodiana della stagione, tra cui gli attesissimi Empire of Light di Sam Mendes, She Said di Maria Schrader e Daliland di Mary Harron. Senza dimenticare la serialità televisiva italiana (Bad Guy di Giancarlo Fontana e Il nostro generale di Lucio Pellegrini e Andrea Jublin) e l’omaggio a Mike Kaplan, produttore di Robert Altman, che al festival presenterà due documentari realizzati negli anni novanta, tra cui Luck, Trust & Ketchup sulla lavorazione di America oggi.

(Wikipedia)

Le narrazioni proposte in Nuovi Mondi descrivono invece universi poetici e ricerche espressive capaci di aprire gli occhi dello spettatore, proponendo tredici film che seguono tanto la linea di autori affermati quanto la tendenza di registi più giovani, per uno spettro espressivo ampio, al pari di quello tematico. Il titolo originale dell’horror The Crazies diretto nel 1973 da George A. Romero (La città verrà distrutta all’alba), assoluto protagonista dell’edizione numero 20 del TFF, quando era stato ospite, fornisce lo spunto per proporre una selezione importante su quanto di nuovo si sta verificando nella produzione horror a livello mondiale. La sezione, Crazies per l’appunto, curata da Luciano Sovena e realizzata in stretto contatto con il network Blood Window, proporrà film, in concorso e fuori concorso, che provengono da pareri e da esperienze molto diverse e capaci di declinare in modo eccentrico i codici del genere. La sezione, novità assoluta di questa edizione, è impreziosita dalla presenza fuori concorso di maestri come Luis Mandoki e di omaggi come quello dedicato a Josè Mojica Marins, re dell’horror brasiliano. Back To Life, la sezione che letteralmente riporta alla vita opere che per vari motivi hanno segnato un passaggio importante nella storia del cinema, propone titoli prestigiosi segnalati all’attenzione del pubblico grazie al lavoro e alla dedizione delle più importanti cineteche italiane ed estere. Uno zapping cronologico tra grandi capolavori e piccoli diamanti del cinema indipendente, eleggendo quale territorio privilegiato della ricerca l’Italia. Numerosi sono infatti i film dimenticati della nostra storia del cinema, titoli che in certi casi hanno dovuto sopportare inaudite difficoltà realizzative o distributive, o che al contrario, grazie alla loro capacità di sperimentazione, hanno aperto la strada all’affermarsi di nuovi linguaggi. Mezzogiorno di fuoco propone otto film di culto per gli appassionati del genere western, ma poco noti al grande pubblico, con una scelta incentrata sul periodo d’oro del western statunitense, per una selezione che va da 1938 al 1960, mettendo volutamente da parte grandi nomi o opere ormai canonizzate.

(IMDb)

Niente John Ford quindi, o Mann, Boetticher, Hawks: al loro posto, solidi mestieranti come Ray Enright (Coroner Creek/Il pugnale del bianco, 1948) o Lesley Selander (Shotgun/Canne infuocate, 1955), o autori di cult-movies (sempre e rigorosamente “di serie B”) come Joseph H. Lewis. Al posto di John Wayne, Gary Cooper o James Stewart troviamo invece Randolph Scott, Joel McCrea o Sterling Hayden, che al western hanno dedicato gran parte delle loro carriere. I film presentati hanno tutti qualche peculiarità, che li rende in qualche modo “eccentrici”: un eroe che non impugna la pistola ma un arpione da balena, un diffuso erotismo solitamente alieno al genere, una durezza insolita o al contrario una dolcezza agreste, un cast di soli attori nani o una trama che non prevede nemmeno un proiettile sparato. Opere che talvolta si rifanno a modelli di maggiore successo, o che al contrario li anticipano. Uno sguardo inedito su un genere che in quegli anni non era solo il “cinema americano per eccellenza”, ma soprattutto un laboratorio inesauribile di invenzioni, sperimentazioni formali e narrative, capace come pochi altri di incidere sull’immaginario collettivo. Schermi eretici, per il terzo anno, intende dare il suo contributo a raccogliere la memoria e a scoprire le vicende di alcuni dei tanti personaggi che nel cinema italiano hanno lasciato un segno personale, seguendo strade poco battute e tracciando percorsi originali. E questo è il caso dei due protagonisti di questa edizione: Antonio Bido ed Emanuele Taglietti, due personalità del cinema che condividono un itinerario artistico caratterizzato da una forte impronta individuale e decisamente anticonvenzionale. Il primo ha diretto alcuni dei thriller più amati dal pubblico internazionale ma al tempo stesso ha firmato alcune opere fortemente autoriali ed è stato anche un organizzatore di cineforum. L’appuntamento a lui dedicato, che prevede, oltre all’incontro, la proiezione del suo film autobiografico, sarà l’occasione per annunciarne il ritorno alla regia. Il secondo, pittore e scenografo, ha lavorato con Fellini, Scola, Ferreri e Risi, prima di ritirarsi dal cinema e dedicarsi al fumetto: portano la sua firma le più belle copertine degli albi Edifumetto di Renzo Barbieri. La sua vivace e poliedrica carriera sarà ripercorsa in un dialogo con il pubblico.

Da segnalare in chiusura, rimandando per notizie più particolareggiate sul programma al sito del TFF, che in occasione della quarantesima edizione, il Museo Nazionale del Cinema presenta l’avvio del progetto La Scuola in Prima Fila, iniziativa realizzata nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso da Ministero della Cultura e Ministero dell’Istruzione, che coinvolgerà le classi di scuola primaria, secondaria di I e II grado in una serie di attività gratuite nell’anno scolastico 2022/23: proiezioni di una selezione di film del Torino Film Festival (e dal 2023 anche CinemAmbiente Junior e Lovers Film Festival); attività formative per docenti e studenti, visite al Museo Nazionale del Cinema, laboratori di alfabetizzazione audiovisiva e di educazione civica e l’invito a produrre un cortometraggio per il concorso nazionale CinemAmbiente Junior. Il progetto vuole favorire il dialogo fra il mondo della scuola e il mondo cinema a 360°, attraverso proiezioni di film in sala e momenti di incontro con i professionisti del settore, anche in un’ottica di orientamento professionale e di sguardo attento all’innovazione tecnologica e al cinema contemporaneo. Il programma La Scuola in Prima Fila / TFF è l’occasione per offrire agli studenti la possibilità di vivere il TFF da protagonisti, di conoscere e dialogare con professionisti della filiera cinematografica (produttori, registi, attori) e con esperti su temi di attualità. I cinque film per le scuole saranno in programma dal 28 novembre al 2 dicembre al mattino, cui seguiranno momenti di approfondimento e confronto. Parte del progetto è anche la sezione Le nuove frontiere del cinema, in collaborazione con ANICA Unione Editori e Creators Digitali e Rai Cinema: tre appuntamenti per le scuole alla Mole Antonelliana, in occasione del TFF, con proiezioni e incontri per avvicinare gli studenti alle nuove produzioni cinema VR e favorire l’incontro con esperti del mondo digitale. Modererà gli incontri Carlo Rodomonti, Responsabile Marketing Strategico e Digital Rai Cinema. (Fonte: cartella stampa TFF)


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