
Matteo Salvini, Vicepresidente del Consiglio e Ministro per le Infrastrutture e dei Trasporti, nel portare avanti la personale campagna promozionale sull’ormai costruendo Ponte di Messina, “un sogno di onnipotenza che palesa la palese impotenza a gestirlo” (Tullio Kezich, dalla recensione del film Joan Lui. Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì, 1985, Adriano Celentano), ha tirato fuori dal cilindro di provetto prestigiatore, ad ulteriore sostegno di una concreta fattibilità della struttura, un numero del settimanale a fumetti Topolino (il 1401 del 3 ottobre 1982), che si apriva con la storia, disegnata da Giorgio Cavazzano e sceneggiata da Giorgio Pezzin, Zio Paperone e il ponte di Messina.
Il fantastiliardario in ghette e cilindro coinvolgeva il “nipotame” nella mitica impresa di collegare le due sponde di Calabria e Sicilia, con vari studiosi e scienziati alle sue dipendenze intenti a mettere in atto le idee a loro avviso più idonee al riguardo: dai piloni intesi a sorreggere le funi portanti di “acciaio armonico ad alta resistenza”, del diametro di un metro, destinate a sospendere il corpo stradale vero e proprio, al ponte subacqueo, ovvero un “enorme tubo di gomma adagiato sul fondo marino entro il quale circoleranno auto e treni”, passando per il “ponte appeso”, con enormi palloni aerostatici a sorreggere la carreggiata all’altezza prestabilita, ogni trovata andava ad infrangersi sugli scogli della realtà, rappresentata dai fenomeni naturali o dalle leggi della fisica.

Ma il buon vecchio zione ne escogitava un’altra delle sue, ovvero dar vita a un ponte di corallo, una sorta di “barriera corallina solida, ecologica e soprattutto economica”, fin quando l’arcirivale Rockerduck, dopo un’opera di sabotaggio a danno dei coralli, non si appropriava dell’idea, mettendola in pratica.
Il “miliardarucolo” non aveva però fatto i conti con l’ingordigia dei turisti vogliosi di souvenir, tutti desiderosi di tornare a casa con un pezzetto del ponte… Non propriamente un lieto fine, quindi, e, ancora una volta, la dimostrazione di come occorra essere abituati a leggere veramente un qualsiasi testo, dal fumetto ai classici.
Appare d’uopo citare a tale ultimo riguardo il caro Oscar Wilde, A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprire bocca e togliere ogni dubbio.
Non è (solo) la contrapposizione tra “no ponte” e “sì ponte” ad essere in gioco, che poi si trasforma nel consueto paravento atto a nascondere la polvere sotto il tappeto, bensì, tacendo dei problemi ambientali e “affaristici” (illuminanti al riguardo le parole di Don Ciotti relative all’unione di due cosche), la credibilità complessiva delle istituzioni nel loro complesso, considerando le condizioni delle arterie stradali e ferroviarie in Sicilia e Calabria, che, in nome della sicurezza e di una fattiva modernità, andrebbero riviste da cima a fondo e ammodernate concretamente e non tanto per fare.

Ma, probabilmente, sostenuti, in eguale misura, tanto dal proprio ineffabile entourage quanto dalla propria, immarcescibile, faccia di tolla, è più facile soffiare fuffa, quale inedita materia di cui rivestire i sogni, quelli che, chiusi da tempo immemore nel canonico cassetto, vorrebbero la definitiva realizzazione di un paese paritariamente moderno ed efficiente, senza essere destinati a svanire alle prime luci dell’alba.






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