
Ciao Mike, scusa il ritardo con cui ti scrivo, ma ho preferito attendere che il grande circo mediatico levasse le tende, che tutti i “coccodrilli” di circostanza, le solite frasi fatte, i vari blob televisivi con i quali la tua lunga carriera è stata masticata e digerita in pochi minuti, tornassero nel nulla dal quale sono venuti fuori.
Ciliegina sulla torta, i funerali di Stato, grande lavacro di coscienza collettivo, probabilmente con la spinta di Sua Emittenza (genuflessione), visto che negli ultimi tempi le sue tv, alla cui nascita e consolidamento avevi pur contribuito, ti avevano dato il benservito senza tanti complimenti, magari nella previsione di un utilizzo in qualche televendita di materassi o pentole…
Ma tu, pur con tanto rammarico, hai saputo venirne fuori a testa alta ed eri pronto a lanciarti nella nuova avventura del satellitare con il tuo solito entusiasmo da bimbo innocente alla scoperta del mondo.
E che dire poi di Mamma Rai? Anche lei pronta agli osanna e alle giaculatorie cantinelanti, ricordando doverosamente come tu fossi tra i suoi “padri fondatori”, di come con te la televisione si accingesse a divenire “la televisione”, mi si perdoni il gioco di parole, ma dov’era quando proponesti un programma sui suoi cinquant’anni?
No, non ci sto ad unirmi a questo coro di prefiche prezzolate, la tua professionalità, il tuo essere “bravo presentatore”, i tuoi quiz doviziosamente curati, luccicanti di metodica, costante, pignoleria e attenzione ai dettagli tra tanta odierna sciatteria, non si discutono e non è il caso di insistervi più di tanto, perché non si aggiungerebbe nulla di nuovo; lo stesso vale per le tue famose gaffe, ancora si sta a blaterare se fossero volontarie o meno…Ma chi se ne frega, pardon… Ci hanno divertito, erano spettacolo nello spettacolo, basta e avanza. Il ricordo più bello in questi giorni lo ha espresso Fiorello, con il quale hai girato alcuni divertenti spot: “Ho perso il mio miglior compagno di giochi”.
Ecco, di questo ben pochi hanno parlato, della tua capacità di divertirti ancora prima di divertire, del tuo candore, della tua ironia ed auto-ironia, dote rara nel mondo dello spettacolo: prima degli spot in questione, è stato il cinema a testimoniarlo, con film in cui hai recitato come te stesso (Totò, lascia o raddoppia?,1956, di Camillo Mastrocinque, dove duettavi con disinvoltura con il grande Totò, Motivo in Maschera, 1955, di Stefano Canzio, del quale sei stato anche tra gli autori del soggetto, Il giudizio universale, 1961, di Vittorio De Sica, C’eravamo tanto amati, 1974, di Ettore Scola, dove inscenavi una memorabile discussione con Stefano Satta Flores, Sogni mostruosamente proibiti, 1982, di Neri Parenti, con Paolo Villaggio) e altri in cui sei stato “attore vero”, pur se in piccole parti (Ragazze d’oggi, 1956, Luigi Zampa, Il prezzo della gloria, 1955, Antonio Musu) e al riguardo mi piace ricordare lo spaghetti western del 1972 La vita, a volte, è molto dura, vero Provvidenza?, di Giulio Petroni, con Tomas Milian protagonista, dove interpreti un colonnello nordista, Mike Goodmorning (sic), esperto criminologo, che inscena un quiz in galera per stabilire quale fra due prigionieri sia il vero Provvidenza.
Ciao Mike, scusami se ti ho scritto con la confidenza di un vecchio amico, ma credo che in questi giorni dall’alto di qualche nuvoletta avrai riso dei tanti toni reverenziali nei tuoi confronti e forse apprezzerai questo mio tono sincero…Chissà, magari starai già organizzando un Lascia o raddoppia? lassù, nei “verdi pascoli”… Ti immagino al cospetto del Grande Vecchio con la barba bianca (immagine iconografica, lo ammetto) borbottare : “Eh, eh, non ci siamo mica, lei ha sbagliato risposta, no, non replichi…Ma chi si crede di essere, Dio forse? Eh, eh…“





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