Ebbene sì, ci sono cascato ancora una volta… Da quando, nel corso di questi ultimi anni, i fratelli Vanzina, Carlo ed Enrico, si sono allontanati dalla solita pletora di film “vacanzieri”, per cercare di dar vita a commedie più strutturate e dai personaggi meglio definiti, forse memori dell’eredità paterna (Steno, Stefano Vanzina), con risultati comunque altalenanti quando non discutibili, ho sempre sperato che, accantonate sia la facile risata, spesso becera e cialtrona, sia la compiaciuta e compiacente messa alla berlina degli italici vizi, la loro non comune capacità di osservazione delle mutazioni in atto nella società, a livello di costume in particolare, riuscisse man mano a trovare non solo uno stile ben definito, ma, soprattutto, il coraggio del vero affondo.

E invece, eccomi qui, a poche ore di distanza dalla visione di Ex-Amici come prima! a dare cronaca della mia ennesima delusione: ricevuto il testimone, in odore di commercialmente calcolato spin-off, da Fausto Brizzi (Ex, 2008), i due Vanzina, entrambi sceneggiatori con Carlo in solitaria alla regia, ne riprendono la traccia da commedia corale, con più personaggi a dar vita a varie vicende sentimentali.

Marco (Enrico Brignano), appena convolato a nozze con Floriana (Teresa Mannino), incontra casualmente Consuelo (Liz Solari) e riaffiorano i ricordi di un amore a suo tempo idealizzato. Max (Alessandro Gassman), in procinto di separarsi dalla moglie, ha un incontro-scontro con Sandra (Anna Foglietta), foriero di non poche sorprese. Fabio (Ricky Memphis), lasciato dalla sua compagna, è in preda alla depressione più nera, tanto da tentare il suicidio e trovare poi conforto prima sul lettino dello psicanalista e poi tra le braccia di Valentina (Gabriella Pession), anche lei infelice “ex”.

Antonio (Vincenzo Salemme), novello deputato europeo asfissiato dalla moglie Nunzia (Tosca D’Aquino) desiderosa di riscatto sociale, incontra, durante il volo per Bruxelles, Olga (Natasha Stefanenko), pure lei in politica, e scatta la scintilla fatale, portatrice di importanti cambiamenti nella vita di entrambi. Infine c’è Paolo (Paolo Ruffini), cazzeggiante single, ma non per molto.

Inutile girarci intorno, tergiversare su quale possa essere l’episodio più riuscito o l’attore a risultare più bravo: il film, purtroppo, scivola via piatto ed incolore sin dall’inizio, senza acquisire alcuna identità, al di fuori di una certa eleganza di ripresa e “morbidezza” nel raccordo tra le varie storie e personaggi, mettendo in atto un abile palleggio tra i vari generi, dalla pochade alla commedia sofisticata.

Tutto ciò, però, non riesce a mutarne le sorti, così come le cinefile strizzatine d’occhio sparse qua e là, in particolare a pellicole d’oltreoceano, o la satira piuttosto blanda sulla nostra (triste) situazione politica, costruita ad hoc più per issare la vela verso il vento (leggero) di un paventato cambiamento che per lasciare il segno di una benvenuta e profonda staffilata, all’insegna del solito “malcostume mezzo gaudio” d’italica tradizione, l’unico, vero, riferimento al nostro paese, altrimenti fotografato, ripreso e caratterizzato come una sorta di “mondo al di là dello specchio”.

Ex fidanzati, ex mariti, ex politici mangioni, ex single: nel novero manca una categoria e mi faccio carico di aggiungerla personalmente, quella degli spettatori, almeno quanti ormai stanchi, logoro gioco complice, di essere assecondati sino all’assuefazione piuttosto che stimolati.

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