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Si è svolta questa sera, martedì 10 giugno, presso gli Studi Nomentano 5 di Roma, trasmessa in diretta da Rai Movie, la cerimonia di premiazione della 58esima edizione dei David Di Donatello, condotta, tra statici sketch e tutta una serie di peana equamente suddivisi fra “grande” e “bello”, da Paolo Ruffini “solito bischero” (no, non lo disegnano così) e Anna Foglietta, elegante e ironica. La “sfida fra i due Paoli”, Sorrentino e Virzì, ha visto vincitore il primo con La grande bellezza (9 David su 7), anche se la vittoria assoluta, considerando il felice risultato ottenuto da Pif con La mafia uccide solo d’estate, premiato come miglior regista esordiente e col David Giovani, è da attribuire, finalmente, a un cinema italiano che, grazie soprattutto all’inventiva e al coraggio dei suoi autori, riesce a ritrovare volontà e concretezza di portare sullo schermo opere originali, diversificate nello stile e idonee ad essere apprezzate anche al di là dei nostri confini.

Miglior film: Il capitale umano (Paolo Virzì). Miglior regista: Paolo Sorrentino (La grande bellezza). Miglior regista esordiente: Pif-Pierfrancesco Diliberto (La mafia uccide solo d’estate). Migliore sceneggiatura: Francesco Piccolo, Francesco Bruni, Paolo Virzì (Il capitale umano). Miglior produttore: Nicola Giuliano, Francesca Cima per Indigo Film-La grande bellezza.

Migliore attrice protagonista: Valeria Bruni Tedeschi (Il capitale umano). Miglior attore protagonista: Toni Servillo (La grande bellezza). Miglior attrice non protagonista: Valeria Golino (Il capitale umano). Miglior attore non protagonista: Fabrizio Gifuni (Il capitale umano).

Miglior direttore della fotografia: Luca Bigazzi (La grande bellezza). Migliore musicista: Pivio e Aldo De Scalzi (Song’e Napule). Migliore canzone originale: A’ veritá, musica di Francesco Liccardo, Rosario Castagnola, testi di Francesco Liccardo, Sarah Tartuffo, Alessandro Garofalo interpretata da Franco Ricciardi (Song’e Napule).

Migliore scenografo: Stefania Cella (La grande bellezza). Migliore costumista: Daniela Ciancio (La grande bellezza). Migliore truccatore: Maurizio Silvi (La grande bellezza). Miglior acconciatore: Aldo Signoretti (La grande bellezza).

Miglior montatore: Cecilia Zanuso (Il capitale umano). Miglior fonico di presa diretta: Roberto Mozzarelli (Il capitale umano). Migliori effetti speciali visivi: Rodolfo Migliari e Luca Della Grotta per Chromatica (La grande bellezza).

Miglior Cortometraggio: 37°4 S di Adriano Valerio. Miglior Documentario di Lungometraggio: Stop The Pounding Heart – Trilogia Del Texas, atto III, di Roberto Minervini.

Miglior Film dell’ Unione Europea: Philomena (Stephen Frears).
Miglior film straniero: Gran Budapest Hotel (Wes Anderson).

Oltre 6000 giovani delle scuole superiori di tutta Italia hanno votato per il David Giovani, assegnato a La mafia uccide solo d’estate (Pif – Pierfrancesco Diliberto). Premi speciali 2014: Sophia Loren per la sua interpretazione ne La voce umana (Edoardo Ponti); Marco Bellocchio; Carlo Mazzacurati; Andrea Occhipinti per Lucky Red; Riz Ortolani.

3 risposte a “David di Donatello 2014: “Il capitale umano” miglior film, Paolo Sorrentino miglior regista”

  1. Paolo Ruffini ai David si è comportato come ha sempre fatto, ovvero da volgarone.
    La mia unica speranza è che la sua performance serva quantomeno ad innescare il suo declino, un po’ come successe al duo dei Soliti Idioti quando fecero quelle figure pietose a Sanremo e dalla De Filippi (http://www.tvblog.it/post/34959/i-soliti-idioti-ad-amici-come-buttare-una-carriera). Ma non mi faccio illusioni: il cinema trash ha sempre avuto la sua fetta di appassionati, da Alvaro Vitali a Ruffini passando per Boldi & De Sica, e continuerà ad averla.
    L’errore è stato soprattutto di chi l’ha scelto come conduttore. Forse il genio che ha avuto questa bella pensata si era illuso che per un’occasione così importante Ruffini si sarebbe contenuto, ma era prevedibile che non sarebbe andata così: quando uno è grezzo a quei livelli, più di tanto non può migliorare.
    Il momento migliore della serata è stato quando Capa Rezza ha consegnato un David musicale: si è presentato con un modo di fare educato, ha fatto una battuta intelligente e pulita e poi è tornato al suo posto. In quei pochi minuti in cui è stato sul palco ha fatto vedere a Ruffini come ci si comporta in queste occasioni, e così facendo ha sottolineato ancora di più la sua inadeguatezza.

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    1. O almeno possa essere un’occasione per crescere (sbagliando si impara), sembra un Pieraccioni allo stato embrionale…Quest’ultimo almeno è arrivato alla “sindrome di Peter Pan”…Oltre all’intervento di Caparezza, da memorizzare anche quello di Mastandrea: “Facciamo un applauso per un altro che ci ha provato e non ci è riuscito? Succede a tutti. Poi c’è un periodo di sei mesi in cui ci si deprime a casa, il lavoro non va tanto bene, ma poi si riparte. Stai tranquillo”. “Perché un David quanto può cambiare la carriera di un attore?” “Un David non lo so, ma presentarlo so che può cambiare la carriera di chiunque…” Spazio per tutti, ci mancherebbe, i gusti son tanti, ma un minimo di autocontrollo non guasterebbe, anche pensando ai “santi in paradiso” che gli hanno concesso più di un’opportunità nel corso di questi anni… Grazie della visita e del commento, un caro saluto.

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      1. La performance di Mastandrea è sicuramente un altro momento da ricordare, ma ancora non so se interpretarla come positiva o negativa. Da un lato mi viene da pensare che ha fatto bene, perché è stato un modo per difendere la Loren dopo ciò che aveva subito; da un altro lato non riesco ad apprezzarlo fino in fondo, perché ci ho visto un gusto sadico nel girare il dito nella piaga, nel prendere a calci un uomo già a terra che non mi è piaciuto per niente.
        E a proposito della frase di Ruffini alla Loren, evitiamo di scomodare paroloni del tipo “attacco sessista.” Non c’era sessismo in quella frase, soltanto una quantità industriale di ignoranza e volgarità. Grazie a te per la risposta! : )

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