L’Italia – e non solo l’Italia del Palazzo e del potere – è un Paese ridicolo e sinistro: i suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue: “contaminazioni” tra Molière e il Grand Guignol. Ma i cittadini italiani non sono da meno. Li ho visti, li ho visti in folla a Ferragosto. Erano l’immagine della frenesia più insolente. Ponevano un tale impegno nel divertirsi a tutti i costi, che parevano in uno stato di “raptus”: era difficile non considerarli spregevoli o comunque colpevolmente incoscienti. (Pier Paolo Pasolini, Lettere luterane).
“Tra Molière e il Grand Guignol”
L’Italia – e non solo l’Italia del Palazzo e del potere – è un Paese ridicolo e sinistro: i suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue: “contaminazioni” tra Molière e il Grand Guignol. Ma i cittadini italiani non sono da meno. Li ho visti, li ho visti in folla a Ferragosto. Erano…
4 risposte a ““Tra Molière e il Grand Guignol””
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Schietto, diretto ed onesto. L’unico vero genio dei nostri tempi.
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Concordo. Un intellettuale lucido e coerente che ha lasciato il suo personalissimo tocco in ogni ambito, artistico e non, in cui sia intervenuto. Grazie, un saluto.
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Aggiungerei che si tratta di uno dei pochi veri moralisti della nostra cultura! Se ne incontrano pochi!
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“Io penso che scandalizzare sia un diritto, essere scandalizzati un piacere e chi rifiuta il piacere di essere scandalizzato è un moralista, il cosiddetto moralista.”
(dall’intervista di Philippe Bouvard, Antenne 2 – 31 ottobre 1975, in occasione della presentazione in Francia dell’ultimo film di Pasolini “Salò o le 120 giornate di Sodoma”)."Mi piace""Mi piace"
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