L’attrice italo-siriana El Debuch apre il Garofano Rosso Film Festival

El Debuch

Prima giornata per il Garofano Rosso Film Festival. Ad inaugurare la manifestazione sarà presente un’ospite speciale, l’italo-siriana Sara El Debuch. La sua singolare storia, che aveva già attratto i media per la sua forza e unicità, sarà raccontata al pubblico dalla stessa giovane attrice, nata a Damasco e residente in Italia. La sua, è prima di tutto una una storia di emancipazione che la porta a interrompere un matrimonio contratto a soli 18 anni per seguire la carriera sul grande schermo. Carriera rapida quanto precoce, con un esordio poco più che adolescente come co-protagonista nel film di Alessio Cremonini Border per poi continuare ininterrottamente tra cinema e teatro. L’esordio internazionale avviene a soli 24 anni con il film Flash Drive del pluripremiato regista Dervis Zaim nel ruolo di Leyla, per il quale ottiene una candidatura all’International Antalya Film Festival. Attualmente ha da poco terminato il film hollywoodiano The Strangers’ Case come protagonista a fianco di Omar Sy e Brandt Andersen alla regia. “Il sogno che ho da quando ero una bambina? Vincere un Oscar con il velo” afferma. Alle ore 19.00 primo appuntamento con i talk che accompagneranno ogni giorno il pubblico di Garofano Rosso. Si entra nel vivo del territorio con lo scrittore, giornalista e attivista Savino Monterisi che continua la sua riflessione sul senso dell’abitare l’entroterra e gli Appennini oggi con il suo ultimo volume Infinito restare, edito da Radici Edizioni. Il libro si presenta “come un viaggio alla scoperta del non conosciuto a portata di mano”, in cui l’autore continua ad approfondire il concetto di “restanza”.

(Cinemaitaliano.info)

Sviluppato dall’antropologo calabrese Vito Teti, la restanza è, anche, un invito alla riscoperta della bellezza locale e a offrire uno sguardo nuovo sui luoghi che ci circondano. Un tema più che mai identitario per Garofano Rosso, che si pone come obiettivo la rivitalizzazione del territorio attraverso la cultura. Alle ore 21.00 dieci cortometraggi delle otto sezioni tematiche del festival proseguiranno il dialogo con il pubblico. Sarà presente a incontrare il pubblico il regista e fotografo Fabio Schifino che presenterà My Dolly, in cui affronta un tema quanto mai attuale, la violenza sulle donne. “Mi sono voluto soffermare principalmente sui minori che subiscono psicologicamente le violenze a cui assistono” racconta il regista. Oltre a Schifino, vi sarà anche il regista Giuseppe Schillaci: dopo essere stato invitato nei principali festival internazionali di documentario (Torino Film Festival, Docs Barcelona, Thessaloniki, IDS, IDFA Amsterdam, Hot Docs Toronto) con il conturbante ritratto del fotografo Antoine D’Agata The Cambodian Room – situazioni con Antoine D’Agata con cui vince il Premio Speciale della Giuria al Torino Film Festival nel 2009 e con il successivo Apolitics Now! Tragicommedia d’una campagna elettorale (Premio del Pubblico al Salina Doc Fest 2013, Premio Miglior Film Italian Cinema London 2014), ora presenterà il suo ultimo lavoro, Zabut, denominazione che indica il quartiere d’infanzia dove torna a vivere la protagonista Nunzia, trentenne con problemi di fertilità.


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