Dopo il grande successo dei pluripremiati Il rosa nudo, Bullied to Death, Xavier e il recente Histoire d’une larme il regista cagliaritano Giovanni Coda ritorna nelle sale cinematografiche con il suo nuovo film La sposa nel vento, che vede la partecipazione nel cast dell’attrice Serra Yilmaz e dell’attore Lorenzo Balducci, insieme a Giulia Vacca, Lele Mazzella, Renata Manca e Rachele Montis. Il film, dopo l’anteprima internazionale nel mese scorso a Seattle (USA) al Social Justice Film Festival & Institute, sarà proiettato in anteprima nazionale il 25 novembre alle 20.00 a Cagliari, al Notorius Cinemas in Piazza Unione Sarda, via Santa Gilla n. 18 (già sold out), e contestualmente in altre tre sale: a Milano al Cinema Gloria, a Sesto San Giovanni (MI) al multisala del Centro Sarca e a Rovigo al Notorius Cinemas, per poi tornare a Cagliari il 26 e il 27 novembre, sempre alle 20.00 al Notorius Cinemas. La sposa nel vento, scritto e diretto da Giovanni Coda e prodotto da Movie Factory di Francesco Montini, con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna e il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission, della Fondazione di Sardegna e del Comune di Quartu Sant’Elena, affronta il tema della violenza di genere, del sopruso e del femminicidio. Da trent’anni attivo sul fronte del cinema e della fotografia sperimentale, così come nell’ambito di una militanza di genere, attraverso cui porta avanti storie e temi difficili dalla forte connotazione sociale, Coda affronta nella sua nuova opera una storia dura, potente, attuale e trasversale, che si ispira a tante storie di donne di culture e origini diverse unite da un messaggio di denuncia e allo stesso tempo di speranza.
Tra loro sarà rappresentata anche la figura di Antonia Mesina, la giovane orgolese vittima dell’efferato omicidio avvenuto nel 1935 e beatificata nel 1987 da Giovanni Paolo II. Il film, girato tra novembre e dicembre 2021, chiude il ciclo artistico della trilogia che l’autore ha dedicato alla violenza di genere, dopo Il rosa nudo (2013), ispirato alla vita di Pierre Seel, deportato in un campo di concentramento all’età di 17 anni poiché schedato come omosessuale e Bullied to Death (2015), lavoro di denuncia sociale che affronta una tematica particolarmente forte come quella del bullismo omofobico, nello specifico il cyberbullismo. Opere che hanno ottenuto tantissimi premi e un grande successo di critica e pubblico internazionale. La sposa nel vento è un lungometraggio di 80 minuti, girato fra esterni ed interni, il cui arco temporale si sviluppa in un periodo che copre tutto il Novecento, per provare a raccontare in che modo, soprattutto nell’ultimo secolo, la piaga sociale della violenza sia uscita dalle tenebre e dai silenzi delle vittime, trovando oggi, finalmente, una voce e una risonanza mediatica, che però non sembrano poterne fermare l’intensità e la frequenza. Tra fiction, interviste, testimonianze, linguaggi diversi, le donne protagoniste de La sposa nel vento si incontreranno per ridare vita, ma soprattutto voce e corpo, alla lotta per l’affermazione, per il diritto di espressione, per la loro vita stessa, in particolare all’interno di una comunità simbolica come quella sarda, dove la donna è il fulcro della società, ma anche la vittima di stragi indicibili consumate tra le mura domestiche, impotenti di fronte alla sopraffazione e all’ignoranza nel senso più lato. Storie di donne che restituiscono insieme una storia emblematica sulla “violenza di genere”.
Questa la sinossi: Un gruppo di artiste organizza una giornata del ricordo dedicata a tutte le donne vittime di violenza. Attraverso una serie di performance si dà vita ad un racconto collettivo, anche personale, sulle proprie vite, sulle vite altrui, tra passato, presente e futuro. Tra una memoria e l’altra i ricordi di un bambino rievocano atroci sofferenze che si intrecciano con i fili della speranza. Grazie al potere del cinema e della sua dirompente forza comunicativa, attraverso quest’opera Giovanni Coda vuole mettere in risalto, nel modo che gli è più consono, le discriminazioni e le violenze di ogni tipologia e provenienza, come ha avuto modo di dichiarare: “Assistiamo ancora oggi all’annientamento fisico e simbolico dell’Essere Femminile, con una frequenza e brutalità che ha oltrepassato il livello dell’emergenza. La storia, la letteratura e la cronaca ci mostrano donne che in gran parte sono state massacrate all’interno delle mura domestiche dai loro mariti, dai loro fidanzati, dai loro compagni, dai loro fratelli, dai loro padri, dai loro spasimanti, e, solo in pochi casi, da sconosciuti. Sono storie che non dovrebbero ripetersi, storie che vanno raccontate sin nelle loro cause più profonde, versate come sangue fresco e vivo sul telo bianco dell’indifferenza che ci accomuna”.
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Giovanni Coda. Fotografo, scrittore, videoartista e regista, Giovanni Coda, classe 1964, ha all’attivo oltre 50 opere video, numerose serie fotografiche e progetti installativi esposti in Italia e all’estero. Vanta collaborazioni con artisti, musicisti e scrittori. “Un artista che ha sempre cercato modalità espressive non allineate al mercato, sperimentali, a volte perturbanti, sicuramente capaci di toccare l’anima e il cuore dello spettatore”, come ha evidenziato Elisabetta Randaccio, critica cinematografica. Coda vive tra Cagliari e Barcellona. È autore numerose di installazioni video-fotografiche in musei e gallerie internazionali tra cui la Biennale di videoarte a Venezia e Milano, Cultural Salon Ayoama di Tokyo, Watermans Arts Centre di Londra, la Maison d’Italie a Parigi, il Museo Reina Sofia di Madrid e altri. La sua attività espositiva vanta una corposa produzione di collezioni fotografiche, pittura, arte elettronica e performance premiate in Italia e all’estero. Dalla sua filmografia citiamo, tra gli altri, L’attesa (1995) L’ombra del ricordo (1996), Il passeggero (1998), Tagli (1998), Lìmites (1999), Drawing (2000), Serafina (2002), Big Talk (2005), One Tv Hours (2007), Brightness (2012), Nostra Sanctissima (2021-22). Nel 2013 produce (testo, regia e fotografia) il lungometraggio Il rosa nudo, ispirato alla vita di Pierre Seel, deportato in un campo di concentramento all’età di 17 anni, schedato come omosessuale. Il film, che vanta 27 selezioni ufficiali internazionali, è stato premiato più volte, vedi, tra i tanti riconoscimenti, il Gold Jury Prize, Best Narrative Feature al Social Justice Film Festival 2013 di Seattle, il Film For Peace Award al Gothenburg Indie Film Fest 2014, il Best International Film Award al 15mo Melbourne Underground Film Festival (MUFF) 2014, il Gold Documentary Award al Documentary & Short International Movie 2014 (Jakarta, Indonesia), Bronze Plaque Award al Columbus Independent Film Festival (Columbus, Ohaio) e il premio per il miglior film al Festival cinematografico Omovies di Napoli.
Nel 2015 firma testo e regia di Bullied to Death, lavoro di denuncia sociale con cui conferma il successo di critica e pubblico. Un film che affronta una tematica particolarmente forte come quella del bullismo omofobico, nello specifico il cyberbullismo, reato ancora oggetto di studio e non previsto dalla legge, con cui bissa il successo di critica e pubblico internazionale del precedente Il rosa nudo aggiudicandosi tra gli altri il Best Avant Garde & Innovation Award al Melbourne Documentary Film Festival, il Best Feature Film al Festival del cinema Omovies di Napoli, il Best Feature Film all’Aquila LGBT Film Festival, il Jury Special Mention all’Iris Prize di Cardiff e al New Renaissance Film Festival di Amsterdam l’Humanity Award per i meriti socio–culturali dell’opera. Segue nel 2017, consolidando il successo ricevuto nelle precedenti opere, il cortometraggio Xavier, incentrato sull’attacco terroristico agli Champs–Elysées dove trovò la morte il poliziotto Xavier Jugelé. Il cortometraggio conferma il successo internazionale dei due film precedenti inaugurando con la premiere mondiale l’Out on Film di Atlanta, seguita dalle proiezioni di Cardiff (Opening Night Iris Prize 2017), prima italiana al Florence Queer Film Festival a cui sono seguite le presentazioni di Seattle (Social Justice Film Festival), Chicago (Pride On Film), Toulouse DIAM Film Festival, London Beacon Film Festival, a cui faranno seguito i passaggi al Columbus International Film Festival in Ohio e al Show Me Justice Film Festival, Warrensburg (Kansas City), Central University of Missouri, Amsterdam e Cagliari (V-art Festival).
Xavier si è aggiudicato i riconoscimenti Film of the Week e Best Story al New Renaissance Film Festival e la Jury Special Mention al Festival Omovies di Napoli. Nel 2019 esce il film Mark’s Diary, Best Director e Best Art Film al NRFF di Amsterdam, e il Best Experimental Feature al Gathering Indie Film Festival di Cleveland, per citare solo alcuni dei tanti premi. L’opera si ispira a tante storie vere e al libro Loveability di Maximiliano Ulivieri, che affronta il tema dell’assistenza sessuale per disabili, una realtà ormai consolidata in gran parte dell’Europa e quasi sconosciuta in Italia. Attualmente ha appena rilasciato il lungometraggio Histoire d’une larme (2021), un film travolgente e doloroso che affronta il controverso tema dell’eutanasia ispirato al libro Ocean Terminal di Piergiorgio Welby. La sposa nel vento (2022) chiude la trilogia dedicata al femminicidio.