High Maintenance – Vita e opere di Dani Karavan

High Maintenance-Vita e opere di Dani Karavan, documentario scritto e diretto da Barak Heymann, le cui riprese sono durate quattro anni per quasi trecento ore di materiale girato, si rivela alla visione come una realizzazione certo interessante e preziosa, sia per coloro che si accostano per la prima volta alla figura dell’architetto e scultore israeliano (1930-2021) e alle sue realizzazioni, sia per quanti intendano approfondire la conoscenza di entrambe. Consente infatti di accostarsi alle varie opere cui ha dato vita, dagli anni ’60 ai giorni nostri, così come alla sua peculiare personalità, attraverso il filtro di una narrazione diretta, che coniuga senza stridore ironia e dramma, arte e vita, offrendo a tale ultimo riguardo anche una decisa connotazione politica, avvalendosi poi di un serrato lavoro di montaggio (Shira Hochman) ad assicurare una funzionale fluidità. L’estro proprio di Karavan risalta lungo l’arco espositivo nel suo agitarsi in eguale misura fra genialità ed egocentrismo, esprimendo sempre e comunque la consapevolezza di aver dato adito con ogni sua opera ad un concreto messaggio di pace e speranza, affidando al rapporto tra scenario naturale e quanto costruito al suo interno la possibilità di offrire la concretezza di qualcosa d’inedito relativamente alle varie riflessioni suscitate.

Dani Karavan (MyMovies)

L’artista viene dunque “pedinato” dal regista nelle incursioni verso i luoghi dove sorgono le sue opere, a partire dal Negev Monument (1963-1968), a Beer Sheva, Israele, progettato in ricordo dei membri della Brigata Palmach Negev caduti combattendo dalla parte di Israele durante la Guerra Araba Israeliana del 1948, ma anche nella sfera della quotidianità, tra visite mediche, rapporti familiari ed attività lavorativa, fino ad illustrare, alimentandolo, un suggestivo parallelo fra memoria individuale e collettiva. Se la prima è purtroppo destinata a scemare in conseguenza di quella naturale decadenza che prima o poi va ad accomunare ogni essere umano, fino alla possibile confluenza in conclamate malattie degenerative, la seconda invece potrebbe essere perpetrata ed alimentata andando a recuperare un ideale ormai perduto di bellezza nel preservare determinati simboli, quali nel caso specifico le opere di Karavan, da considerare sia funzionalmente, in considerazione della loro immanenza con la natura, sia politicamente. In tale ultimo ambito ci si dovrebbe adoperare per abbattere le spesse barriere dei calcolati oblii, costruite mattone su mattone da pressanti  negazionismi e revisionismi, valorizzando il potenziale ruolo attivo della memoria nei confronti di determinati eventi storici, proponendone il loro rinnovamento critico attraverso il confronto, la discussione ed una auspicabile condivisione.

(FilmTV)

High Maintenance è un’opera pregna d’umanità e vivida di estrema sensibilità, espressa quest’ultima nei riguardi del protagonista alle prese con lo stato d’abbandono in cui versano le proprie realizzazioni e le problematiche relative alla propria salute, cui va ad aggiungersi un inedito dilemma morale riguardante la commissione di una nuova opera, un tributo ai Giusti di Polonia che si adoperarono per mettere in salvo i perseguitati ebrei nel corso del II Conflitto, da costruire alle porte del Polin Museum. Un monumento che potrebbe essere strumentalizzato dalla destra governativa, nella forma di una assoluzione collettiva per quei crimini comunque commessi, anche nella forma di un silente assenso, con pochi a muoversi per la salvaguardia dei loro simili, differenti solo per etnia e credo religioso. Molti gli inviti a soprassedere, a smorzare l’afflato quasi fanciullesco esternato da Karavan nei confronti della vita, vissuta all’insegna della moralità delle proprie azioni, come gli ricorda Wim Wenders nel corso di un incontro.

Guernica, Picasso (Collettiva)

Ma nell’ambito della cultura, “non occorre essere un eroe, come in guerra, bensì un anticonformista”, accettando la Natura come fonte ispiratrice e la propria arte come risposta politica agli eventi. A valido suggello di tale combinazione, Karavan erge quale simbolo Guernica, il celebre dipinto di Picasso, e riguardo tale opera si può ricordare un celebre aneddoto: sul finire degli anni ’30, quando l’ambasciatore nazista di Francia Otto Abetz si recò nell’appartamento parigino dell’artista e, notando sul tavolo una foto del citato quadro, gli chiese: “Avete fatto voi questo orrore, Maestro?”, ricevendo come risposta : “No, è opera vostra“. High Maintenance -Vita e opere di Dani Karavan, che ha conseguito il Premio per il montaggio al Jerusalem Film Festival (Israele, dicembre 2020), sarà in sala da venerdì 27 gennaio, Giornata della Memoria, distribuito da BLOOM Cinema.


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