
Considerando quanto passa attualmente il convento in tema di varietà o spettacolo televisivo in genere, ovvero, riprendendo quanto scritto oggi da Aldo Grasso sul Corriere della Sera, quasi sempre la piatta proposizione di un format senza alcun guizzo inventivo relativamente alla regia, credo sia doveroso ricordare la figura del regista, principalmente dedito al piccolo schermo, ma attivo anche in teatro, Vito Molinari, che ci ha lasciato lo scorso 18 febbraio. Nato a Sestri Levanti, Genova, nel 1929, Molinari, che inizialmente aveva dato seguito alla sua passione per la recitazione, diresse, era il 3 gennaio 1954, il programma inaugurale della Radio Televisione Italiana, trasmesso dallo Studio Tv3 di Corso Sempione a Milano, per poi dedicare la sua attività ad oltre duemila trasmissioni, tra le quali programmi di prosa, opere, operette e commedie musicali, unendo il suo nome a quello di altri colleghi (Eros Macchi, Mario Landi, Antonello Falqui) nell’offrire al pubblico il senso del bello, del ben fatto, acuendone così lo spirito critico piuttosto che sopirlo.
Tra i tanti titoli, eccone alcuni che mi sovvengono in mente: molti filmati di Carosello; Senza rete con Alberto Bonucci e Monica Vitti; il mitico Un, due, tre con Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello; L’amico del giaguaro, con Gino Bramieri, Marisa Del Frate, Raffaele Pisu e Corrado; Quelli della domenica con tanti artisti al loro esordio: Paolo Villaggio, Cochi e Renato, Enrico Montesano, Oreste Lionello, Gian Franco Funari, Nino D’Angelo, Pino Caruso, Ric e Gian; Mai di sabato signora Lisistrata con Milva e Bramieri; Canzonissima 1962, quella con Dario Fo e Franca Rame, su cui si abbatté la censura della Rai (in particolare nella previsione di uno sketch sulla sicurezza nei cantieri edili) facendo sì che i due conduttori abbandonassero la trasmissione alla settima puntata.
Curiosamente anche il citato Un, due, tre ebbe analoghi problemi, andando incontro alla chiusura improvvisa, il 2 agosto 1959, una volta che Tognazzi e Vianello diedero vita ad una parodia dell’ormai noto incidente in cui era incorso il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi al Teatro alla Scala di Milano. Ne affido il ricordo ad un’intervista del 2018 rinvenuta su Rai Play, all’interno del programma Sottovoce di Gigi Marzullo e ad un’altra del 2024, all’interno di una puntata del varietà culturale Splendida cornice, condotto da Geppi Cucciari.
Immagine di copertina: Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons





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