Cantautore dotato di una certa sensibilità, nascosta tra le pieghe del viveur e dei canoni propri dell’ “artista maledetto”, Califano è stato capace di raccontare, con realismo non disgiunto da toni poetici, disagio esistenziale e contraddizioni umane, tra disincanto e voglia di libertà.
Indimenticabile, a parer mio, il testo di Minuetto, magistralmente interpretato da Mia Martini e ben reso musicalmente da Dario Baldan Bembo o quello di La musica è finita, canzone tra i cavalli da battaglia di Ornella Vanoni, brano scritto insieme a Nicola Salerno su musiche di Umberto Bindi.
Ho pescato a caso fra i tanti titoli, tra i quali rientrano anche quelli interpretati dal Califfo con la sua inconfondibile voce “malandata”, come Tutto il resto è noia o La mia libertà, il suo vero testamento spirituale, unito certo al ricordo di una personalità particolare nel nostro panorama artistico, un mix di spavalda aggressività e candore primigenio, entrambi propri di chi sa come va la vita ma è sempre pronto a stupirsi di ogni sua esternazione e variante in corso d’opera.