La potenza, la durata, la perversione … Qual è? No, te lo chiedo perché io … Cioè …
Io penso che nel perverso sono sempre stato un po’ scarso, hai capito? Non ho mai avuto grande inventiva.
No, dove invece sono un grande, secondo me, è nella durata, là veramente non mi si può dire niente.
Mi ricordo una volta, no, ad Acilia, in campagna, dai miei genitori, stavo con una certa Ines … Lo sai quante volte in quattro ore?
Prova a dire … Roba da Guinnes dei primati … Prova a dire…”
“Non lo so io …”
“Cinque! Tremendo, guarda! Sai come è andata a finire?
Con lei che gridava basta, basta, basta … Anzi abbasta, abbasta… Che era un po’ bora, hai capito?”
“Quanti anni hai Bernardo?”
“Io? E che ho, quasi 40 anni, perché?”
“Beh, ci sarà un motivo perché preferisco gli uomini sopra i 50, no?”
“In che senso?”
“Nel senso che gli uomini come te, che poi sono il 99,9 per cento …”
“Beh?”
“Pensano soltanto alle misure … Insomma ce l’ho corto, ce l’ho lungo, duro tanto, duro poco … eh, eh … Il vostro, scusami, eh, è il sesso visto dai geometri.
I baci Bernardo! Bisogna saper BA-CIA-RE!”
“Ma io so baciare …”
“Sì?”
“Guarda che gliela ammollo!”
“Beh, meglio così. No, perché parte tutto da lì, è importantissimo!
Se mai, mi dirai che è un problema di stile …
Non so, labbro a ventosa?”
“Conosco …”
“Hmmm … Labbro leggero?”
“Eeeeh!”
“Lingua a serpente?”
“Idem!”
“Lingua a pennello?”
“Come è stà lingua a pennello?”
“Non so … E’ un movimento ondulatorio, a largo raggio, morbido, delicato …”
“Na passata de palato con la lingua, quello è … Cioè, scavi con la lingua dentro … Dai …”
“Mamma mia quanto sei poco poetico!”
“Sì, va beh, ma il senso è quello … (…)”
Estratto da un dialogo tra Bernardo (Carlo Verdone) e Camilla (Margherita Buy), in una scena del film Maledetto il giorno che t’ho incontrato, ’92, regia di Verdone e sceneggiatura scritta insieme a Francesca Marciano.
Una commedia, forse la migliore tra quelle realizzate dall’attore/regista, che riesce a mediare con una certa efficacia fra ironia, sentimentalismo e toni malinconici.
Frizzanti i dialoghi fra i due protagonisti, accomunati dalle reciproche nevrosi, come quello riportato, un confronto fra il romanticismo permeato di dolcezza e sensibilità espresso da Camilla e quello più “portato al pratico” delineato da Bernardo, improntato verso un’unica direzione, senza mediazione alcuna, se non quella manifestata dalla sicumera delle proprie (presunte) superlative prestazioni.
La faccia di Verdone dopo che lei gli dice BA-CIA-RE. Come a dire cazzo lo sapevo, unica.
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In particolare confrontata all’aspetto tronfio mentre elencava tutte le vanterie poco prima, per non parlare dell’espressione nel commentare la tecnica della “lingua a pennello”, da uomo di mondo… Uno dei più felici risultati del Verdone attore, ancor prima che regista.
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