La Biennale di Venezia ha annunciato nei giorni scorsi un nuovo titolo in programma alla 73ma Mostra d’Arte Cinematografica (31 agosto–10 settembre), presentato in collaborazione con le Giornate degli Autori – Venice Days. Si tratta del film documentario di Enrico Caria L’uomo che non cambiò la storia, liberamente ispirato al diario dell’archeologo e storico dell’arte Ranuccio Bianchi Bandinelli Il viaggio del Führer in Italia, e realizzato grazie alle immagini d’archivio dell’Istituto Luce – Cinecittà; “Ranuccio Bianchi Bandinelli è figura notissima fra gli storici dell’arte e gli archeologi italiani – ha dichiarato Alberto Barbera, direttore della Mostra – Meno noto che il fatto che, costretto a far da guida a Hitler e Mussolini in occasione del primo viaggio in Italia del Führer, si fosse interrogato sull’opportunità di organizzare un attentato per togliere di mezzo gli ingombranti dittatori. Caria ricostruisce con ironia e precisione documentale l’incredibile vicenda, che suscita ancora oggi interrogativi di grande attualità”.

Enrico Caria è un regista, scrittore e giornalista italiano. Nato a Roma (1957), è vignettista e giornalista per Paese Sera, Cuore, Repubblica, L’Unità, Il Mattino, Il Fatto quotidiano, Le Iene.
È sceneggiatore per la radio, la televisione e il cinema.
Regista di commedie nere e satiriche (17, ovvero: l’incredibile e triste storia del cinico Rudy Caino, Carogne, Blek Giek, L’era legale) e del docufilm Vedi Napoli e poi muori. Ha pubblicato due libri, Bandidos (Feltrinelli) e L’uomo che cambiava idea (Rizzoli).
Ranuccio Bianchi Bandinelli (Siena, 1900 – Roma, 1975), archeologo e storico dell’arte, ha notevolmente contribuito al rinnovamento degli studi di archeologia e arte antica in Italia, in contatto con la cultura europea del suo tempo. Negli anni ’30 insegnò archeologia nelle università di Cagliari, Pisa, Groniga (Olanda) e Firenze. Nel 1935 fondò la rivista Critica d’arte (1935) insieme a Carlo Ludovico Ragghianti. Nel 1938 fu incaricato dal Ministero della cultura popolare di svolgere la funzione di guida in occasione della visita a Roma e Firenze di Adolf Hitler.
Accettò in seguito di tenere conferenze in Germania e di svolgere un’analoga funzione per la visita a Roma di Hermann Goering.
L’anno successivo rifiutò la direzione della Scuola Archeologia italiana di Atene, dalla quale era stato appena rimosso il direttore ebreo Alessandro Della Seta, e nel 1942 rifiutò un incarico del Ministero per l’insegnamento a Berlino di Storia della civiltà italiana. Manifestò quindi una decisa opposizione al fascismo, con la partecipazione al movimento clandestino liberal-socialista (da cui si sviluppò successivamente il Partito d’Azione). Nel dopoguerra ha insegnato all’università di Roma fino al 1964. Ha fondato e la rivista Società (1947).
Tra le numerose pubblicazioni: Storicità dell’arte classica (1943), Archeologia e cultura (1961), Dal diario di un borghese (1962), Roma: l’arte romana nel centro del potere (1969), Roma: la fine dell’arte antica (1970).