Italia, giorni nostri. Vengono rese note le disposizioni contenenti le misure tramite le quali far fronte all’ormai conclamata emergenza sanitaria, una volta appurata la deflagrante portata di un virus noto come Covid 19. In breve, chiusura generalizzata e sospensione degli eventi pubblici e privati: Michele (Kaspar Capparoni) e Serena (Veronica Maccarone) ne vengono a conoscenza giusto la mattina in cui devono recarsi in tribunale per la causa di divorzio, ora rinviata a data da destinarsi: non resta altro da fare che rassegnarsi alla condizione di Divorziati in casa, contendendosi fino all’ultimo metro quadro zone personali e zone comuni… Ci si può allontanare dal proprio domicilio solo per ragioni ben precise (esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute) da dichiarare ne Il modulo di autocertificazione, da portare con sé in caso di controlli delle forze dell’ordine, come apprende Anna (Paola Lavini), la quale chiede aiuto al padre Luigi (Remo Girone), via Skype, perché glielo stampi, la sua stampante è rotta, dando vita ad un dialogo acceso, fra recriminazioni reciproche ed una subitanea riconciliazione una volta che l’“impresa” sarà riuscita, anche se nel frattempo sono state emanate nuove disposizioni, che si susseguono con rapidità, seguendo l’andamento pandemico. Ne sa qualcosa l’adolescente Roberto (Damiano Schiozzi), rimasto bloccato a Roma in casa del padre Riccardo (Giancarlo Amicarelli): i suoi genitori sono infatti separati e il giovane non può far ritorno dalla madre, che vive a Milano. Il tentativo d’uscita del giovane per procurarsi del fumo sarà motivo di un litigio chiarificatore tra i due, che porterà a scoprire come l’irreprensibile genitore sia un “cultore della materia”, apprezzando la varietà Northern Light coltivata da un suo amico in terrazza…
Vi è poi chi il virus lo ha preso e ne è guarito, ad esempio l’ingegnere Martino (Augusto Zucchi), il quale ora ha messo su un sito di “cam girl” (Nonnomartino.com), per far fronte alla necessità di liquidità dell’azienda di famiglia, così come vi è chi, Alessandra (Jane Alexander), si sarebbe anche organizzata per lavorare in casa ed ovviare alla solitudine adottando un cucciolone di labrador, Lucifero, ma deve fronteggiare i malumori dei condomini, astiosi per le sue frequenti uscite col cane, uno scontro a colpi di regolamento che sembrerà condurre la donna ad una tetra disperazione, dalla quale verrà fuori, ormai noncurante di improperi e malignità, proprio in virtù dell’ Effetto Lucifero. Nelle situazioni emergenziali, si sa, il volontariato gioca una carta importante, ma vi sono anche coloro che approfittano della situazione, vedi il sedicente Don Anselmo (Nicolas Vaporidis), Remo in realtà, che ha organizzato una falsa “parrocchia online” con la quale irretire beghine ed ingenui, anche se L’ultima chiamata della giornata, ad opera della disperata Marta (Lavinia Longhi), rivelerà che di “furbetti del quartierino” ve ne sono molti, vedi l’integrazione del bilancio familiare ad opera di tale Carolina (Margot Sikabonyi) a suon di furti ai danni di “dame di beneficenza”, tanto da far esclamare all’allibito marito, giudice (Mauro Ignazio Oliva), la fatidica domanda Chi sei?. Intanto l’attività scolastica prosegue, a distanza, via internet, ma certi “voli pindarici” degli studenti continuano tali e quali (Fuga per la Vittoria), come Davide (Antonio Orlando), pronto a giocarsi l’ammissione all’esame di maturità per amore di Vittoria (Gulia Archisi)…
Uscito giovedì 18 marzo, Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid, su Rai Cinema Channel, dopo essere stato proiettato all’Ischia Global Festival nel luglio dello scorso anno, Il cinema non si ferma nasce da un’idea di Ruggero de Virgiliis, che lo ha prodotto in collaborazione con Delta Due Media di Daniele Muscolo e Daniele Fioretti e Coevolutions di Marco Perotti (e con Gianfranco Rinaldi, in qualità di produttore esecutivo e consigliere legale), ed è stato realizzato fra marzo ed aprile 2020, quindi nel periodo di chiusura generalizzata, in piena pandemia. Marco Serafini alla regia e vari sceneggiatori impegnati nel lavoro di scrittura, hanno quindi vita ad un film ad episodi dal titolo benaugurante e propositivo, che offre una salutare scossa alla nostra cinematografia, ritrovando significativa inventiva ed opportuno slancio creativo, rinvenibili ambedue tanto nell’ambito della messa in scena, quanto nelle modalità di realizzazione. Riguardo il primo aspetto tramite il genere della commedia, in virtù di un lavoro di scrittura spesso sagace, viene rappresentata una serie di episodi, fra loro collegati dalla cronaca del graduale incedere pandemico così come raccontato dai telegiornali nazionali, fra chiusure generalizzate, autocertificazioni per gli spostamenti e didattica a distanza, non avallando quindi la dominante tendenza documentaristica; per quanto concerne invece le seconde, è da porre in evidenza come Il cinema non si ferma sia stato girato totalmente in smart working, location le case degli attori, delle quali veniva eseguita una mappatura, egualmente ai loro vestiti, agli oggetti di scena e alle scenografie, informazioni che venivano trasmesse di volta in volta agli sceneggiatori, coordinati da Stefano Piani, che hanno quindi ideato gli episodi sulla base degli elementi raccolti. Le riprese sono state effettuate sempre dagli attori con i propri smartphone, mentre il regista ed il direttore della fotografia Daniele Muscolo si collegavano in videoconferenza; le musiche, poi, sono state realizzate da 24 autori dell’Associazione Compositori Musiche per Film, in coordinamento tra loro.
La visione del film si è rilevata piacevole, rimarcando una certa originalità ed un benvenuto retrogusto sperimentale, con un lavoro di scrittura piuttosto felice per tutti gli episodi, anche nella resa dei dialoghi (ad avviso di chi scrive, particolarmente riusciti risultano Nonnomartino.com ed Effetto Lucifero), in sinergia con la regia e le valide interpretazioni attoriali, senza dimenticare anche il lavoro su fotografia e colonna sonora. Il cinema non si ferma si riallaccia compiutamente alla tradizione nostrana della struttura ad episodi sviluppata mantenendo una compiuta coralità, trasmutando verso il sorriso, anche amaro, tematiche legate alla realtà, così come emergono dalla quotidianità, non avendo poi timore di suffragare toni beffardi e un po’ cinici, mantenendosi fortunatamente distanti da compiacimenti e carinerie varie, nell’evidenziare, per esempio, le falle del sistema (i vari provvedimenti presi navigando a vista, i mutamenti nei moduli autocertificativi), o i comportamenti non propriamente adamantini di soggetti inclini allo sciacallaggio esercitato via web (L’ultima chiamata), approfittando dell’ingenuità o della buona fede del prossimo, ma anche la malevolenza, tra acredine ed invidia, verso persone solo colpevoli di poter esercitare un loro diritto (Effetto Lucifero). Andando a concludere, ritengo che Il cinema non si ferma per le sue qualità possa assurgere ad idoneo simbolo di una produzione che resiste e continua, impegnando attivamente la “macchina spettacolo”, così come, riprendendo quanto scritto nel corso dell’articolo, di un concreto, ritrovato, slancio creativo, tale da far sì che la commedia possa riprendere la tradizione che le era propria, il racconto della realtà assecondandone la sussultoria alternanza fra amarezza e sorriso.
(Già pubblicato su Lumière e i suoi fratelli-Cultura cinematografica e crossmedialità)
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In appendice, oltre ad indicare i nomi degli sceneggiatori per ogni episodio e quelli degli attori, che non hanno percepito compenso, segnalo che Il cinema non si ferma è stato recentemente acquisito per il mercato nordamericano dal distributore Xenon Pictures Inc. , che lo distribuirà negli Stati Uniti e Canada con il titolo La COVID vita. Oltre a una raccolta di fondi, per sostenere il Dipartimento di Protezione Civile, il film è stato strutturato in modo che ogni eventuale incasso o introito da vendita venga corrisposto alla Protezione Civile, tramite donazione tracciabile su tecnologia blockchain, senza nessun passaggio dalle casse dei produttori e in assoluta trasparenza.
Sceneggiatori: Leonardo Valenti (Divorziati in casa) – Debora Alessi (Il modulo) – Stefano Piani (Northern Light) – Riccardo Secchi (Nonnomartino.com; Ultima chiamata) – Fabrizio Lucherini (Effetto Lucifero) – Carla Giulia Casalini (Chi sei?). Federico Favot (Fuga per la vittoria).
Cast: Nicolas Vaporidis (Prete) – Remo Girone (Luigi) – Karin Proia (Franca) – Kaspar Capparoni (Michele) – Paola Lavini (Anna) – Augusto Zucchi (Martino) – Angelica Cinquantini (Deborah) -Veronica Anna Maccarrone (Serena) – Raffaele Buranelli (Lorenzo) – Anita Torrisi (Rita) – Maria Grazia Cucinotta (Mariella) – Antonio Orlando (Davide) – Maria Laura Moraci (Serena) – Giulia Anchisi (Vittoria) – Giulio Mezzo (Anastasio) – Francesco Cotroneo (Rocco) – Ignazio Oliva (Mauro) – Tinto Brass (Tinto) – Francesco Foti (Giorgio) – Yoon C. Joyce (Cometti) (Penitente)-Jane Alexander (Alessandra) -Margot Sikabonyi (Carolina).