
….prima di iniziare a scrivere un tuo breve ricordo ho dovuto attendere che il peso sul cuore divenisse meno gravoso e la commozione andasse scemando verso la consapevolezza di un’eternità assicurata dalle tue canzoni sempreverdi, attuali nella loro ironica e disincantata visione di una sensualità, ancor prima che di una sessualità, sinceramente disinibita, “ruspante”, mai maliziosa o volgarmente fine a se stessa, finalmente libera dagli ipocriti veli dell’italico perbenismo di facciata, tutto “vizi privati e pubbliche virtù”. Lo scorrere della sabbia del tempo, fin troppo veloce nel suo inesorabile avanzare, adesso mi riporta indietro negli anni, i colori scompaiono ed assumono la consistenza di un pastoso bianco e nero…rimembranze del bimbetto che fu, fortunatamente ancora scalpitante e pronto a venir fuori all’occorrenza per accogliere l’adulto odierno nel mondo della Fantasia… l’immagine sfuocata e poi sempre più nitida del tuo duetto col mitico Topo Gigio, intonando entrambi “Strapazzami di coccole”, ma anche quello, tuttora mirabile, con l’Albertone nazionale, il quale diede, in forza della sua popolarità, consacrazione allo “scandaloso” balletto sulle note del “Tuca tuca” (testo di Gianni Boncompagni e musica di Franco Pisano), quando, citando il Sommo Poeta, “più che l’onor poté l’ombelico” nel muovere i primi timidi passi verso una sana ed appagante sessualità quale espressione della propria essenza più libera e vitale…
… correvano gli anni ’70 e l’occhio di Dio, per delega, controllava sì la cabina elettorale ma non trascurava di volgere uno sguardo anche alla camera da letto…come dimenticare poi che avremmo dovuto attendere il 1981 perché venissero abrogate le retrive disposizioni sul delitto d’onore e il 1996 per vedere considerata la violenza sessuale come reato contro la persona e non contro la morale pubblica, passando per la legge sul divorzio nel 1970 e la riforma del diritto di famiglia nel 1975…Sto probabilmente divagando, cara Raffaella, ma quanto scritto si palesa necessario per dare rilevanza alla rivoluzione silenziosa, fra uno spigliato balletto ed una canzone apparentemente leggera, da te messa elegantemente in atto nel corso degli anni per far sì che si potesse conquistare la libertà di un personale appagamento esistenziale, nell’esteriorizzazione naturale e gioiosa di un desiderio sessuale o di un sentimento amoroso tout court, al di là di qualsivoglia classificazione, espressi in quanto tali, nel palesare una piena e satisfattiva accettazione della propria individualità. “Acta est fabula”, lo spettacolo ora è concluso, da ieri il Paradiso o come in qualsiasi altro modo si voglia denominare l’altra dimensione in cui ora ti trovi, è un posto ancora più allegro… “Se per caso cadesse il mondo io mi sposto un po’ più in là. Sono un cuore vagabondo che di regole non ne ha…” Ciao Raffaella, e grazie.
Splendido omaggio ad una donna unica.
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Grazie, concordo sull’unicità. Come lei difficile ve ne possano essere altre, in particolare considerandone la dedizione e i sacrifici rivolti alla propria attività, in nome del massimo rispetto per il pubblico. Grazie della visita e del commento, un caro saluto.
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Condivido con te questo video,che dimostra con grande efficacia quanto fosse brava a toccare il cuore delle persone:
Grazie a te per la risposta! 🙂
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Grazie della condivisione; concordo, grande umanità e semplicità.
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L’ha ripubblicato su Lumière e i suoi fratelli.
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