A 60 anni dall’uscita del film Il posto, Meda ricorda Ermanno Olmi, che ambientò nella città alcune scene del suo primo grande successo (inserito fra i 100 migliori film della storia della cinematografia), intitolandogli il Parco inclusivo di via Manzoni, progettato perché tutti i bambini, a prescindere dalle loro abilità, possano giocare insieme e in armonia. Domenica 18 luglio, alle ore 18.00, avrà luogo la cerimonia pubblica d’intitolazione: accolte dal sindaco Luca Santambrogio e dall’assessore alla Cultura Fabio Mariani saranno presenti Loredana Detto, moglie di Ermanno Olmi (la protagonista femminile del film), con la figlia Elisabetta Olmi. Il posto sarà proiettato lunedì 19 luglio, alle ore 21.30, nel cortile del Municipio (ingresso con biglietto unico, 3 euro, fino ad esaurimento posti), mentre sabato 31 luglio, alle ore 20.00, al Parco Ermanno Olmi, Street Food a cura dell’associazione Palio di Meda e concerto duo acustico Reloaded. Il posto, di cui Olmi scrisse soggetto e sceneggiatura, venne girato con attori non professionisti ed utilizzando ambienti veri, non ricostruiti in studio, delineando così l’immagine a lui cara dell’uomo, l’essere umano, alle prese con determinate problematiche all’interno di uno spazio che lui stesso ha messo in piedi, al di fuori cioè di quella Natura che tutto comprende in sé.
Questa la sinossi, tratta dalla mia recensione del film: il giovane Domenico (Sandro Panseri), primogenito di una modesta famiglia (padre operaio, madre casalinga), vive a Meda, nella provincia milanese; si reca in città, in pieno boom economico, per partecipare ad una selezione di lavoro all’interno di una grande azienda; nel corso delle prove cui è sottoposto con gli altri candidati, conosce Antonietta (Loredana Detto) e fra i due nasce una certa intesa. Vengono assunti entrambi, ma assegnati a sedi diverse, Antonietta come dattilografa e Domenico come aiuto usciere, in attesa che si liberi un posto d’impiegato; si perderanno di vista, sino ad un incontro fortuito, quando la ragazza lo inviterà alla festa di Capodanno organizzata dal circolo aziendale: il ragazzo sarà presente, ma nello squallore di un divertimento forzato ed organizzato, ecco la delusione di non incontrarla; la morte di un impiegato rende libera l’agognata scrivania, mentre il rumore del ciclostile fa da colonna sonora sui titoli di coda, amaro simbolo di tutta l’alienazione offerta dal sistema… Il film conseguì, fra l’altro. il Premio O.C.I.C., il Premio della Critica e il Premio Città di Imola alla XXII Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica d Venezia (Sezione Informativa).
L’ha ripubblicato su Lumière e i suoi fratelli.
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