In un pianeta che potrebbe essere anche la nostra Terra, dove lo scorrere temporale sembrerebbe aver raggiunto un indeterminato futuro, con le vestigia di antiche civiltà ormai sommerse dalla sabbia, ecco avanzare nel deserto un veicolo cingolato: all’interno del cassone, uomini, donne, ragazzini, tutti portano al collo una piastrina che vale come “biglietto” per un viaggio in mare che li condurrà lontano dalla guerra da cui stanno fuggendo, rivendicando il diritto ad un avvenire che possa garantire loro un’esistenza che si possa realmente definire tale, non ristretta nei confini della sopravvivenza e delle restrizioni. Fra i passeggeri vi è il dodicenne Fadi, che stringe forte a sé la custodia di un violino, ricordando come poco prima dell’improvviso scoppio del conflitto potesse coltivare il proprio talento per la musica, studiando insieme ad altri ragazzi, dopo le lezioni impartitegli dal nonno fin dall’età di quattro anni. Il viaggio sarà difficoltoso, fra tempeste di sabbia e violenti fortunali, ma il ragazzino, che nel corso dei vari accadimenti conoscerà la coetanea Naila, esperta in origami “magici” e il bullo Jonah, di poco più grande, il quale insieme alla sua “banda” lo sottoporrà a varie angherie, non perderà mai la speranza, ricordando il sacrificio dei genitori per garantirgli la realtà di un futuro non realizzabile altrimenti, condividendo inoltre la propria arte con i compagni di viaggio, rendendo così possibile l’abbattimento di ogni muro elevato a difesa di una vacua individualità…
Diretto da Maurizio Forestieri, anche autore della sceneggiatura insieme ad Alessandra Valente, La custodia si palesa alla visione come un riuscito film d’animazione che, nel suo diretto simbolismo, è certo destinato precipuamente ai bambini ma risulta però del tutto godibile e percepibile nella sua essenza narrativa anche da noi adulti. Stimola infatti in entrambi più di una riflessione su determinate tematiche legate all’attualità, dai fenomeni migratori al concetto di diversità quale elemento arricchente e mai scriminante. Siamo tutti uguali in quanto ognuno di noi costituisce un unicum nella sua portata fisica ed esistenziale, mentre la cultura, l’elemento culturale, che può anche scaturire, oltre che dal bagaglio del proprio vissuto, dall’incontro dei differenti modi d’atteggiarsi nei confronti della quotidiana esistenza, andrà a costituire il collante necessario per delineare il definitivo recupero di un termine che sembrerebbe destinato a divenire ormai desueto, ovvero “umanità”. La speranza, inoltre, potrà far rinvenire, nella dimensione rappresentativa di un luogo sconosciuto per quanti, uomini, donne, bambini, hanno abbandonato il paese d’origine alla ricerca di inedite opportunità sfuggendo da guerre, carestie, regimi dittatoriali, la possibilità che le regole dell’accoglienza trovino opportuna confluenza nell’accoglienza delle regole, mi si perdoni la forse contorta esternazione.
Semplice, ma piuttosto curato, nella resa visiva (l’animazione è stata realizzata da Graphilm Entertainment, in collaborazione con Studio Rain e lo studio tunisino CGS 3D), così come nella caratterizzazione dei personaggi, supportato nell’iter narrativo da un incisivo ma non invadente commento sonoro (Roberto Frattini), La custodia ha il pregio essenziale, frutto dell’efficace sinergia fra regia e sceneggiatura, di delineare una fiaba moderna, trasmutando metaforicamente nel futuro ciò che quotidianamente accade nel nostro presente (infatti nello scorrere dei titoli di coda quanto reso finora in animazione lascia spazio alla drammatica realtà documentata degli sbarchi dei migranti), rendendoci edotti della nostra condotta egoistica, persi in un progresso materiale distante da una concretizzazione evolutiva, magari riuniti da un click ma socialmente ed umanamente distanti, per avere ormai smarrito la primigenia sensazione di essere tutti sotto lo stesso cielo, ricordando anche similari eventi di un recente passato, che abbiamo toccato da vicino. Purtroppo non si può fare a meno di constatare come “L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la Storia insegna ma non ha scolari” (Antonio Gramsci), insieme all’amarezza di aver privato noi stessi e soprattutto gli adulti di domani della possibilità di coltivare il fruibile sogno di un futuro migliore, che dovrebbe assumere invece la valenza di un diritto inestinguibile e inalienabile.
Il film La custodia, prodotto dallo studio romano di animazione Graphilm Entertainment in collaborazione con Rai Ragazzi, con il sostegno del MiC – Ministero Italiano della Cultura, con il patrocinio di UNICEF e UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, ha vinto il premio come Miglior Film d’Animazione al NYIFA – New York International Film Awards™, il premio per la Miglior Regia al New York Animation Film Awards, ed è in nomination al Tokyo Anime Award Festival 2022 e al Providence Children’s Film Festival 2022. Disponibile su RaiPlay.
L’ha ripubblicato su Lumière e i suoi fratelli.
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Grazie mille per aver parlato di quest’opera. Sono sempre molto incuriosito quando si tratta di animazione italiana e in realtà mi dispiace che questo nome non sia stato pubblicizzato.
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Buondì, se non lo avessi visto e ti andasse di vederlo lo trovi qui: https://www.raiplay.it/programmi/lacustodia
A mio avviso una valida e personale realizzazione, sia a livello visivo che contenutistico. Grazie della visita e del commento, un caro saluto.
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Grazie mille per il link! Ti auguro una buona giornata!
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Grazie, lieta giornata anche a te.
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