Constatata l’inattuabilità della manifestazione nella sua regolare forma fisica a causa dell’emergenza sanitaria e delle odierne direttive delle autorità federali riguardanti i grandi eventi, il Consiglio direttivo e il Consiglio di amministrazione del Locarno Film Festival (5-15 agosto), sotto la presidenza di Marco Solari, nel constatare l’impossibilità di porre in essere un’edizione incentrata sull’incontro e la condivisione degli spazi fisici, hanno optato per un cambio di forma, dando così vita a Locarno 2020 – For the Future of Films, un’iniziativa volta al sostegno del cinema d’autore indipendente con una serie di progetti mirati, sempre nell’obiettivo primario di essere al fianco del cinema, e insieme al proprio pubblico.
Un’edizione, per la direzione artistica di Lili Hinstin, diversa da tutte le altre, online e fisica grazie alle proiezioni di film in tre sale di Locarno per 11 giorni, progettata per dare un segno tangibile di solidarietà all’intera filiera cinematografica, dai film sospesi di The Films After Tomorrow alle sale in cui i film continuano a vivere, e che saranno al centro di diverse iniziative.
Per esserci nel migliore dei modi e per lanciare per la prima volta una vera e propria programmazione online, il Locarno Film Festival ha predisposto un nuovo sito web in cui si potranno scoprire il programma, i progetti e le iniziative di Locarno 2020, e ovviamente acquistare biglietti e gli abbonamenti per gli spettacoli previsti nelle sale di Locarno e Muralto.

I tre membri della giuria che valuterà i 10 progetti internazionali di The Films After Tomorrow – e che assegnerà il Pardo 2020 (70’000 CHF), il premio Campari (50’000 CHF) e il premio Swatch (30’000 CHF) – sono Kelly Reichardt, figura prominente del rinnovo del cinema d’autore statunitense, che nel suo percorso ha saputo rileggere con estrema originalità i generi della narrativa americana, come in Night Moves (2013) e Certain Women (2016); Nadav Lapid, sceneggiatore e cineasta israeliano, che nel 2019 con Synonymes ha conquistato l’Orso d’oro alla 69ma Berlinale, imponendosi come uno degli autori più dirompenti dell’attuale panorama cinematografico; Lemohang Jeremiah Mosese, sceneggiatore, regista e direttore della fotografia del Lesotho, che nei suoi film più recenti, come il documentario Mother, I Am Suffocating. This Is My Last Film About You (2019) o This Is Not a Burial, It’s a Resurrection (2019, premiato con il World Cinema Dramatic Special Jury Award for Visionary Filmmaking al Sundance) si è rivelato una delle voci più originali e mozzafiato apparse negli ultimi anni della cinematografia mondiale.

La Giuria della selezione svizzera, che assegnerà il Pardo 2020 al miglior progetto nazionale (70’000 CHF) e il premio SSR SRG (100’000 CHF sotto forma di campagna promozionale televisiva), è invece composta da Alina Marazzi, regista italiana naturalizzata svizzera, autrice tra gli altri di Un’ora sola ti vorrei – menzione speciale della giuria del Locarno Film Festival nel 2002 – considerato una delle pietre miliari del documentario contemporaneo; Matías Piñeiro, regista, scrittore e artista argentino, che a Locarno ha presentato Todos mienten (2009), La princesa de Francia (2014) e Hermia & Helena (2016); Mohsen Makhmalbaf, regista, produttore, montatore, sceneggiatore e attivista, riconosciuto come uno dei maestri del cinema iraniano grazie a opere come Sokut (Il silenzio, 1998), Safar-e Qandehar (Viaggio a Kandahar, 2001) e Shaere zobale-ha (Viaggio in India, 2006). Il suo Noon-O-Goldoon (A Moment of Innocence) – Menzione speciale a Locarno nel 1996 – è tra i film che compongono la selezione di Un viaggio nella storia del Festival.

First Cow, il nuovo film di Kelly Reichardt, accolto con entusiasmo al Telluride Film Festival e alla Berlinale, segnando anche uno degli ultimi momenti in cui il cinema ha potuto dispiegarsi ancora come una grande esperienza collettiva da vivere in presenza, sarà il titolo d’apertura, una scelta anche simbolica considerando come la suddetta opera apra a grandi spazi, quelli fisici del western, ma anche quelli mentali di una inaspettata amicizia, essendo quest’ultima, come dice il verso di William Blake che apre il film (“The bird a nest, the spider a web, man friendship”), l’essenza stessa dell’uomo. First Cow sarà proposto il 5 agosto in sala al GranRex (alle ore 20.30) per l’apertura di Locarno 2020 in collegamento digitale con la regista. Il film è presentato grazie alla collaborazione del Centre Pompidou di Parigi, che dedicherà alla cineasta statunitense una retrospettiva completa, in sua presenza, dal 23 gennaio al 7 febbraio 2021.
La chiusura interrogherà invece la nozione di confinamento, attraverso dei film che nella loro stessa forma e concezione intendono indagare temi come il mutato rapporto dell’uomo con le tecnologie, la pratica del lavoro da casa, anche applicata al cinema, e l’inedita esperienza della quarantena.

Il 15 agosto, alle 20.30 al GranRex, il pubblico potrà infatti scoprire il nuovo film di Jean-Marie Straub, già Pardo d’onore nel 2017, La France contre les Robots (2020) e una selezione di nove cortometraggi dei 33 che compongono il progetto Collection Lockdown by Swiss Filmmakers, firmati da registi e registe svizzeri che, a prescindere dai mezzi, dalle location e dai cast, hanno deciso di continuare a fare cinema: My Mom, My Son and Me (Andrea Štaka). Quasi padre, quasi figlio (Niccolò Castelli). Fuso orario (Riccardo Bernasconi e Francesca Reverdito). L’età del distanziamento sociale (Robert Ralston). Lutto sospeso in tempi incerti (Alessandra Gavin Mueller). Amen (Manuel Maria Perrone). Arancione (Simona Canonica). Oasis (Lila Ribi). Revoir le printemps – Journal d’un confinement (Germinal Roaux). (Fonte: web/comunicato stampa)