Fresco di un prestigioso premio internazionale, assegnatogli dall’ Associazione dei registi e delle registe della Catalogna per “il suo contributo alla valorizzazione di tutti quelli che fanno del cinema la propria vita”, il documentario Nessun nome nei titoli di coda di Simone Amendola già dalle scorse festività natalizie è disponibile su Amazon Prime Video (Italia, Usa e UK), con lo spirito di una rinnovata vitalità dopo essere stato tra i titoli che hanno visto interrotta la propria programmazione a seguito dell’emergenza coronavirus (era uscito in sala il 5 marzo 2020, ottenendo il Patrocinio Fellini 100 dal MiBACT), e dopo essere stato il primo film in Italia a tornare su uno schermo, il 18 maggio nell’arena del Cinema Kolbe di Mestre. Opera dalla forte connotazione simbolica, Nessun nome nei titoli di coda rappresenta un sentito omaggio, attraverso il protagonista Antonio Spoletini (“Sono più vecchio di Cinecittà. Siamo tutti e due del ’37, ma lei è di aprile e io sono di marzo”), ai tanti figuranti, ai generici, a tutte quelle maestranze il cui ruolo è fondamentale per la realizzazione di un film, pur restando spesso nell’ombra, riprendendo anche le parole espresse di recente da Pupi Avati: “Nessun nome nei titoli di coda è un lavoro prezioso. Mi ha molto colpito, in alcuni punti addirittura commosso, perché racconta un uomo che ha partecipato alla grande storia del cinema italiano restando sempre nell’ombra. Questo film gli restituisce quella visibilità che merita. Mi auguro lo vedano in tanti …”.
Oltre al citato Avati, il documentario, apprezzato da pubblico e critica, ha fatto innamorare diverse personalità del cinema come il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli: “Un bel ritratto di uno che il cinema l’ha fatto. Mi è molto piaciuto”. Dopo l’ottimo debutto nella sezione Riflessi della 14ma Festa del Cinema di Roma, dove si è potuto riscontrare il grande interesse da parte dei media e consensi da pubblico e addetti ai lavori, il film ha iniziato a girare nei festival internazionali, tra cui Belgrado, Stoccolma, New York, conseguendo il Premio del Pubblico all’ARFF di Amsterdam e la Nomination Miglior Documentario Internazionale ai Fabrique du Cinema. A gennaio dello scorso anno l’eco è arrivata oltralpe e il Canale Artè France ha realizzato un reportage sul film trasmesso nei paesi francofoni e in Germania. Al momento della sua presentazione ebbi modo di vedere l’opera per conto del sito Lumiere e i suoi fratelli-Cultura cinematografica e crossmedialità, con cui collaboro, trovandola molto suggestiva, intesa a privilegiare una narrazione in divenire, lasciando affiorare gradualmente ricordi e sensazioni del passato che vanno poi a fluire nel presente; avevo poi deciso di condividere le tante sensazioni suscitate dalla visione con Simone Amendola ed Antonio Spoletini, realizzando un’intervista doppia che potete leggere cliccando qui.