E’ disponibile online la ventiduesima puntata di Magnifica ossessione , rubrica a cadenza mensile su Diari di Cineclub Radio curata dallo scrivente, dedicata al mondo del cinema, ai suoi autori ed interpreti. Questo mese condivideremo insieme l’analisi del film Il grande sonno (The Big Sleep, 1946), adattamento dell’omonimo romanzo di Raymond Chandler (1939), su sceneggiatura di William Faulkner, Leigh Brackett e Julies Furthman, per la regia di Howard Hawks. Un noir per certi versi anomalo, connotato, ancora prima che dagli stilemi tipici del genere, dalla disinvoltura propria del cineasta americano di assecondare una trama piuttosto contorta, non interessandosi più di tanto all’intrigo in sé, preferendo offrire rilevanza alle reazioni dei personaggi di fronte agli eventi e nei rapporti fra di loro, rimarcando quindi i bei dialoghi, intrisi di cinismo, sottile ironia ed allusioni erotiche neanche poi tanto velate, considerando l’epoca di realizzazione. Al ruvido Bogart nei panni dell’ispettore privato Philip Marlowe si contrappone un personaggio femminile capace di tenergli testa in quanto a caparbietà e determinazione, la splendida Lauren Bacall, interprete dell’enigmatica Vivian, dando vita ad un realistico magnetismo sensuale: la passionalità è evidente ad ogni inquadratura, con un fremito erotico palpabile, sottolineato, come scritto prima, da dialoghi allusivi, ad esempio quello, emblematico, vertente apparentemente sull’ippica (“certo che lei ha classe, ma non so se resiste alla distanza”; “molto dipende da chi è in sella”), presente in una sequenza girata a riprese già concluse e poi aggiunta alla pellicola.