Da domani, martedì 21 giugno, e fino a domenica 3 luglio, Cineteca Milano Arlecchino renderà omaggio a Rainer Werner Fassbinder con un cartellone inclusivo delle sue più grandi opere, la maggior parte in edizione restaurata, in occasione dei 40 anni dalla prematura scomparsa (10 giugno 1982, a soli 37 anni). Sette lungometraggi e un documentario incentrato sulla sua figura e sulla sua opera filmica, perfetta fusione di impegno politico e invenzioni formali, tanto da rappresentare uno degli urli di resistenza e ribellione più alti dell’arte del ‘900. Artista straordinariamente poliedrico e prolifico, Fassbinder ha saputo infatti, come pochi, interpretare il suo tempo, evidenziarne vizi e contraddizioni, con il coraggio estremo di chi è disposto a rischiare tutto per dar voce alle proprie idee. Innamorato dei fiammeggianti melodrammi americani del suo autore di riferimento, Douglas Sirk, Fassbinder ha saputo reinventarli alla luce delle mutate condizioni storiche e di un contesto sociale, quello tedesco, ben diverso dal panorama statunitense. Ferocemente anticonformista nella vita e nell’arte (per lui inscindibilmente legate), con un estetica fondata al contempo sull’estrema libertà creativa e su un assoluto rigore morale, Fassbinder ha saputo con le sue opere affondare lo sguardo nei luoghi più oscuri, nelle passioni più segrete, nelle ossessioni meno confessabili dell’animo umano.
E lo ha fatto creando personaggi che sempre hanno lo spessore di persone vere: che siano ladri, assassini, prostitute, omosessuali, questi reietti dalla società, e dal cineasta tanto amati e rispettati, procedono nella loro via crucis con la disperata vitalità di chi non intende rassegnarsi all’ipocrisia dei benpensanti ma è al contrario implacabilmente determinato a vivere fino in fondo la propria vita, costi quello che costi. Sempre da domani, fino a domenica 10 luglio, Cineteca Milano proporrà, al MIC–Museo Interattivo del Cinema, la rassegna Prendi i soldi e scappa, un omaggio alla prima filmografia del regista, sceneggiatore e attore newyorkese: oltre alla sala, le proiezioni interesseranno anche la Terrazza MIC, con tre film dei Fratelli Marx, celebri comici statunitensi tra i più amati di sempre che, con un umorismo surreale e sopra le righe, hanno preso di mira l’ipocrisia della società e delle istituzioni, fonte d’ispirazione per il cinema di Woody Allen. Da segnalare che i film in rassegna saranno proiettati in edizione italiana, per rendere omaggio a Oreste Lionello, importante doppiatore che con la sua voce ha reso celebre Woody Allen in Italia.
Non potendo vivere nel suo adorato periodo vintage degli anni ’20-‘50, Woody Allen usa la magia del cinema per viaggiare nel tempo e avere l’illusione di poterci passare almeno due ore: per fare un tuffo nel passato e rivivere la scintillante atmosfera di quegli anni, grazie ai più bei capolavori del regista americano, in questa rassegna saranno proposti La rosa purpurea del Cairo (1985), romantica, delicata e ironica storia d’amore fra Cecilia (Mia Farrow), assidua spettatrice di un solo film, e Tom (Jeff Daniels), suo protagonista annoiato; Broadway Danny Rose (1984), presentato fuori concorso al 37mo Festival di Cannes; Zelig (1983), straordinario documentario fittizio che segue le vicende del “trasformista” Leonard Zelig, il più originale apologo sul conformismo e sul mito americano del successo. In calendario poi il primo film diretto da Woody Allen, Che fai, rubi?, rimontaggio e doppiaggio completamente distorto di una pellicola giapponese uscita l’anno precedente, che si trasforma in una grottesca vicenda di spionaggio per il possesso della ricetta dell’insalata, e l’ultimo, Rifkin’s Festival, proposto in versione originale con i sottotitoli in italiano. E di certo non potevano mancare intramontabili capolavori e cult come Prendi i soldi e scappa, Il dittatore dello Stato libero di Bananas, Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) e il meraviglioso Io e Annie, che vinse quattro Oscar come miglior film, miglior regia, migliore attrice e migliore sceneggiatura originale. (Fonte: comunicato stampa)
Il mio primo film era così brutto che in sette stati americani aveva sostituito la pena di morte (Woody Allen)