Venezia 79, 37ma Settimana Internazionale della Critica: i vincitori

(The Wom)

La Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 79ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ha assegnato ieri, venerdì 9 settembre, i premi della 37ma edizione: la giuria internazionale composta da Rok Biček, Nico Maezano e Barbara Wurm ha conferito il Gran Premio IWONDERFULL a Eismayer di David Wagner, con la seguente motivazione: “Questa opera prima, matura e sorprendentemente coerente su molti livelli (recitazione, ambientazione, regia) è un eccezionale esempio di narrazione efficace, diretta e senza soluzione di continuità. Il film accetta la sfida di conquistare uno degli ultimi baluardi istituzionali dell’omofobia: l’esercito. Descrivendo il regno dell’autodisciplina e della mera obbedienza, rappresenta una riflessione sorprendentemente genuina e pacata sulla natura dei nostri sentimenti, sul loro nesso con i nostri corpi, i nostri atteggiamenti e le nostre convinzioni. Un film sul “coraggio di superare” e sul coming out, sul conoscere se stessi e gli altri”.  Assegnata poi una Menzione Speciale al film Anhell69 di Theo Montoya: “Mediante un’estetica audace ed eclettica, che rende conto di energie dolorose ma allo stesso tempo vitali, sospese tra la vita e la morte – quest’ultima percepita come un dato di fatto – quest’opera fluttua coerentemente attraverso gli strati urbani di tragedie imperanti. La giuria decide, all’unanimità, di premiare questo sensibile e poetico “canto di morte”, una travolgente “película trans” nel suo genere”.

(Cinemadvisor)

Il citato film di Montoya ha poi ricevuto dalla Giuria composta da Marta Bellamoli, Riccardo Chiaramondia, Marianna Giorgia Marchesini, Lorenzo Rigobello e Vittoria Savoia, il Premio Circolo del Cinema di Verona,  “Per la capacità di unire il documentario con le suggestioni tipiche della tradizione cinematografica colombiana. Per aver fatto convivere i vivi e i morti attraverso uno spiritualismo terreno, in cui sangue e sperma diventano la chiave per accedere a un mondo altro. Per una coraggiosa opera di documentarismo magicoe il Premio Mario Serandrei – Hotel Saturnia per il Miglior Contributo Tecnico, assegnato da un’apposita commissione di esperti (Marco Contino, Anna Maria Pasetti e Lorenzo Rossi) , “Per la capacità di raccontare l’annichilimento di una generazione attraverso una fotografia che innesta sulle testimonianze di vittime e sopravvissuti le atmosfere di una favola dark, un cinema nel cinema che, tra luci e tenebre, restituisce il senso di una realtà di uomini ed ectoplasmi, di vita e morte”. Il Premio del Pubblico The Film Club ha visto vincitore Margini di Niccolò Falsetti.

(Cinemaitaliano.info)

Andando poi alla settima edizione di SIC@SIC (Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica), che proponeva una selezione competitiva di sette cortometraggi di autori italiani non ancora approdati al lungometraggio, e due eventi speciali fuori concorso, la giuria composta da tre professionisti dell’industria cinematografica (Marco Alessi, Valerio Ferrara e Tita Tummillo De Palo), ha conferito il Premio Miglior Cortometraggio  a Puiet di Lorenzo Fabbro e Bronte Stahl, “Per la capacità con cui l’opera filmica mantiene un costante rapporto tra immagine-movimento e immagine-tempo, affidando all’apparire del soggetto un ruolo narrativo a tratti disarmante. Un romanzo di formazione immerso in una sorta di realismo magico che ci ricolloca in una ciclicità del divenire intima e universale”. Premio Migliore Regia ad Albertine Where Are You? di Maria Guidone, “Un lavoro di regia che va oltre le convenzioni stilistiche e proietta la spettatrice in un viaggio spazio temporale tra il presente, il passato e il futuro, interrogandosi sull’amore universale e libertà dei corpi. Un racconto che diventa saggio per poi tornare racconto senza perdere mai la propria eleganza, armonia e fluidità”. Premio Miglior Contributo Tecnico, infine,  a Reginetta di Federico Russotto,  “Per aver dimostrato una grande padronanza tecnica nella messa in scena, in un lavoro in cui le musiche, la fotografia e il montaggio ripropongono un immaginario storico e in costume, caro alla nostra tradizione cinematografica, sotto una nuova veste, inedita e inaspettata”. 


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