Cinecittà e Film at Lincoln Center hanno annunciato che, dal 6 al 19 giugno, il Lincoln Center di New York ospiterà la prima retrospettiva dedicata, in Nord America, a colei che probabilmente è stata la più poliedrica e duttile delle nostre attrici, rivelando negli anni una capacità di passare con disinvoltura dal tragico al comico, sfruttando la sua ironia ed autoironia per il tramite di uno stile invidiabile ed un’eleganza scenica giocata sulla discrezione: Monica Vitti: La modernista, un cartellone comprensivo di 14 film, tra i quali alcuni in copia 35 mm, insieme a nuove versioni restaurate dai laboratori di Cinecittà, così da celebrare il ricordo di un indimenticabile profilo, di donna e di attrice, destinato a rimanere nella memoria collettiva quale icona della modernità, considerando poi come le sue interpretazioni abbiano segnato quasi 40 anni di trasformazioni del ruolo della donna nella società italiana.
Maria Luisa Ceciarelli, come risultava all’anagrafe (Monica: protagonista di un libro che stava leggendo; Vitti: il cognome della madre, Vittiglia, abbreviato), ha consacrato il proprio talento nell’ambito di un repertorio vastissimo e le sue interpretazioni sono entrate nella storia del cinema. Ha lavorato con i più grandi registi, italiani e stranieri, unica in una folla di mattatori maschi, andando a caratterizzare ogni tipologia femminile, per esempio la donna borghese, nevrotica, dolente per Antonioni (“Mi fanno male i capelli…”, nei panni di Giuliana in Deserto rosso, 1964) o la popolana vitale con Alberto Sordi (Polvere di stelle, 1973).
Quest’ultimo potrebbe considerarsi il suo partner ideale, nel segno di una vivida complementarietà: amici nella vita, forieri di una invidiabile sintonia sulle scene, hanno dato vita ad un sodalizio artistico di breve durata ma che ha lasciato il segno all’interno della nostra commedia, da Il disco volante, 1964 (Tinto Brass), a Io so che tu sai che io so, 1982, regia dell’Albertone nazionale, così come Amore mio aiutami, 1969 e il citato Polvere di stelle, 1973, senza tralasciare Il leone, episodio diretto da Vittorio De Sica nel film collettivo Le coppie, 1970.
La svolta nella seconda metà degli anni ’60, quando Monica, che aveva già frequentato il genere della commedia tanto al teatro che sul grande schermo, poté esprimere a pieno la sua vocazione comica grazie a Mario Monicelli (La ragazza con la pistola, 1968), andando a rivelare come all’interno della stessa donna convivessero due indoli, una comica/brillante, forse più naturale, l’altra drammatica, delineando in ambedue i casi una modernità d’antidiva, oltre alla capacità di dare vita a personaggi femminili mai di “corredo” o subalterni a quelli maschili, alla ricerca di una propria identità, da sostenere in nome di una sofferta autodeterminazione.
Bastava un semplice sguardo o un candido sorriso, quasi impercettibile a volte, ad evidenziare un fascino naturale, lontano anni luce da un divismo artefatto, magari costruito a tavolino, con quei lineamenti spigolosi ed il fisico sottile, quando le colleghe esibivano tratti morbidi e opulenti, senza dimenticare l’inconfondibile voce roca. Come si legge nel comunicato ufficiale, Monica Vitti: la modernista intende restituire il caleidoscopio di bravura e generi di un’attrice che ha affiancato autori del calibro di Antonioni, Monicelli, Scola, Buñuel, Salce, Losey, creando qualcosa di diverso, un genere particolare ed unico: non solo dei film con, ma film di Monica Vitti. Ecco, in chiusura, i titoli in programma al Lincoln Center:
L’avventura (Michelangelo Antonioni, 1960). La notte (Michelangelo Antonioni, 1961). L’eclisse (Michelangelo Antonioni,1962). Il deserto rosso (Michelangelo Antonioni). Ti ho sposato per allegria (Luciano Salce, 1967 – nuova versione restaurata in 4K da Cinecittà – Prima mondiale). La ragazza con la pistola (Mario Monicelli, 1968 – nuova versione restaurata in 4K da Cinecittà – Prima mondiale). Amore mio aiutami (Alberto Sordi,1969).
Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) (Ettore Scola,1970). La supertestimone (Franco Giraldi, 1971). Polvere di stelle (Alberto Sordi, 1973). Teresa la ladra (Carlo Di Palma, 1973). Il fantasma della libertà (Le fantôme de la liberté, Luis Buñuel, 1974). Il mistero di Oberwald (Michelangelo Antonioni, 1980). Io so che tu sai che io so (Alberto Sordi, 1982 – nuova versione restaurata in 4K da Cinecittà – Prima mondiale).
Monica Vitti: La modernista è promosso e organizzato da Cinecittà e Film at Lincoln Center. Co-organizzato da Florence Almozini e Dan Sullivan di Film at Lincoln Center, e Camilla Cormanni, Paola Ruggiero e Marco Cicala di Cinecittà.
Immagine di copertina: Georges Biard, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons






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