
La presentazione del suo secondo romanzo, Mia madre non lo deve sapere, che segue all’opera d’esordio, Non parlare con la bocca piena, di un anno precedente (entrambi usciti per i tipi della Rizzoli), che si è svolta ieri, giovedì 29 novembre, alla Libreria Mondadori di Siderno (RC), coordinata da Rossella Scherl, è stata l’occasione per scambiare quattro chiacchiere con l’autrice, Chiara Francini, e conoscere così una gran bella persona, ironica ed autoironica, spontanea, diretta, capace d’ infondere un’energica vitalità.

Chiara, come nasce in te il desiderio di dedicarti alla scrittura?
Nel leggere i tuoi romanzi l’impressione avuta è che tu abbia avvertito l’esigenza di narrare il tuo modo d’essere, la tua personalità, il tuo atteggiamento di fronte agli eventi, osservando la realtà attraverso la lente dell’ironia, delineando mano a mano la tua visione del mondo, dei vari accadimenti …
“Sì, è vero, assolutamente. È proprio così, scrivere mi piace molto, perché mi dà l’opportunità di far vedere anche tutta una serie di colori e di sfumature che in altri modi sarebbe difficile far trasparire ed è come, dicevo nel corso della presentazione, l’atto più coraggioso ed incosciente che ho fatto nella mia vita, perché scrivere significa veramente mettersi di fronte ad un pubblico e dire ecco, io sono questa qua, amatemi… Ovviamente tutti gli autori scrivono di ciò che sono e di ciò che vedono, e sicuramente l’ironia è una parte fondamentale della mia vita e credo sia anche una parte fondamentale della mia felicità…
Quando riesco ad essere felice”.

Dai libri al piccolo schermo … Mi piacerebbe soffermarmi insieme a te sul personaggio di Perla, fra i protagonisti della fiction Non dirlo al mio capo, penso che vi sia molto di te, della tua persona, nel ritrarre una donna moderna, determinata e volitiva, che, è riuscita a conquistare indipendenza, autodeterminazione, ma anche il perseguimento di un sogno d’amore, adattato quest’ultimo alle proprie esigenze…
“Certamente, infatti, Perla è molto amata perché in realtà Perla quando critica la donna non critica la donna in sé, bensì il ruolo che tende ad assumere. E’ sempre profondamente vera, caustica, è un po’ la donna che tutte vorrebbero essere ed è l’amica che tutte vorrebbero avere perché ti dice la verità, e te la dice in maniera solo apparentemente brutale, perché la sua caratteristica fondamentale è quella di essere profondamente ironica e quindi molto divertente”.
Hai debuttato come attrice teatrale, per poi lavorare in televisione e al cinema, fino all’esordio nella scrittura. Fra queste realtà, in quali ti trovi maggiormente a tuo agio?

“Guarda è un po’ come l’amore di una madre per i figli, che si moltiplica ma non si divide… In realtà ogni cosa che tocco la faccio credendoci profondamente… Sicuramente la scrittura è qualcosa che fai in maniera indipendente, mentre il teatro è un qualcosa che ti restituisce in maniera immediata quello che è l’affetto del pubblico, le sue reazioni; il cinema, poi, è un qualcosa di più complesso e, soprattutto, per fare il cinema vi è bisogno di un certo numero di persone, quindi è più un affidarsi… Però, ecco, tutte sono forme d’arte che mi soddisfanno in maniera equa”.
Soffermandoci sul il cinema, ti ritieni soddisfatta dei ruoli interpretati finora o ti piacerebbe dare vita a qualcosa di diverso? Mi sovviene, per esempio, la parte che hai avuto nel film di Spike Lee, Miracolo a Sant’Anna…

“Il fatto è che il cinema è sempre più piccolo … I ruoli femminili sono sempre risicati, si cade spesso nello stereotipo …
E allora, come soluzione, ho scritto un romanzo dal quale trarre un film…”
Il che offre lo spunto per la classica domanda finale: progetti per il futuro?
“Sto scrivendo il mio terzo romanzo e sono al lavoro su una pièce teatrale, cinema e televisione troveranno spazio senz’altro, ma la scrittura occuperà sempre un posto speciale, anche perché il mio nuovo lavoro proporrà qualcosa di diverso da quanto scritto finora …”
Una risposta a "Chiara Francini, “scrivere è l’atto più coraggioso ed incosciente che ho fatto nella mia vita”"