Riporto di seguito quanto scritto nel mese di giugno scorso in un articolo relativo ai film visti nel corso della 16ma edizione del Biografilm Festival a Bologna, le mie impressioni su un bella commedia francese, in uscita sui nostri schermi da oggi, giovedì 19 dicembre, presentata nella sezione Biografilm Europa, Le mistère Henry Pick, per la regia di Rémi Bezancon, anche autore della sceneggiatura insieme a Vanessa Portal (il soggetto è tratto dall’omonimo romanzo di David Foenkinos), la quale sconfina piacevolmente nel giallo una volta che l’iter narrativo andrà a soffermarsi sulla ricerca volta ad individuare non un misterioso ladro o assassino, bensì l’autore di un libro, Le ultime ore di una storia d’amore, scovato casualmente dall’editor Daphne Despero (Alice Isaaz), fidanzata con un aspirante scrittore (Bastien Bouillon), spulciando tra i tanti tomi depositati all’interno di una particolare libreria sita in un piccolo centro della Bretagna, dedicata alla raccolta dei manoscritti rifiutati dalle case editrici, quindi mai pubblicati.

L’inedita opera si rivelerà un immediato, enorme, successo editoriale ed attirerà le attenzioni del critico letterario Jean-Michel Rouche (Fabrice Luchini), il quale stenta a credere che Henry Pick, un modesto pizzaiolo, ora defunto, abbia potuto dare forma ad un tale capolavoro letterario… Forte di un più che valido lavoro di scrittura, con dialoghi accurati, realistici ed ironici, diretto con rara scioltezza nel sostenere le varie situazioni che vanno a presentarsi sulla scena in nome di una compiuta coralità, interpretato ottimamente dall’intero cast, al cui interno emerge per naturalezza e briosità Fabrice Luchini (non dimenticando poi, la gustosa partecipazione di Hanna Schygulla), Le mistère Henry Pick riesce in pieno nel realizzare l’ intento congiunto di far divertire e riflettere, senza ricorrere, tra l’altro, a comicità corriva, squallidi doppi sensi o sketch composti a mo’ di estemporaneo collage (ogni riferimento a certe commedie nostrane non è puramente casuale), considerando, infine, come siano frequenti le stoccate elargite ad un sistema editoriale che, infelice universalità, sembra voler premiare determinati scrittori, costruendone accuratamente impatto sul pubblico e successo, invece che ricercare e sostenere un coinvolgimento, culturalmente concreto, di potenziali lettori.