Ci ha lasciato l’attore, nonché doppiatore, cantante e ballerino, Elio Pandolfi, morto nella notte di lunedì 11 ottobre a Roma, sua città natale (1926). Un artista dall’estrema versatilità, attivo in ogni ambito dello spettacolo, la cui presenza scenica, discreta ed elegante, trovava esaltazione in una voce certo particolare, dal tono carezzevole e penetrante al contempo, incline ad adattarsi a diverse modulazioni, che dopo la radio, dove debuttò nel 1949, trovò poi ulteriore apprezzamento nell’attività di doppiaggio: sua la voce italiana di Stan Laurel nei ridoppiaggi di alcuni film del celebre duo comico (Pino Locchi doppiava Oliver Hardy), così come degli anatroccoli Donald Duck, nei cartoni animati Disney degli anni ’60 e ’70, e Daffy Duck, nelle serie animate Warner Bros.(Looney Tunes e Merrie Melodies), come seconda voce (nel primo caso in alternanza ad Oreste Lionello, che Pandolfi doppiò ne Il profeta, Dino Risi, 1968), senza dimenticare il doppiaggio di attori quali, fra gli altri, Louis de Funès (Les Veinards, 1963, episodio Le gros lot, Jack Pinoteau; Pouic-Pouic, 1963, Jean Girault), Groucho Marx (Horse Feathers, I Fratelli Marx al college, 1932, Norman Z. Mc Leod; A Night at the Opera,1935, Sam Wood, ridoppiaggio del 1980), Peter Lorre (The Maltese Falcon, John Huston, 1941, nuovo doppiaggio del 1980) e moltissimi altri (oltre 500 i film in cui prestò la sua voce). Doppiò anche vari personaggi animati all’interno di Carosello.
Dopo essersi diplomato all’Accademia d’ Arte Drammatica di Roma, Pandolfi debuttò in qualità di mimo-ballerino nel 1948 a Venezia, in Les malheurs d’Orphée di Darius Milhaud, dando così il via ad una brillante carriera che lo vide impegnato su più fronti, dalle trasmissioni radiofoniche di rivista (ad esempio La Bisarca, 1949-1951 e Caccia al tesoro, 1952-1954, di Garinei e Giovannini; Campo de’ Fiori‘, Giovanni Gigliozzi, 1955) o di varietà (insieme a Dino Verde e poi Alighiero Noschese, nel 1960), al teatro, dove recitò accanto ad interpreti quali Wanda Osiris, Carlo Dapporto, Lauretta Masiero, senza dimenticare l’operetta, le commedie, gli sceneggiati e i programmi per la televisione ed infine il cinema, che lo vide fine caratterista in vari titoli (Totò lascia o raddoppia?, Camillo Mastrocinque, 1956; Obiettivo ragazze, Mario Mattoli, 1963); Rugantino, Pasquale Festa Campanile, 1973; Ferdinando e Carolina, Lina Wertmüller, 1999). Nel 2016 Pandolfi conseguì il Nastro d’ Argento alla Carriera per il documentario a lui dedicato diretto da Caterina Taricano e Claudio De Pasqualis, A qualcuno piacerà. Storia e storie di Elio Pandolfi. Un artista duttile e “totale”, una voce indimenticabile, simbolo di un modo di fare spettacolo che, altri tempi, vedeva l’esternazione tanto di un’indomabile passione quanto di una professionalità conclamata, un felice connubio che il pubblico non ha mai mancato di apprezzare.