Da domani, martedì 22 marzo, e fino a sabato 16 aprile alla sala Cineteca Milano MIC- Museo Interattivo del Cinema, avrà luogo la rassegna Alfred Hitchcock in black & white. Attraverso 18 titoli, presentati in lingua originale con sottotitoli in italiano, verrà ripercorso il meglio della produzione in bianco e nero del maestro del brivido e della suspense, nato a Londra 123 anni fa, che esordì a soli 26 anni come regista (The pleasure garden, 1925, non considerando Number thirteen, 1922, rimasto incompiuto), lasciando un segno ben preciso nella produzione britannica, tra film muti (The Lodger, 1926) e sonori (Blackmail, 1929;The 39 steps, 1935): opere attraversate tanto da un certo umorismo, quanto da un’evidente ricerca formale nel costruire il meccanismo della tensione narrativa, andando a creare una linea di demarcazione tra ciò che viene portato a conoscenza dello spettatore e ciò che sa il personaggio in scena, rendendo così palpabile uno stato d’ ansia, rafforzato spesso da musiche a tema, luci ed ombre; tutte caratteristiche che si ritroveranno anche nelle opere americane, nelle quali però l’intreccio narrativo andrà ad acquisire maggiore complessità, dominato dai temi dell’angoscia e della colpa (presunta), della perdizione e della perversione, sino alla sublimazione delle ambiguità sessuali.
Proprio dai film del periodo britannico partirà la riscoperta del suo cinema: dal muto dalle atmosfere espressioniste del citato The Lodger (Il pensionante), che sarà impreziosito dall’accompagnamento live di Francesca Badalini, al primo film sonoro inglese Blackmail (Ricatto, 1929). Titoli meno noti, quelli degli inizi della sua carriera registica, ma degni di essere celebrati, film in cui è già possibile rintracciare gli elementi caratteristici della sua filmografia successiva, come già scritto. Protagonisti innocenti, colpevoli solo di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato, sono al centro di Murder!(Omicidio!, 1930), Young and Innocent (Giovane e innocente, 1937) e The 39 steps (Il club dei 39, 1935), mentre con The Skingame (Fiamma d’amore, 1931) e Rich and Strange (Ricco e strano, 1932), Hitchcock affronta due generi a cui il suo nome è raramente associato: il dramma di origine teatrale e la commedia. Dopo le prove generali di The Man Who Knew Too Much (L’uomo che sapeva troppo, 1934), rifatto da lui stesso nel 1956 nella versione interpretata da James Stewart, e Sabotage (Sabotaggio, 1936), con protagonista la diva americana Sylvia Sydney, Hitchcock ottiene il lasciapassare per Hollywood grazie al film di mistero The Lady Vanishes (La signora scompare, 1938). Chiamato dal produttore David O. Selznick, Hitchcock debutta in terra statunitense con Rebecca (Rebecca – La prima moglie, 1940), subito premiato con l’Oscar per il miglior film.
L’anno successivo, dirige nuovamente Joan Fontaine in Suspicion (Il sospetto, 1941), permettendo all’attrice di vincere l’unico Oscar della sua carriera. Dopo aver analizzato l’inquietante rapporto tra uno zio e la sua nipote più grande in Shadow of a Doubt (L’ombra del dubbio, 1943), Hitchcock incontra per la prima volta la musa Ingrid Bergman nel thriller psicoanalitico Spellbound (Io ti salverò, 1945). All’attrice svedese e all’insostituibile Cary Grant, il maestro del brivido regalerà quello che viene considerato il bacio più lungo della storia del cinema in Notorious (Notorious – L’amante perduta, 1946). Nel 1947 Hitchcock dirige la diva italiana Alida Valli in The Paradine Case (Il caso Paradine, 1947), mentre pone al centro di Stagefright (Paura in palcoscenico, 1950) il curioso binomio formato dalla femme fatale Marlene Dietrich e dalla bellezza acqua e sapone Jane Wyman. Infine, con I Confess (Io confesso, 1953), il regista britannico sfrutta al meglio le inquietudini trasmesse dallo sguardo di Montgomery Clift. Minimo comune denominatore della rassegna, il bianco e nero con cui sono state girate queste pellicole, “il colore del cinema” capace di suggerire le misteriose atmosfere e le variopinte passioni al centro delle storie narrate. Arricchisce la retrospettiva il film biografico Hitchcock (2012, Sacha Gervasi), interpretato da Anthony Hopkins e Helen Mirren, incentrato sulla difficile lavorazione del film Psycho (Psyco, 1960).
Informazioni, programma e modalità d’accesso: Cineteca Milano MIC