E’ disponibile online la 27ma puntata di Magnifica ossessione, rubrica a cadenza mensile su Diari di Cineclub Radio curata dallo scrivente, dedicata al mondo del cinema, ai suoi autori ed interpreti. Questo mese condivideremo insieme l’analisi del film Una vita difficile, diretto nel 1961 da Dino Risi su sceneggiatura di Rodolfo Sonego, interpretato magistralmente da Alberto Sordi e Lea Massari, relativamente ai ruoli principali. Un’opera che rientra fra i capolavori della commedia all’italiana propriamente detta, idoneo ad assumere la valenza documentale di un compiuto ed amaro ritratto dell’Italia postbellica, ciò che la nazione è stata, stava per divenire e, in odore di intuitivo “presagio”, quello che diventerà, ovvero, in quest’ultima evenienza, preda del malaffare di molti, nella parvenza di una studiata legalità, mentre l’onestà integerrima di pochi, in nome di ideali condivisi o condivisibili fatica a farsi strada. Grande merito del lavoro di scrittura, mentre la regia di Risi sottolinea con mano ferma ed accorti movimenti di macchina quanto in essa delineato, è quello di riuscire a conciliare eventi storici (le lotte partigiane, l’arrivo degli alleati, il referendum monarchia-repubblica, l’attentato a Togliatti) con le vicende personali dei protagonisti, conciliando la suddetta valenza documentale con elementi satirici (splendida la sequenza in cui Silvio ed Elena si ritrovano ad una cena di monarchici, i quali sono in attesa del fatidico esito referendario, invitati casualmente, per ovviare alla presenza di tredici commensali), sostanzialmente acri e scevri da alcun compiacimento, rivolti ai descritti profondi mutamenti sociali.