
Da oggi, domenica 25 novembre, e fino a domenica 16 dicembre, Fondazione Cineteca Italiana proporrà al Cinema Spazio Oberdan di Milano Lo sguardo di Michelangelo, una rassegna di 11 lungometraggi in 35 mm volta d omaggiare il grande cinema di Michelangelo Antonioni, uno dei massimi registi di ogni tempo e fra gli inventori della modernità cinematografica; sin dal suo esordio (Cronaca di un amore, 1950), dopo le attività di critico cinematografico, assistente alla regia, cosceneggiatore ed una serie di cortometraggi, Antonioni ha infatti saputo rinnovare l’estetica neorealista, per poi inserirsi, dalla seconda metà degli anni Cinquanta, con stile assolutamente personale, nella grande onda di sperimentazione linguistica che vide coinvolte varie cinematografie europee, rappresentando per il nostro cinema uno dei primi passi verso una necessaria modernità, da un punto di vista estetico, formale e di linguaggio.
Se nella citata opera prima imbastiva su una struttura di genere, il giallo, una costruzione particolare, attenta all’interazione ambiente-personaggi ed idonea a soffermarsi sulle sfumature psicologiche di quest’ultimi, piegando il linguaggio cinematografico all’esigenza di descriverne il disagio esistenziale nel continuare la vita di sempre, tra trasformazione ed evoluzione, dopo I vinti, 1952, e La signora senza camelie lo stile di Antonioni appariva, definitivamente, volto ad un’espressività autonoma ed originale.