Un ricordo di Daria Nicolodi

Daria Nicolodi (Radio Gold)

E’ morta lo scorso giovedì, 26 novembre, a Roma, Daria Nicolodi (Firenze, 1950), attrice dall’indubbio fascino, sguardo che non si dimentica e manifesta finezza recitativa, ma anche sagace sceneggiatrice, abile nel rinnovare il fascino gotico proprio delle vecchie fiabe (Suspiria, 1977, film scritto insieme al regista, Dario Argento). Gli esordi artistici di Nadia Nicolodi la vedono calcare i palcoscenici teatrali: a 17 anni si iscrisse all’Accademia di Arte Drammatica di Roma, per poi debuttare nel 1968, diretta dal suo maestro Luca Ronconi, nel Candelaio, commedia in cinque atti scritta da Giordano Bruno, mentre l’avvio dell’attività cinematografica risale a due anni più tardi, in Uomini contro di Francesco Rosi, cui seguirono altre prove recitative in teatro (Alleluja brava gente, 1971, commedia musicale scritta da Garinei e Giovannini) ed in televisione (I Nicotera, sceneggiato diretto da Salvatore Nocita, 1972); sempre nello stesso anno Carmelo Bene la volle nel cast di Salomè, trasposizione cinematografica della sua omonima rappresentazione teatrale.

(Spietati)

Con la sua interpretazione di Anita ne La proprietà non è più un furto (Elio Petri, 1973) conseguì  la Targa Mario Gromo come migliore attrice esordiente, anche se la grande notorietà giunse con Profondo rosso, diretto dal citato Argento nel 1975, indimenticabile nel ruolo della giornalista Gianna Brezzi, attenta nel ritrarre un inedito personaggio femminile, almeno nell’ambito del cinema italiano del tempo, anche attraverso la gestualità ed una disincantata ironia. La collaborazione con Argento ebbe poi modo di proseguire con la citata scrittura di Suspiria e come interprete in Inferno (1980); Tenebre (1982); Phenomena (1984); Opera (1987); La terza madre (2007). Fra le altre interpretazioni di Daria Nicolodi, anche in guisa di semplici partecipazioni o camei, si possono ricordare quelle in Shock (Mario Bava, 1977), Il minestrone (Sergio Citti, 1981), Maccheroni (Ettore Scola, 1987), Le foto di Gioia (Lamberto Bava, 1987), La setta (Michele Soavi, 1991), La fine è nota (Cristina Comencini, 1993), La parola amore esiste (Mimmo Calopresti, 1998), Viola bacia tutti (Giovanni Veronesi, 1998), Scarlet Diva (Asia Argento, 2000), tutte sempre all’insegna di una recitazione improntata ad un’ apparente nonchalance, fra eleganza della presenza scenica e disinvoltura gestuale.


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